Il cambio di stagione
Ricordi quando – ogni notte – non riuscivi a dormire da sola e venivi nel nostro letto? Lo scaldavi con i tuoi sogni che attraversavano il cuscino per diventare la nostra felicità.
Il mattino era un bacio lieve come il ponente del mattino dopo una notte afosa per svegliarti mentre facevi finta di dormire.
Lo ricordi adesso che ti alzi con Spotify, che la tua camera è chiusa ogni sera, vai a letto dopo di noi senza passare dalla nostra camera, che ti incontro mentre ti prepari la colazione da sola ed io esco di casa sentendomi un ladro perché non ti ho svegliata né guardata mentre facevi finta di dormire?
Anche questo è un cambio di stagione: è arrivato il momento di riporre i vestiti dell’estate, non è più tempo di lino e si controlla che il tweed non sia tarmato, che i pantaloni di vigogna non scoppino per il troppo vino dell’estate.
Ti osservo con la tristezza con cui si guarda l’estate che svanisce, sperando in un’ultima giornata di Sole, cercando nella Tramontana il ricordo dello Scirocco.
Ti vedo e penso che anche questo è un cambio di stagione: doloroso come tutti i cambi di stagione, ma – mi dico – i frutti dell’Autunno sono più avari dei doni dell’Estate. Più avari ma molto più dolci.
E ti sorrido stringendo dentro di me il ricordo dei tuoi sogni quando mi arrivavano attraverso il cuscino e non riuscivo ad addormentarmi perché preferivo perdermi ad accarezzarti con gli occhi senza fare rumore.