Leghorn Blues
0 Comments/
in profstanco / by Gian Luca Conti
23/04/2015
Un passato di musicista. Di quelli che Gianni Morandi è una frontiera e i Jefferson un miraggio.
Un presente di parrucchino tinto all’henné. E di serate all’Old time, il piano bar del Maroccone.
Insopportabile, se non fossimo a Livorno e tutto non avesse il sapore di sudore, alghe e merda di un cacciucco sui fossi.
Racconta.
Come fosse ieri.
Di essere stato a Parigi.
Di avere suonato con Max Roach.
Che alla fine di una sessione infuocata, Roach gli avrebbe detto Deh, ma lo sai che suoni bene…
Che lui avrebbe risposto Deh, me lo scrivi che sennò non ci crede nessuno.
E non si accorge che tutta la sua vita è in quel Max Roach che dice Deh, ride_ride_ride, beve mentre si infila una bottiglia nei pantaloni perché lui è uno spiritoso, e rutta come un nano.