Porto d’armi per tutti (La Beretta non è Smith and Wesson)
Porto d’armi per tutti?
L’ultima proposta di Salvini è il porto d’armi per tutti come strumento per arginare la criminalità, o meglio la sensazione di assedio che la microcriminalità genera nei cittadini.
Due piccoli e insignificanti fatti di cronaca permettono di guardarla in controluce.
Un nerboruto alla stazione di Bologna e una macchina a Firenze
Il 21 giugno scorso, all’ora di pranzo, in un Fast Food della stazione di Bologna un padre decisamente muscoloso e palestrato con il figlio di circa dieci anni, l’aria mite del bambino con gli occhiali di un padre culturista in canottiera, si è visto portare via uno zainetto da uno zingaro.
Lo zingaro era decisamente emaciato e aveva l’aspetto di chi conosce da molti anni l’abbronzatura dei neon ferroviari.
Il muscoloso lo ha rincorso, lo ha afferrato, lo ha sbattuto per terra e lo ha malmenato.
Nessuno ha detto nulla. Nemmeno quando si è rialzato e ha battuto il cinque con il figlio che era il proprietario dello zainetto.
Lo zingaro è scappato barcollando e con i segni delle percosse ricevute ben evidenti.
La notte fra l’8 e il 9 marzo, la macchina di chi scrive è stata scassinata esattamente sotto la casa in cui chi scrive abita. I profanatori hanno portato via tutta l’elettronica di bordo. Il danno ha contato oltre Euro10Migliaia, di cui quattro sono stati rimborsati dall’assicurazione.
La sicurezza pubblica si affronta armando le emozioni?
Che cosa sarebbe successo se chi scrive o la muscolosa vittima del furto in stazione avessero avuto una pistola?
Io non so se non avrei sparato e sono abbastanza certo che il muscoloso lo avrebbe fatto con soddisfazione.
Nè io né lui avremmo saputo, nello sparare, chi stavamo colpendo.
La sicurezza pubblica quando il guardiano notturno manca non può essere affidata a un facile slogan. E’ un problema di governance anche in senso orizzontale e non verticale. Ci si deve chiedere quale sia il livello di governo più adatto per ricevere le risorse e organizzare la difesa dei cittadini, se quello dei sindaci sceriffi o quello delle amministrazioni centrali. Ma ci si deve anche chiedere se i cittadini non possano organizzare spontaneamente la propria difesa.
La difesa della patria non riguarda solo il pericolo esterno, ma riguarda anche la delinquenza e la microcriminalità e sarebbe corretto che si potesse fare qualcosa, sorvegliando e vigilando con il potere di dissuadere, se i metronotte potessero essere pagati anche per guardare le strade durante la notte e non solo i negozi e i condomini che temono di essere svaligiati.
Questo è il vero problema politica ed una cosa è certa che questo problema non si risolve armando le emozioni o dando la magnum dell’ispettore Callaghan a dei perfetti imbecilli.
La Beretta, per fortuna, non è la Smith and Wesson e se si occupa, forse, più della caccia che delle pistole da difesa personale è un segno di civiltà.