La prima legge dell’energia
La prima legge dell’energia, per un fisico mancato, è che l’energia, alla fine, trova sempre l’uso più efficiente che se ne può fare.
La morte, in questo prisma, è una conseguenza della prima legge dell’energia: a un certo punto, un essere vivente non rappresenta più un uso efficiente dell’energia e arriva il momento in cui il sistema gli chiede di restituire, sotto forma di decomposizione, ciò che è diventato inutile.
I figli sono una delle materializzazioni più evidenti della prima legge dell’energia perché sono un uso più efficiente dell’energia dei loro genitori e lo sanno perfettamente.
Uno dei momenti in cui la prima legge dell’energia applicata ai figli viene in evidenza con maggiore sollecitudine è la partenza di un figlio per le vacanze.
Succede, in questo caso, di pagare la vacanza e questo è assolutamente naturale e doveroso.
Capita anche di passare la notte in bianco perché l’aereo parte da Roma alle sette del mattino e anche questo è ragionevole e giusto.
Infine, vi è una frase che un padre non dovrebbe mai pronunciare: Mi scrivi quando sei arrivata?
Perché non scrive e non risponde ai messaggi.
Ed è giusto così: ha capito la prima legge dell’energia, utilizzando ciò che era efficiente e abbandonando il padre_motore non appena questo ha cessato di essere efficiente perché quello che doveva fare lo aveva fatto ed il resto non dipendeva più da lui.
C’è amarezza in tutto questo?
No, solo il ragionamento di Gibran sui figli come frecce visto con gli occhi di Volta.