I pensieri politicamente scorretti di Bimba Impertinente (La figlia del Corsaro Nero)
Bimba Impertinente ha scoperto il cassetto segreto del portatile in cui raccolgo queste note.
Le ha scoperte con l’entusiasmo di uno studioso per una glossa al XXX canto del paradiso nascosta nelle pieghe della copertina di un libro da messa barocco.
Le ha lette con gli occhi golosi e il sorriso aperto da bambina che gioca ancora con le bambole e sa leggere un libro di fiabe.
Babbo, sono bellissime…
È il suo unico commento.
La guardo e, improvvisamente, capisco il suicidio di Salgari.
Emilio Salgari sapeva scrivere storie con l’inchiostro dei sogni e aveva visto la giungla creata da dio in un tempo in cui gli uomini avevano il cuore puro dei pirati di Mompracem.
Salgari aveva avuto il dono di raccontare tutto questo con la luce dei diorami in una epoca nella quale una candela illuminava la fantasia più di un cinema a tre dimensioni.
Ma uno così senza il sorriso di una figlia che lo legge è davvero solo e, ora, in questa sua terribile solitudine, capisco le ragioni del suo lasciarsi cadere nell’oceano di un vaporetto.