Nani e ballerine (Gli uffici di diretta collaborazione)
Molti hanno sorriso della liason fra il ministro e la organizzatrice di eventi.
Poi ci si è resi conto che dietro quell’affare c’era un ufficio ambito dalla organizzatrice e promesso dal ministro.
Adesso ci si deve chiedere che cosa sia esattamente quell’ufficio.
E’ regolato dall’art. 14, secondo comma, d.lgs. 165/2001: il regolamento che disciplina l’organizzazione di un ministero può istituire gli uffici di diretta collaborazione del ministro che servono per interconnettere la sfera di direzione politica con la sfera di attuazione amministrativa. Questi uffici sono composti di personale che al giuramento del nuovo ministro deve essere confermato entro trenta giorni, altrimenti il rapporto decade automaticamente.
Il regolamento che si è appena richiamato dovrebbe essere ai sensi dell’art. 17, legge 400/1988 un decreto del Presidente della Repubblica, ma questa fonte è stata sostituita dal decreto del Presidente del consiglio dei ministri.
Cambia perché sul primo è necessario sia il parere del Consiglio di Stato che quello della Commissione parlamentare competente nonché la registrazione della Corte dei conti.
In ogni caso, la fuga dal decreto del Presidente della Repubblica è segnalata da tempo nella dottrina più avveduta.
Il Ministero della cultura è disciplinato dal d.P.C.M. 15 marzo 2024, n. 57 che tratta degli uffici di diretta collaborazione all’art. 32.
Possono essere nominati quindici consiglieri di elevata specializzazione a pagamento e quindici a titolo gratuito.
Il ministro Sangiuliano ne ha nominati nove a pagamento e nove a titolo gratuito.
La somma complessiva impegnata per quelli a pagamento conta 290.000 Euro.
Per gli altri, ci sono i rimborsi spese.
A che cosa servono i consiglieri?
Se il loro ruolo è quello di imprimere alle burocrazie ministeriali la forza riveniente dall’indirizzo politico governativo, è difficile capire le funzioni di un consigliere per la deontologia culturale o di quello per le tradizioni popolari, per fare due esempi.
Se, invece, il ruolo fosse quello di assicurare l’efficacia delle politiche in materia culturale facendo sì che l’azione amministrativa sia condivisa con gli esponenti del mondo della cultura, allora, acquista un minimo di consistenza il consulente per la danza o quello per il recupero e la restituzione dei beni culturali.
In ogni caso, resta davvero difficile capire perché così tanti consiglieri al ministero dei beni culturali e solo ascensoristi a Palazzo Chigi.
Ma questa è davvero un’altra storia.