Fissata l’udienza sull’Italicum: 24 gennaio 2017
Chi pensava che la Corte avrebbe atteso un tempo più sereno per decidere della legge elettorale di Renzi ha preso una formidabile cantonata
La Corte costituzionale ha fissato l’udienza sull’italicum per il 24 gennaio 2017.
Un mese e venti giorni dopo il NO al referendum costituzionale.
Esattamente il contrario di quello che si era immaginato questa mattina, quando si diceva che il combinato disposto legge elettorale per il Senato – decisione della Corte costituzionale sull’Italicum sembrava diretto a rinviare lo scioglimento anticipato della legislatura.
Le ragioni apparenti della fissazione di un affare così incandescente nel ruolo di gennaio sembrano essere due.
La Corte sente la responsabilità di consentire al corpo elettorale di eleggere il nuovo Parlamento sulla base di una legislazione elettorale salda perché ha superato il suo vaglio di costituzionalità.
La Corte non vuole essere la giustificazione di chi vuole rinviare lo scioglimento anticipato della diciassettesima legislatura.
I quindici semidei di Palazzo della Consulta (la Corte è formata di quindici giudici che individualmente possono essere considerati dei semidei e complessivamente come una divinità) si sono esposti a una tempesta politica che spaventerebbe Lovecraft.
Se dichiarano incostituzionale l’Italicum impediscono lo scioglimento anticipato della legislatura e obbligano le Camere a elaborare una nuova legislazione elettorale di cui la Corte sarebbe l’artefice.
Non potrebbe non essere che un proporzionale puro o poco meno che puro. Il sistema elettorale della prima repubblica.
Se non dichiarano incostituzionale l’Italicum obbligano gli elettori a ripensare il giudizio espresso nei confronti del premier e le accuse di voler essere un uomo solo al comando che gli sono state rivolte. La Corte assolvendo l’Italicum assolverebbe Renzi e direbbe, sostanzialmente, che la principale delle ragioni del NO referendario era una sciocchezza dal punto di vista della Costituzione vigente e quindi ancora di più da quello della Costituzione riformata (e non più riformabile).
In questo caso, inoltre, costruiscono l’argomento per estendere i principi di questa legge elettorale anche al Senato e creare davvero un bicameralismo fortemente orientato verso il Coppi in vista di Pinerolo nella diciassettesima tappa del giro di Italia del 1949.
La fissazione dell’udienza sull’Italicum il primo giorno lavorativo dopo la consultazione referendaria (la settimana politica inizia il martedì) consente di escludere che la Corte si voglia liberare la coscienza con una decisione processuale.
La Corte svilupperà l’orientamento espresso con Corte cost. 1/2014 arrivando al punto di affermare di poter decidere su di una legge elettorale mai applicata e sulla quale i dubbi di legittimità costituzionale che sono stati espressi sembrano privi di concreta rilevanza.
Fissando l’udienza sull’Italicum, la Corte ha deciso di decidere se assolvere Renzi e il “senso” del referendum costituzionale dichiarando le eccezioni infondate o se condannarlo all’ostracismo costituzionale imponendo una lettura in senso proporzionalistico della Costituzione in materia elettorale.
Ma questi, forse, non sono compiti per una Corte costituzionale fatta di uomini.
Sono compiti per una Corte fatta di uomini che conoscono gli dei molto da vicino.