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Archive for category: Senza categoria

Il pianto di mia figlia

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05/11/2022

Ogni volta che piangi, si spenge il Sole sulla terra

Il tuo pianto è la mia incapacità di costruire e difendere un giardino incantato intorno a te

Ma, soprattutto, di capire che in quel giardino non saresti mai libera

Perché, amore mio, avrei preferito essere il padre di Ulisse piuttosto che di suo figlio.

Anime a maggese

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/10/2022

 

Anime a maggese

Aspetta. Seduto in una poltrona.

Nudo come Cristo.

Osceno con il suo pannolone.

La televisione accesa su un programma per mentecatti.

Non parla più. Si sta abituando a mietere la propria anima con la falce dell’attesa.

Nero il muco che esce dal suo naso.

Unica compagna la moglie disperata.

Talmente disperata che ha già tirato fuori dall’armadio l’abito per quando sarà morto.

Lo ha appeso in questa stanza, accanto alla televisione.

E anche questo miete la sua anima.

 

Profanazione

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/07/2022

Ci sono cose e ci sono parole.

Le parole sono cose e le cose sono parole.

Fra le une e le altre ci sono abissi.

Profondi.

Spesso dolorosi.

Le parole nascondono le cose che rivelano e le cose sfuggono dalle parole che le soffocano.

Poi ci sono le immagini.

Le immagini profanano cose e parole.

Sono dita di morto protese sui significati.

Oscene dita di morto.

Che uniscono le parole ad altre parole

Profanazione: tutto ciò che non sarà mai più come prima

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/07/2020

Il pudore è l’ansiosa e impaziente vergogna di una vergine

Imbarazzo segretamente consapevole che nulla sarà mai più come prima quando altri la toccherà sapendo che non sarà per sempre sua

Perché in quella vergogna ansiosa e impaziente è inutile cercare quello che non c’è

Il dono di un segreto. Il segreto che i ragazzi sussurrano sghignazzando dopo aver preso quello non vogliono sia altro che selvaggina da divorare nel baccano d’una orgia

Le donne sono malaffare. Per tutti. Non solo per il loro re, il signore dio della loro vergogna

Se non è così, così che è normale, se l’uno ha rubato una vergogna d’altri e l’altra è evasa dalla sua gabbia donandone le chiavi a chi passava per caso, per farsi rapinare di una solitudine troppo rumorosa per essere contenuta dentro quattro sbarre per fragili uccelli esperti della solitudine del migrante che sa di trovare nel volo l’attimo in cui stremarsi e sfracellare,

Se non è così, così che è normale, allora che cosa resta?

Resta la profanazione, la libertà dei vichinghi. Di rapinare quello che non si capisce. Trasformare la fede in tortura. Sapendo che l’unico modo di possedere ciò che è d’altri è il disprezzo.

Quel disprezzo che diventa amara libertà per la vergine che ha donato le chiavi della sua gabbia e dolore d’infarto per colui che ha visto la tenace crudeltà vichinga strappare le sue palpebre perché nessun oltraggio conoscesse un oblio d’ombra.

Tramonto di Venere

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/12/2019

È angoscia senza amnistia.

Solitudine di sommerso silenzio.

Inquietudine di inquisizione.

Rimpiango il rimorso.

Notte al fosforo: se anche le lucciole muoiono di vergogna

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/07/2019

Ci sono notti fosforescenti. Il buio prende fuoco. Le emozioni, radianti al napalm

, entrano nel cuore e lo trafiggono. L’anima delle baccanti sa quando è arrivato il momento di salutare. Senza la nuda inquisizione dell’addio

. Ci sono notti che sono piombo fuso. Bruciano il cuore finché non sente più nulla. Solo il peso del metallo affonda l’anima

. In queste notti, trecentotrentadue anni dopo, un pittore tedesco di nome Jean Philippe Möeller, si affaccia ancora alla finestra di via del Corso, vicino a Palazzo Ruspoli. Guarda impazzire il carnevale. Libertà e licenza perdono il loro equilibrio. Il buon umore odora di vomito vinoso e disinfettante per pagine vuote

. Quello che il pittore tedesco non ha scritto nel suo diario ed ha lasciato sul davanzale della finestra è una immagine rossa e fosforescente. Incendia la notte come fosse la propria casa. Quella immagine di lucciola smarrita gli resta appiccicata dietro gli occhi. Bruciata di vergogna quando la danza ha trasformato le vergini in menadi perché anche l’amore odorava di vomito vinoso e disinfettante per pagine vuote

. Le lucciole sono fatte così. Illuminano l’attimo che le dissipa in atomi di impalpabile vergogna e detestano la propria luce. Troppo incomprensibile e complessa per non essere fatta della stessa sostanza della notte di cui si alimentano fino al prossimo addio

; che non sarà più dolce

.

Sant’Anna

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/07/2019

Sant’Anna è il 26 luglio.

È il ricordo di fuochi d’artificio a Quercianella. Lontani nel caldo di una terrazza che sembrava contenere tutto solo perché c’era un cocomero e la gazzosa.

Di una carrozzina spinta sotto il sole perché qualche volta i grandi si ricordano di quando non camminavano.

Delle fette di pane spesso imbevute di vino e zucchero e dei gialli dei ragazzi in una edicola d’angolo sulla piazza di Castiglioncello.

Di un padre che appariva nel fine settimana e puzzava di sudore e della vilpelle dei sedili della 124 beige che ho sempre rimpianto.

Oggi che è morta non bastano questi ricordi per dimenticare che io l’ho amata di un amore assoluto e diseredato come il suicidio di un sogno.

Il ministro degli interni e la sbronza giusnaturalista

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/01/2019

Mosca – Petockyi descrive mille modi di essere ubriachi per ciascuno dei quali la lingua russa conosce un diverso nome piuttosto che lemma.

L’ubriachezza come stato d’animo, linguaggio, erosione, dimenticanza, ferita, leziosità, corteggiamento, lealtà.

Molto di più che una sbronza allegra o triste. Euforica di champagne o pesante come una grappa di ghisa.

L’ultimo cassonetto sopravvissuto all’amministrazione Nardella in piazza D’Azeglio ha scoperto la sbronza giusnaturalista.

Dalla palude di piscio e tavernello in cui galleggia come una isola di Stevenson, esce un refolo di corde vocali:

Io sono nato da un essere umano. Anche io

Rottami.

Forse.

Ma ci sono ministri dell’interno che non lo hanno capito.

Oggi, non ai tempi di Nitti, Facta e Bonomi.

Futili foglie

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/12/2018

Cadono foglie al vapore di mercurio

Bionde d’autunno,

d’acqua, pioggia

Luccicanti e fredde

Questa luce senza ombra mastica

parole che nascono sbagliate

Le parole giuste sanno morire nell’esatto istante in cui – pronunciate – diventano eterne

Muoiono nella bocca di chi non le trova e non trovandole muore con loro.

Il mestiere della morte

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/11/2018

Il mestiere della morte è il panico che inghiotte la gola, rende il respiro un abisso

La compassione della morte è un boia che affila la lama sulla sua mola con artigiana precisione

Si vive se non si ruba alla morte né il suo mestiere né la sua compassione

Accettando il rumore sordo e quieto della mola nel pianto d’un figlio che nasce, nel gemere d’un istante di amore, nello scorrere delle parole quando, come queste, sono pioggia in un pluviale.

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