Senza centro
Tutte le città hanno un centro.
Che è uno spazio simbolico.
Un luogo che segna una identità.
Crescere a Firenze significa abituarsi alla cupola di Brunelleschi.
Riconoscere in quello skyline una parte di se stessi.
Lasciarsi disegnare l’anima dal cupolone.
Non il colpo epilettico della sindrome di Stendhal, ma una dolce e cronica malaria.
Il centro sta scomparendo.
La città vive delle sue periferie.
Di quegli spazi comodamente accessibili che sono identici a Novoli (Fi) ed a Roncadelle (Bs).
I ragazzi non si incontrano più in centro.
Si incontrano nei villaggi commerciali e nelle multisala.
I cinema del centro sono scomodi e le multisala, avvolgenti avatar, li hanno rimpiazzati.
Firenze, invecchiando, uccide i suoi abitanti.
Lo scriveva già De Sade.