Chi li ha sciolti? (Poeti e poetesse)
I told myself, "Take Courage, Friend –
That – was a former time –
But we might learn to like the Heaven,
As well as our Old Home!"
I poeti sono strane persone.
Molto singolari.
Discendono da un bardo cieco.
Hanno attraversato più o meno indenni tutta la storia del genere umano.
Giocano con le parole trovando il filo di eternità che lega i loro suoni.
Sono pochissimi.
Davvero pochissimi.
Joseph Roth diceva che dopo l’adolescenza scrivono poesie solo i veri poeti e gli idioti, che sono molti di più.
Rilke disse a un giovane amico che gli chiedeva come diventare poeta che non doveva, proprio non doveva. Nessuno è un poeta se non può assolutamente fare a meno di scrivere.
Sono tristi quelli che si credono poeti.
Atrocemente tristi.
Graffiano parole inconcludenti.
Le ammalano di significati oscuri.
Confondono il verseggiare con l’andare a capo.
I versi dodecasillabi, con le frasi ad effetto.
Ma, in fondo, ci vuole forza per confessare la propria stupidità.
Una forza che trascende l’idiozia.
Eppoi sono un mercato.
Il mercato dei concorsi di poesia.
Del Ti stampo un libro per cento euri.
Una nicchia che macina quattrini e che non è il caso di mandare in cassa integrazione.
O forse no?