• Follow us on Twitter
  • RSS
Un altro giorno da descrivere close

ProfStanco

  • Home
  • Blog

Blog

Sono Iacopo e vorrei parlare con Davide

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/04/2018

Sono Iacopo e vorrei parlare con Davide potrebbe essere stato il modo con cui Iacoboni avrebbe potuto evitare le polemiche che invece si sono scatenate quando il giornalista – non accreditato – non è stato ammesso a partecipare ai lavori del convegno organizzato da Casaleggio per discutere di politica con un respiro più ampio rispetto agli eventi di questi giorni.

Non lo ha fatto e non è stato ammesso a partecipare ai lavori: chi chiede di essere ammesso in un luogo privato aperto al pubblico deve dimostrare di essere in possesso del titolo di ammissione.

Detto così sarebbe molto semplice.

In realtà, però, dietro all’esclusione di Iacoboni dai lavori di un convegno in cui un soggetto pubblico, anche se non esplicitamente politico, si preoccupa dei valori che devono essere perseguiti per costruire un futuro condiviso, è di per sé preoccupante perché nasconde il desiderio di scegliere chi ci racconta.

Scegliere chi ci racconta, però, non parla di un free market of ideas, secondo la felice espressione di John Stuart Mill, ma ricorda piuttosto il meraviglioso Aspettando il voto delle bestie selvagge di Kourouma.

Detto così è un po’ più complicato ma ancora abbastanza semplice.

In verità, tuttavia, i giornalisti non sempre rispettano la verità e qualche volta nemmeno la verosimiglianza. Non è sempre facile ottenere la pubblicazione di una notizia o l’ascolto dei lettori. Nemmeno è facile che quello che si vorrebbe dire sia tradotto in maniera imparziale.

Il ruolo del giornalista dovrebbe essere la mediazione fra la complessità di un racconto e l’interesse dell’opinione pubblica a farsi un’idea, talvolta però la nobiltà di questo compito degrada verso il mestiere del promotore di un determinato interesse o di una determinata visione della realtà.

Detto così è definitivamente complicato, un rebus irrisolvibile se non si tiene conto che chi sta raccontando al paese una visione del mondo per ottenerne il consenso, non può negare a nessuno di dire la sua su questa visione del mondo. Ma anche che i giornalisti appartengono a un albo e sarebbe molto bello se questo albo si facesse effettivamente carico del decoro della professione.

Gli albi, però, sono troppo spesso alibi.

#consultazioni2018: oggi, mi sento un po’ monarchico

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
06/04/2018

Ho sempre passato il 2 giugno 1946 con una certezza: se ci fossi stato, avrei votato per la repubblica e non per la monarchia.

Oggi, sono meno certo di ieri e lo sono guardando il valzer delle #consultazioni2018, sfogliando i giornali e pensando alla persona incaricata di trovare una soluzione a questo rebus.

Il capo dello Stato enigmistico (Matterella ha l’aria di uno che si fa mettere la Settimana Enigmistica fra il Sole 24 Ore e il  Corriere della Sera dal giornalaio) è incaricato di trovare una possibile soluzione di governo, tenendo conto che:

(i) la soluzione più ragionevole nel caso di due partiti vittoriosi (un partito e una coalizione, in realtà, ma in realtà il partito è un movimento e la realtà non fa parte della Settimana Enigmistica) è una diarchia, il modello Craxi – De Mita che ha segnato la fine della Prima Repubblica;

(ii) la soluzione più ragionevole nel caso di due partiti vittoriosi e di una società in crisi è un governo di solidarietà nazionale, in cui ciascun partito riconosce la necessità di ripartire dalla Costituzione, dal riconoscimento reciproco che è necessario attuare la Costituzione: il modello Moro che ha cercato di comprendere le ragioni profonde di una lunga transizione;

(iii) il contratto alla tedesca come la ricerca di un forno più caldo fra quelli disponibili non sembrano ipotesi serie, ma tatticismi di una strategia che pensa a nuove elezioni;

(iv) è difficile che possa accadere qualcosa prima del 10 aprile, quando il DEF dovrà essere presentato alle Camere e se ci fosse un nuovo governo, questo si dovrebbe assumere la responsabilità di scelte non necessariamente coerenti con il proprio programma di governo;

(v) il 29 aprile, ci sono le elezioni regionali in Molise e in Friuli Venezia Giulia, che daranno dei consigli oggettivi misurando di nuovo la temperatura dell’elettorato a pochi mesi dal terremoto elettorale del 4 marzo.

Tutti questi temi compongono un puzzle che il capo dello Stato deve risolvere, ma il capo dello Stato, il supremo reggitore dello stato di crisi, interviene dall’alto della sua esperienza (e della sua storia) di uomo politico e con la legittimazione che gli deriva da un’elezione politica.

In questi momenti, mi viene da chiedere ma se il capo dello Stato fosse un re, educato a fare il re, lontano dagli affanni della politica perché al di sopra delle parti per diritto ereditario, Di Maio avrebbe la stessa faccia dell’omino in lebole che si reca dal capo ufficio, Salvini porterebbe la giacca sulla spalla come il rappresentante della Martini & Rossi che va in discoteca, Berlusconi si farebbe attorniare da due tailleur come un avvocato che riceve i clienti circondato dalle segretarie, la delegazione del PD arriverebbe a piedi con un’aria fra il mezzogiorno di fuoco e la gita al camposanto?

Forse no.

Il bello delle monarchie è che sembrano una cosa seria anche a chi non ci crede e mettono tutti a posto con la forza della tradizione.

Ma, mi dico, alla fine di questa riflessione, la nostra era una monarchia stanca, che aveva poco a che fare con il Conte Verde e parecchio con un Principe di Maggio, e un Vittorio Emanuele di Savoia assai difficilmente saprebbe fare meglio di Mattarella nelle #consultazioni2018, a meno che Salvini o Di Maio provino a salire sulla sua barca.

Consultazioni: Sergio Mattarella dal punto di vista di Antonio da Mestre

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/04/2018

Le consultazioni iniziano oggi e la situazione politica è talmente complessa che molti italiani, come Antonio da Mestre e Alvaro da Pisa, vorrebbero essere al posto di Mattarella.

Per la prima volta, da molti anni, le consultazioni per la formazione del governo sono al centro delle discussioni nei bar della penisola e i vari Gigi da Palermo danno consigli all’allenatore, come se si trattasse della nazionale ai tempi di Ezio Sella.

Le tesi di fondo che si contrappongono sono due.

La tesi pentastellata: il partito che ha ottenuto più voti ha diritto di formare il governo perché ha ottenuto più voti.

La tesi leghista: la coalizione che ha ottenuto più voti ha diritto di formare il governo perché ha ottenuto più voti.

La prima non tiene conto del fatto che il Movimento 5 Stelle non può essere considerato un partito politico, perché manca di una ideologia. Se manca una ideologia è difficile dire di avere preso più voti degli altri partiti, perché è difficile capire cosa hanno votato i cittadini che lo hanno votato.

Il Movimento deve sciogliere non pochi nodi al proprio interno per poter dire di avere conquistato la maggioranza dei voti, perché allo stato è articolato come la Democrazia Cristiana degli anni sessanta.

La seconda non tiene conto del fatto che una coalizione ha senso quando è in gioco un premio di maggioranza che garantisce la governabilità. Senza questo premio di maggioranza non significa nulla. Sono tre partiti che contano per i voti che hanno conquistato e soprattutto per i seggi che gli sono stati distintamente assegnati.

Nel sistema che si è venuto a creare con la Terza Repubblica, le consultazioni devono fare a meno dei partiti politici e delle ideologie sottostanti.

Ma se è così, il Capo dello Stato si trova davanti a un compito davvero complesso, perché non deve negoziare con delle piattaforme ideali ma con delle persone reali, con i loro vizi e le loro caratteristiche.

Un compito nel quale i vari Mimmo da Macerata e Carlo di Aosta fanno quello che fanno tutti gli atleti da bar: applaudono se stessi se la loro squadra vince seguendo il canone Io lo avevo detto e infamano l’allenatore se perde, senza cambiare assolutamente canone.

Pastori tedeschi

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/04/2018

Solo un pastore tedesco può iniziare una via crucis ricordando che Gesù fu condannato da Ponzio Filato.

Solo Bimba Piccola può completare leggendo che dopo la condanna scoppiò un tumulato.

Il resto non ha potuto essere all’altezza del cominciamento.

Chi li ha sciolti? Gino e il Sor Luigi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
30/03/2018

Firenze, due persone che si possono trovare dappertutto ma che in fiorentino danno il meglio di se stesse, anche perché riescono a parlarlo ancora come se fosse un dialetto.

Il barbiere Gino, affacciato su una piazza remota del centro, immobile dagli anni trenta, gli stendardi della Fiorentina e gli immancabili diplomi di improbabili accademie.

Il Sor Luigi, un pezzo dell’arredamento, come la sedia girevole, entra, senza nemmeno sfilare il mezzo toscano mezzo acceso dall’angolo della bocca, apre il giornale, legge i titoli, allunga un paio di madonne, come se fosse Ognissanti invece che Venerdì Santo.

Ha trovato un posto per la bicicletta, nel garage della Stazione.

Il barbiere, con la sapienza di chi ha visto tutto senza guardare nulla, dice Ah si, lo gestisce un negro.

Il Sor Luigi, con l’ignoranza di chi ha guardato tutto senza vedere nulla, risponde: Quasi: un handicappato.

Coccinella

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
29/03/2018

Ci sono momenti di gioia assoluta.

Come quando all’improvviso camminando verso l’odore caldo e sano del pane recente mi appare una coccinella.

Non perché sono di spirito poetico.

Ma perché in livornese, in quella lingua bagnata di mare e masticata con le alghe, coccinella si pronuncia Coccineellllaa ed è davvero impossibile non sorridere.

Oltre Facebook / Cambridge Analytica…

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
21/03/2018

Il caso Facebook / Cambridge Analytica parla di cose vecchie e anche un po’ scontate.

L’uso da parte dei signori della rete dei dati relativi agli utenti per promuovere prodotti è noto.

Il fatto che le politiche in materia di privacy di Facebook abbiano consentito fino al 2014 agli sviluppatori di applicazioni di acquisire tramite le loro applicazioni dati relativi agli utenti e utili per la loro profanazione è forse meno noto ma comunque notorio.

Il fatto che un manager di una società che opera in maniera obliqua possa offrire a un cliente che desidera gettare discredito su di un avversario politico uno scandalo a fondo sessuale non è altro che una questione rilevante per il codice penale.

Eppure questa vicenda ha bruciato molto denaro in borsa e i mercati finanziari non operano per caso.

Il fattaccio che è venuto alla luce riguarda l’uso da parte di Cambridge Analytica di un numero imponente di profili di utenti che avevano rivelato le loro opinioni spontaneamente compilando dei test psicologici per influenzare delle manifestazioni elettorali.

Abbiamo così “scoperto” che su Facebook gli utenti tendono a costruire delle filter bubble e che queste filter bubble operano come echo cambers determinando il sorgere di cocoon informativi.

Cass Sunstein ha scritto un libro su questo, tradotto in Italia da Il Mulino con il titolo #Republic.

In altre parole, le persone vogliono leggere le notizie che gli interessano, chiudendosi in delle stanze in cui ricevono solo ciò che vogliono leggere (filter bubble), che in queste stanze le opinioni più estreme tendono ad affermarsi: i suprematisti ariani quando parlano fra suprematisti ariani sono più estremisti di quando manifestano le loro opinioni in pubblico (echo chambers) e che questi bozzoli di informazione (cocoon), in cui gli utenti della rete tendono a segregarsi scegliendo le loro amicizie, sono pericolosi per il pluralismo.

Insomma, abbiamo scoperto che quando la Corte costituzionale affermava che la libertà di informazione è la «pietra angolare dell’ordine democratico» (Corte cost. 84/1969) diceva una cosa che sulla rete è molto meno vera che nella realtà fisica.

Nella rete, la libertà di informazione può essere pericolosa per la democrazia proprio perché è affidata a tutti (è decentrata e disintermediata, ma non per questo è resa più democratica) e non tutti sono in grado di esprimere pensieri interessanti per lo sviluppo di un discorso democratico.

L’applicazione delle regole sulla responsabilità dei provider

Il punto è che l’applicazione delle regole in materia di responsabilità degli internet service providers, in virtù delle quali il provider non è responsabile del contenuto che ospita, ai social media, che non sono internet service provider, perché organizzano i contenuti che ospitano e li orientano secondo le loro politiche aziendali, determina dei seri rischi per il discorso democratico.

E’ quello che hanno notato con intelligenza e acume da molto tempo studiosi come Sunstein o come Balkin, ma anche come Gillespie e l’elenco potrebbe essere lungo.

In questa situazione, i mercati hanno capito che i social media non potranno continuare ad operare come signori della rete, liberi di decidere le loro politiche, ma si dovranno in qualche misura sottomettere alla sovranità degli Stati e la sovranità degli Stati ridurrà i loro profitti.

O forse hanno capito che i social media non potranno fare a meno di anticipare le normative statali adottando delle politiche aziendali trasparenti e in grado di evitare disfunzioni come la censura collaterale, di cui si parla da molto tempo.

O magari hanno intuito che il potere dei signori della rete sta diventando l’oggetto di una forte critica sociale e che questa critica sociale spesso viene direttamente da coloro che operano all’interno delle organizzazioni aziendali messe a punto dai signori della rete.

Ma cosa sono i social media per l’art. 21, Cost.?

In realtà, i social media non sono mezzi di informazione nel senso tradizionale di questa espressione, ma sono semplicemente dei contenitori per la libertà di manifestazione del pensiero, funzionano in maniera molto più simile a spazi privati aperti al pubblico che vi si riunisce consapevole del fatto che in questi spazi si deve rispettare la disciplina imposta dal loro proprietario, esattamente come chi va in un bar deve rispettare le regole di polizia imposte dal suo proprietario, che gli può dire di bere meno o di parlare a voce meno alta e perfino allontanarlo se non è in grado di rispettare le regole della casa.

L’aspetto più interessante di questa vicenda è che non è emersa grazie alla rete, la rete non ha rivelato nulla di Cambridge Analytica e della sua influenza per le competizioni elettorali. E’ stato il giornalismo investigativo del New York Times e del Guardian che ha consentito all’opinione pubblica di venire a sapere quello che stava accadendo.

Come nel caso di Weinstein, che avrebbe facilmente ottenuto l’oblio delle notizie che lo riguardavano se queste fossero state postate su Facebook o su un blog, grazie alla regole del notice-and-takedown, che è tipica della responsabilità del provider.

Una rivoluzione imminente?

L’aspetto più interessante è che i giornali sono ancora vivi e per ora fanno ancora il loro lavoro.

La cosa, invece, più preoccupante è che la presenza dei giornali è minacciata seriamente dalla rete e la rete, al contrario della carta stampata, non è affatto trasparente.

Se questa preoccupazione diventasse condivisa, il mondo della rete diventerebbe il campo di una rivoluzione, forse meno cruenta di quella del 1789, ma non meno significativa per le sorti dell’umanità.

Su questo si deve riflettere. Non sulla profanazione della privacy degli utenti che sono stati chiusi nelle echo chambers in cui loro stessi desideravano essere rinchiusi.

Oggi, e da tempo, questo non è più possibile, mentre è possibile analizzare i big data costruendo i profili degli utenti senza violare la loro privacy e, forse, anche condizionando le competizioni elettorali con la scelta dei candidati da votare usando lo stesso algoritmo con cui Netflix ci consiglia una nuova serie, azzeccando quasi sempre i nostri gusti, ma senza farci vedere nulla di nuovo.

Mani perdute

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/03/2018

Mi hanno fatto male questi guanti nella spazzatura.

Li ho stretti a lungo.

Pieni di mani di bambine.

Calde.

Curiose.

Mi ha fatto male vederli vuoti e abbandonati.

Anche se sono solo una pelle di serpente.

Persa per una ancora più bella.

La Città Addormentata

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
30/01/2018

Bimba Piccola sta scrivendo il suo primo giallo.

La Città Addormentata.

Bello, intrigante, erotico e splatter come una cosa scritta a undici anni.

La domanda è facile.

Spontanea.

Inevitabile per un lettore di gialli:

Chi è stato?

La risposta pungente e inaspettata come una burrasca.

Non lo so. Se lo sapessi, ci sarebbero troppi indizi.

Dada.

Solo una bimba dada può pensare un giallo senza colpevoli e forse anche senza delitto.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Quirinale)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/01/2018

Bimba Impertinente ha visitato il Quirinale.

Le è piaciuto moltissimo.

Chiedo perché.

Ci pensa.

Un paio d’ore.

Risponde, sintetica, come sempre:

C’erano lampadari di tutti i tipi

È vero.

E soprattutto è un punto di vista adorabile.

Page 1 of 101123›»

Ultimi Tweets

  • Se al posto di #Mattarella ci fosse Vittorio Emanuele le #consultazioni2018 sarebbero diverse?https://t.co/mwKJqmze2G 14:06:22 06 aprile 2018
  • Convenzione degli Esclusi ed elezione dei questori #terzarepubblica, #nodoppioforno https://t.co/6RhCMnvugL 16:56:13 29 marzo 2018
Popular
  • Chi li ha sciolti? (Censure vaticane)17/06/2008 - 10:47
  • Basta feste07/01/2009 - 09:01
  • Tesi di laurea – Buchi si nasce o si do’ven...03/03/2008 - 15:34
Recent
  • Sono Iacopo e vorrei parlare con Davide09/04/2018 - 18:11
  • #consultazioni2018: oggi, mi sento un po’ monarch...06/04/2018 - 14:01
  • Consultazioni: Sergio Mattarella dal punto di vista di Antonio...04/04/2018 - 09:22
Comments
  • Marco AntoniottiQueste sono sottigliezze che i più perdono e gli "ordinari...29/09/2017 - 14:24 by Marco Antoniotti
  • glcontiUn maestro è una persona che ha l'autorevolezza per formare...29/09/2017 - 13:49 by glconti
  • Marco Antoniotti"Ha investito tutta la sua energia intellettuale seguendo...29/09/2017 - 13:31 by Marco Antoniotti
Tags
aiuto amici amori finiti anziane ragazze anziani bambini barbone bar sport bellezza berlusconi cenere chi li ha sciolti chiosco degli sportivi costituzione dignità dio diritto di resistenza donne elemosina eros eufemismi fascismi figli fine firenze girolimoni giudici goliardia il professore va al congresso jazz mood noia non solo bregovitch omosessualità politica processo profstanco prostata sculaccioni sesso solitudine stranalandia tradimenti tristezza università

Archivi

Segui @ProfStanco

RSS

  • RSS – Articoli

Interesting links

Besides are some interesting links for you! Enjoy your stay :)

Articoli recenti

  • Sono Iacopo e vorrei parlare con Davide
  • #consultazioni2018: oggi, mi sento un po’ monarchico
  • Consultazioni: Sergio Mattarella dal punto di vista di Antonio da Mestre

Categorie

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized
© Copyright - ProfStanco - Wordpress Theme by Kriesi.at