I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Primo giorno del secondo anno di scuola)
Bimba Impertinente ha trascorso l’estate dedicando ogni giorno qualche ora ai compiti delle vacanze.
Con costante diligenza.
Anche quando era più noioso.
Prima del rientro a scuola, ha incontrato le sue amichette.
E’ restata stupita che molte di loro non avessero finito i compiti.
Molto stupita e anche molto orgogliosa per averli terminati.
Lo diceva in continuazione:
–> Sai, babbo, [•] non ha finito il libro gioco e le mancano più di trenta pagine di esercizi di matematica …
Il primo giorno di scuola ha riempito lo zaino dei compiti fatti e si è avviata per le scale con allegra baldanza.
All’uscita, non era particolarmente contenta:
–> Abbiamo giocato tutta la mattina …
Ovvero, sottinteso:
–> Nessuno ha guardato i miei compiti …
La scuola ha insegnato a Bimba Impertinente che i compiti si possono non fare.
Che non succede niente se si manca ai nostri impegni.
Un insegnamento che davvero non avrei gradito.
Soprattutto dopo aver riguardato una montagna di errori di grafia e di operazioni astruse.