Lunedi, fisiatra (il nuovo)
E’ nuovo.
Non ha ancora il suo posto nella sala d’aspetto. Bassotto e grassottello, non privo di una sua eleganza grossolana, come di sensale, quell’eleganza da mocassini gialli e lucidi, con i calzettoni di lana grossa che spuntano e la sciarpa di seta annodata vezzosamente alla maniera di un cantante lirico.
Si da’ un tono, parla a telefono come se fosse una persona importante, la voce alta che ci racconta i suoi affari dettati con aria affettata.
Se fossi in un qualsiasi altro luogo mi darebbe fastidio, enormemente.
Ma qui e’ un’altra cosa.
Qui capisco il suo imbarazzo di nano cicciottello, odioso nano cicciottello, ma malato e le malattie sono una cosa che si impara lentamente.