Domenica mattina (Cucina italiana)
Un giornalaio.
Affacciato su un viale.
Consumato di polvere e gas di scarico.
Apre quando vuole.
Chiude quando vuole.
Scorbutico.
Terribilmente scorbutico.
Di quelli che decidono cosa vendere ed a chi venderlo.
Una bimba di una cinquantina d’anni.
Down.
Con il padre, poco più che settantenne.
Bell’uomo.
Abbronzato.
Vestito bene.
Il giornalaio saluta: Sei tornata? Dove sei stata?
Al mare … Ho mangiato tante cose buone …
Il padre: Cosa hai mangiato?
Porcellino, formaggio, pesce … Tanto, tanto …
Il giornalaio: Ora devi stare attenta …
Si, devo stare attenta … Me lo dice sempre anche il babbo …
il padre: E’ davvero una brava bambina …
Nel frattempo, la coda è diventata una fila.
Ma a loro tre, non interessa.
La bimba ricorda le vacanze, il padre la incoraggia a parlare, il giornalaio ascolta entrambi.
Sorridendo.
Dolce.
Vanno via.
Per mano.
Eguali a se stessi ed eguali agli ultimi quarant’anni.
Libero, Il Giornale e la Cucina Italiana sotto braccio.
E’ una domenica mattina in cui anche Feltri può sembrare simpatico.