La fine della crociera
La fine della crociera sono due adolescenti che saltano sul pontile, neppure il tempo di finire di ormeggiare.
Corrono verso un treno che li porta dagli amici. E’ l’ultimo giorno prima delle vacanze, l’ultimo giorno in cui ci si vede. Un ultimo giorno di un tempo in cui si crede che ultimo sia davvero “ultimo” e non “purtroppo, ancora”.
Le osservo come le può osservare un padre e mi chiedo se dovrei essere arrabbiato o deluso.
No, sono orgoglioso. Come spesso mi accade.
Vanno via, devono andare via, sono programmate per andare via.
E’ già molto che siano state con me per una lunga settimana. Abbiano affrontato rade e porti, più conosciuti di casa, ma sempre rade e porti. Hanno armato, regolato le vele, timonato e piegato la randa alla fine di lunghe giornate. Nuotato come bambine che hanno fatto amicizia con i pesci da piccole e non hanno paura della profondità del mare.
Adesso devono andare via, voglio che vadano via. I loro approdi sono diversi dai miei. E’ bello che ogni tanto abbiano ancora voglia di condividere le mie rotte. E’ bello ed è abbastanza.