Coprire il vuoto con il vuoto (Zaia e lo statuto speciale)
Coprire il vuoto con il vuoto ovvero il Veneto chiede lo statuto speciale, Maroni dice che il suo collega sbaglia e il Governo bolla l’iniziativa come incostituzionale.
Il Veneto chiede lo statuto speciale ma non significa nulla, esattamente come il quesito che il 57% dei cittadini veneti ha approvato: uno statuto speciale contiene le condizioni di speciale autonomia di una regione rispetto alle altre regioni a statuto ordinario. Chiedere uno statuto speciale significa individuare le materie nelle quali si chiede maggiore autonomia e specificare in cosa consiste la maggiore autonomia che si sta chiedendo. Altrimenti significa coprire il vuoto (l’assenza di significati chiari e univoci di un quesito referandario disomogeneo) con un altro vuoto (l’assenza di contenuti della autonomia speciale richiesta da Zaia).
Maroni dice che il suo collega sbaglia e insiste nella linea per cui le materie in cui si può chiedere maggiore autonomia sono quelle indicate dall’art. 116, Cost. Anche in questo caso, non si dice nulla: dire che una regione deve avere maggiore autonomia in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema non significa niente se non si spiega in che cosa dovrebbe consistere questa maggiore autonomia: si vogliono gli scarichi o le concessioni idroelettriche?
Il Governo reagisce chiarendo che la Costituzione non si tocca: la debolezza di un governo parlamentare che chiede una fiducia malata a un Parlamento diviso e balbettante è evidente anche nel momento in cui non si formula una proposta precisa e autorevole chiarendo il quadro costituzionale e politico di un’autonomia regionale differenziata.
Tutto questo vuoto non copre soltanto se stesso. Copre il desiderio di una autonomia senza responsabilità, come spiega Morrone nel suo blog, e un complesso insieme di manovre politiche in cui si confonde il significato del referendum consultivo lombardo veneto e delle elezioni politiche, così Marco Olivetti sull’Avvenire di oggi.
E’ difficile immaginare quale sarà il futuro politico del referendum lombardo veneto. L’unica cosa certa è che sarà deciso dalla prossima legislatura nazionale che è più imperscrutabile di un testo di Nostradamus.