Il corvo dell’imperatore
Tutte le volte che passo dalla corte dei conti osservo con stupore la solenne maestosità dell’usciere.
Le ali del suo mantello filtrano come persiane i tempi in cui questa toga non sapeva di sudpalpebre non bruciavano i demoni che quel sudore ha cercato di combattere.
C’è sonno in questo collegio del mattino, sonno e stanchezza.
Si sveglia appena, un sussulto lieve quando qualcuno dice che se il consiglio di ministri non ha ancora approvato uno schema di decreto legislativo non tenerne conto sarebbe un esercizio di inutile formalismo.
Sfilano in questo sono, ormai anziani, i giovani barbari che avevano sognato di fare nuova Bisanzio.
Anziani lupi ne reggono la barra delle difese, tutto hanno difeso e tutto continueranno a difendere.
Lupi che hanno nello sguardo il boato di tutte le morti che hanno divorato.