La versione disperata (Sempre sulla maturità di Bimba Impertinente)
Prima o poi, le versioni fanno dannare.
Il grafico degli scritti di latino o di greco è più volatile di una criptovaluta.
Per un comune mortale, ovviamente. Poi ci sono le muse e i toccati dalla musa e per loro è un’altra cosa: il loro grafico è quello di una blue chip.
Bimba Impertinente è, per fortuna, una comune mortale.
Alla maturità, i comuni mortali hanno due scelte: sperano nella pietà degli dei o si accodano a una musa sperando nella sua pietà, il che significa mettersi in una posizione in cui sia agevole riuscire a copiare il compito della prima della classe.
Bimba Impertinente ha scelto di avere fede negli dei ed è stata moderatamente premiata.
Ha ceduto il suo posto, da cui sarebbe stato facile copiare, a una compagna che era ancora meno capace di lei e ha fatto il compito da sola.
Ciononostante si è arrabbiata. Come si arrabbia lei: sorridendo con le lacrime di rabbia che le spuntano ai lati degli occhi. Perché la sua compagna ha avuto 19, copiando riga per riga dal primo della classe e ha perfino sostenuto di essere stata lei a fare il compito. Non il primo della classe al quale hanno dato 17 o qualcosa del genere. Faccia di tolla, vien da scrivere.
Ho cercato di spiegare che ero orgoglioso di lei. Non per il compito, che mi dispiace non abbia fatto bene perché mi dispiace non sia stata toccata dalla musa delle versioni. Perché ha voluto camminare con le sue gambe facendo da sola.
Che è quello che conta per i cinque anni di università che si cominciano a distendere davanti al suo futuro.
Nella vita, invece, non lo so. Chi si accoda e ha la sfacciataggine di appropriarsi dell’ingenuo ingegno altrui può arrivare molto lontano.
Ma, sicuramente, non è questo il mondo a cui ho cercato di prepararla anche se mi domando sempre più spesso se ho fatto bene.