Mentre la tua memoria svanisce come giorni di calendario quando non ci sono più i santi
Dove adesso sei, forse, non ci sono rondini a disegnare il cielo né i papaveri accarezzano il freddo dei binari.
Non manca l’acqua alle piante del tuo terrazzo che non avresti mai lasciato soffrire questa sete d’ombra.
Il tuo compleanno non viene dimenticato e il sessantunesimo anniversario di matrimonio non è una carezza d’oblio per quattro ruote nemmeno troppo sorridenti.
Dove sono io, con le labbra secche di primavera, la stessa sete d’ombra delle tue piante e la fame di ciliegie di quando mi lasciavi salire sugli alberi, vorrei solo che tu non avessi freddo.