La legge del buio (Pensiero anoressico)
Io non so che cosa è il buio.
Conosco la legge del buio e so che questa legge è conseguenza della sua natura: l’assenza di luce attira i colori, li schiaccia. Ogni colore schiacciato aumenta la forza di attrazione del buio.
L’essenza della legge del buio è che niente può esistere al di fuori, dentro è una fortezza che trabocca di fame e paura.
Conosco anche la legge della luce e anche questa legge è conseguenza della sua natura: la luce costringe i colori a danzare finché non si riuniscono in un bianco che li acceca.
So che la legge del buio è altrettanto spietata della legge della luce.
So che la vita ha bisogno dell’ombra che difende dalla luce e della luce che allontana il buio.
Che la vita è il coraggio del grigio, che per vivere bisogna saper camminare fra il buio e la luce, senza lasciarsi catturare né dal canto dell’una o dal fragore dell’altro.
Penso tutto questo mentre ti guardo e vedo il palmo della mano che hai scarnificato con le unghie, come una cannibale, vedo i tuoi occhi che sempre più spesso si lasciano annegare in pianti disperati come la dannazione, vedo il tuo viso che diventa trasparente, i tuoi capelli che hanno il colore dell’oro senza l’allegria del grano.
E, come sempre, quando ti guardo so che se rinascessi mille e mille volte non ti vorrei mai diversa da come sei, non vorrei altro dolore nel mio cuore, maledicendomi perché mai riesco a dirtelo come dovrei per dare ombra alla tua notte.
Perché qualunque cosa tu sia e qualunque cosa tu soffra, per me, sei sempre ciò che di più bello può esistere.