• Follow us on Twitter
  • RSS
Un altro giorno da descrivere close

ProfStanco

  • Home
  • Blog

Author Archive for: profstanco

Chi li ha sciolti? (Le cravatte di Ceppaloni)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/02/2008

vel1

Ieri, un assessore della Giunta Bassolino – tal Velardi, con delega ai beni culturali ed al turismo – si e’ presentato in consiglio regionale scravattato.
La signora Lonardo – i cui affaires giudiziari hanno provocato la fine di una legislatura nazionale – ha severamente redarguito il politico: Il suo abbigliamento e’ uno schiaffo alla dignita’ di questo Consiglio, pare aver detto.
Il dress code e’ una forma di civilta’.
E’ anche una forma di rispetto e di correttezza.
Ma il consiglio regionale della Campania non puo’ sentirsi offeso per una cravatta.
Non puo’ proprio.
Non dopo le strategie in punto di pianificazione e governo del territorio cinicamente coltivate per trasformare le discariche in caveau.
Ne’ la signora Lonardo sembra la persona piu’ adatta per parlare di rispetto per le istituzioni.
La reputazione e’ un dress code molto piu’ significativo di qualsiasi cravatta.

Una fiaba per Gravina: la Luna nel pozzo

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/02/2008

pozzo800x600
I bambini amano la Luna.
La Luna possiede una intima dolcezza, che i bambini comprendono perfettamente.
E’ loro compagna nelle notti di inverno e nei pomeriggi di primavera.
La guardano stupiti come un amico che non dovrebbe esserci e chiedono se davvero è lei.
Se è la stessa Luna che gioca con le ombre nelle loro camerette prima che diventino spaventose.
I bambini sanno che la Luna racconta storie meravigliose. Narra la follia di Orlando ed i mondi di Wells. Ma anche la fiaba di Pollicino e la sollecitudine cortesemente perversa di Biancaneve.
La Luna conosce i segreti dei pozzi e dei burroni, delle forre e dei dirupi.
Percorre il cielo, notte e giorno, satellite apparentemente inutile, fissando ogni anfratto.
Scava con i suoi occhi di alchimista e cerca il piangere d’un bambino perso o celato.
Appare – a questo bambino – la Luna nella cornice del pozzo e racconta quello che può narrare.
Le parole sussurrate di una mamma che accompagna il suo nanerottolo nel sonno.
Ma molto più sussurrate perché questa volta il sogno sarà più profondo di mai.

Il matrimonio di Sissi

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/02/2008

Sissi ha appena comprato il vestito da sposa.
Un acquisto importante.
Delicato.
E’ andata con la mamma.
Hanno discusso a lungo con le commesse.
Hanno visto tutti gli abiti possibili.
Sissi avrebbe voluto un vestito da principessa.
Di quelli che vendono al Disney store.
E’ uscita con un abito frugale.
Bello ma frugale.
Si sposa Sissi.
Lo deve fare da tanto tempo.
Lo ha desiderato a lungo.
Il suo amore è un principe azzurro.
Con porsche cayenna e cifre sui polsini slacciati.
Sissi lo guarda rapita.
Il suo è uno sguardo da Arianna, la principessa della Bella addormentata nel bosco.
Fa male Sissi.
Fa male e commuove nello stesso tempo.
Commuove perché è una bambina.
Arianna che sposa Filippo giocando con Barbie e Ken.
Fa male perché non ha capito come mai le fiabe finiscono con i matrimoni, senza mai conitnuare.
Non sa cosa c’è dietro il Vissero felici e contenti o i baffi bagnati di idromele di Pushkin.
Nel suo caso non è nemmeno difficile.
Basta soffermarsi e avere occhi per vedere il sudore dell’amante sulla giacca appena stirata del principe Filippo.
Due mesi prima del matrimonio.
In una cena dai futuri suoceri.

Impuniti

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/02/2008

imageNel giorno, in cui il Partito Democratico ha deciso di non candidare il Talleyrand di Nusco, anche il Partito delle Libertà della Michela Vittoria Brambilla ha fatto un importante annuncio.
Eccolo.
Non sarà candidato chi ha processi in corso.
E’ una affermazione importante.
Molto importante.
Se vogliamo un po’ qualunquista e costituzionalmente inopportuna: un processo pendente non vale come colpevolezza. Una persona può essere accusata ingiustamente ed in ogni caso è innocente, esattamente eguale a tutti gli innocenti, finché non è condannata con una sentenza passata in giudicato.
Ma molto più inopportuna e costituzionalmente spiacevole la puntualizzazione di Sandro James Bondi, l’ex sindaco comunista di Porcari, ridente località fra Altopascio e Lucca.
Bondi ha precisato che questa regola non vale per i processi di chiara matrice politica.
Non scandalizza tanto l’esclusione di importanti esponenti del Partito delle Libertà da un principio che nella sua essenza giustizialista si è già criticato.
No.
Non è questo.
Quello che disturba è che in questo modo si trasforma una candidatura in una convocazione dei comizi elettorali con finalità assolutorie.
E’ noto l’argomento di Berlusconi: non mi interessano le condanne dei giudici quando il voto dei cittadini mi assolve.
Questo argomento adesso diventa esplicito già prima del voto: mi candido perché il processo cui sono sottoposto ha natura politica, di talché se vengo eletto il corpo elettorale ha giudicato l’azione penale nei miei confronti come strumentalmente persecutoria.
Cazzo, verrebbe da aggiungere.
Ma non sarebbe elegante.

Il pedofilo da castrare

14 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/02/2008

IaconoIl fatto di cronaca è triste e noto.
Un disgraziato, con la faccia da disgraziato, ha violentato una bambina di quattro anni.
Lo aveva già fatto ed era stato condannato.
Forse lo aveva fatto di nuovo ed era in attesa di un processo di appello.
Era – legittimamente – sottoposto unicamente all’obbligo di firma, che ha assolto insieme alla sua vittima prima di stuprarla.
Forse è questa la cosa che colpisce di più.
Ma non è di questo che si discute.
Si discute, ne discutevano ieri sera in termini elettorali una leghista ed un candidato del partito democratico, della possibilità di castrare chimicamente i pedofili.
Come se fosse diverso il fatto del castrare per via chimica dal castrare per via chirurgica.
Fra la castrazione e la pena di morte vi è una affinità impressionante.
In entrambi i casi, lo Stato interviene sul corpo del condannato.
Fa della condanna una espiazione fisica.
E’ difficile non ricordare Beccaria: che cosa succede se ci si accorge che era innocente?
Ma soprattutto lo Stato può avere il potere di punire un uomo intervenendo sul suo corpo, sulla sua fisicità?
Per l’art. 27, Cost. le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
La stessa norma vieta la pena di morte se non nei casi previsti dal codice penale militare di guerra.
Castrare una persona è un trattamento contrario al senso di umanità.
E’ immaginare che questa persona sia semplicemente il suo organo sessuale.
Castrare una persona significa condannarla a morte.
Significa impedirle definitivamente di avere una vita sessuale.
E’ davvero singolare – singolare ed ipocrita – ritenere che questo signore non avrebbe violentato la sua piccola vittima se fosse stato castrato.
Il problema non è questo.
Il problema è che questo signore è stato scarcerato per decorrenza dei termini, ovvero che lo Stato non è riuscito a processarlo, ad arrivare ad una sentenza definitiva prima che scadessero i termini della custodia cautelare.
Ci sono dei processi che meritano delle corsie preferenziali.
Che devono essere celebrati prima che scadano i termini della custodia cautelare.
Non solo.
Questo signore era già stato condannato e detenuto per un reato simile.
Il problema è che la pena che ha scontato non è servita a nulla.
Che non è servita a rieducarlo.
Se la pena non riesce a rieducare il condannato devono – e possono legittimamente essere – adottate delle misure di sicurezza che gli impediscano di nuocere nuovamente.
Come è per il mafioso che non può tornare nel suo paese dopo avere scontato la pena.
I problemi sono questi, e molti altri, ma non si rimediano con la castrazione.
Castrare un pedofilo perchè lo Stato non sa rieducarlo o non riesce a processarlo nei tempi utili a salvare una bambina dalla sua follia è prendersi in giro.

Big Bamboo

14 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/02/2008

Lei è una anziana ragazza.
Poco più di cinquanta anni.
Portati con l’amarezza di una abbronzatura al neon.
Largotta.
Fasciata di tailleur gessati che dovrebbero snellirla.
I denti guastati da un antibiotico che rivelerebbe l’anagrafe anche se lei volesse o potesse nasconderlo.
Il rossetto troppo vivo.
Ha superato quell’età in cui gli amici provano ad organizzare cene per proporre incontri.
E’ entrata nella dimensione del Big Bamboo.
Parte – ogni anno di quest’epoca – per un tour caraibico.
O in Nord Africa.
O da qualsiasi altra parte: in Brasile, in Messico, in Giamaica, non è importante.
L’importante è poter scendere dall’aeroplano, correre verso una spiaggia, contrattare un corpo e lasciarsi stupire dal Big Bamboo.
Quindici giorni di follie al prezzo di un charter.
Quindici giorni per tornare abbronzata e sorridente.
Il volto come una latta che sta per traboccare.
Gli amici che non possono non chiedere del viaggio né fare a meno di sorridere quando risponde che al solito la cosa più difficile di un viaggio è lasciare gli amici che si sono conosciuti.
Eppure è una donna intelligente e si dura fatica a credere che possa far finta di non sapere che la sua felicità si apprezza in termini di cibo per una settimana e che lei per il suo "amico" non è che una bottiglia da riempire.

Coito ergo bus: i risultati

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/02/2008

La tramvia di Firenze ha guadagnato le prime pagine dei quotidiani nazionali.
Il senso della notizia è che un progetto urbanistico è stato – e non capita di frequente – oggetto di un profondo dibattito cittadino e di un voto popolare.
L’esito del voto merita alcune riflessioni.
Prima di tutto, il vero vincitore è stato l’elettore silente, ovvero quel sessanta per cento di elettori che non ha partecipato alla competizione.
Il significato della astensione in un referendum consultivo è una sconfitta sia del comitato per il si che del comitato per il no: chi non vota in un referendum consultivo non dice né si né no. Sta semplicemente zitto e questo significa che alla maggioranza dei cittadini non interessa la politica locale.
Questa è una sconfitta di tutti.
Massimamente della amministrazione comunale che avrebbe dovuto sollecitare la partecipazione al voto, in quanto esercizio di un dovere di solidarietà politica, invece di prendere parte attiva alla campagna referendaria e di sottolineare che l’esito del referendum sarebbe stato del tutto ininfluente per la realizzazione del progetto. Dire agli elettori che il loro voto sarà inutile significa scoraggiare la partecipazione alla competizione elettorale.
In ogni caso, il vero sconfitto è stato il Comune che non è riuscito a far passare le ragioni di un progetto che dovrebbe cambiare il volto della città.
Se si ricorda la campagna elettorale del sindaco Domenici, si ricorderà che il programma elettorale aveva al centro la realizzazione della tramvia.
La sconfitta della tramvia è stata una sua sconfitta.
Pesante e personale.
Non è un caso che il Sindaco non abbia commentato i risultati ed abbia lasciato questo compito a Matulli e Cioni.
Quello che spaventa, però, sul piano costituzionale, è l’affermazione del Comune: Al di là dell’esito, il progetto sarà comunque realizzato.
E’ una brutta affermazione perché la democrazia rappresentativa non può permettersi di ignorare le ragioni della democrazia diretta senza virare verso un totalitarismo della rappresentanza che è democraticamente molto insidioso: il referendum di Razzanelli è riuscito a mobilitare il quaranta per cento dei cittadini intorno al futuro della città, il che per chi ha pratica di strumenti urbanistici è una cosa straordinaria.
Il Comune dovrebbe valorizzare – e non ignorare – questa voglia di partecipazione.

Tombolino

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/02/2008

Mischia
Tombolino giocava a rugby.
Era tarchiato.
Tozzo.
Grosso.
Una cassettiera cresciuta male.
Portava i capelli lunghi, fluenti, quasi femminili.
Aveva una faccia da bambino.
Faceva il tallonatore.
Il suo ruolo era in mezzo alla mischia, esattamente al centro di sedici energumeni che spingevano.
Le mischie hanno un momento magico: l’inserimento della palla.
In quel momento, tutti spingono ed il tallonatore lancia la gamba in avanti cercando di artigliare l’ovale.
Tombolino stava per fare il suo dovere.
Ma non ci riuscì.
Urlò: Ohioi Ohioi Mi sento malissimo
E lasciò partire una terrificante scarica di mal di corpo.
Tombolino riempì tutti con una inondazione marrone e fetida.
La mischia si sciolse in un istante.
Fra le risate degli avversari e gli sguardi opachi dei compagni di squadra, Tombolino guadagnò lo spogliatoio.
La partita finì con un risultato che è difficile da ricordare.
Si ricordano tutti invece che Tombolino fu rincorso per tutto lo spogliatoio.
Afferrato e tappato con una bottiglia di bagno schiuma Vidal.
Nessuno lo ha più visto.
Anche se tutti sanno che fa il commesso in un negozio di sport.
Ma quella – per una pietosa convenzione – è un’altra persona.

Funerali

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/02/2008

Era un bambino meraviglioso.
Sveglio.
Simpatico.
Bello come un aprile napoletano.
Suo padre era anziano.
Scoprì di dover morire.
Di lì a poco.
Lo consegnò ad un amico.
Poche parole: prendine cura, guardalo crescere, aiutalo se puoi.
Morì.
Il bambino pianse tutte le lacrime che potevano uscire dal suo viso.
Lo seppellirono.
Il bambino chiese di restare solo con lui.
Qualche attimo.
Non più di qualche attimo.
L’amico del padre lo accompagnava.
Il bambino abbracciò la bara.
Come si abbraccia la mamma dopo un incubo.
Parlò al coperchio.
Poche parole. Infantili e spezzate.
Raccontava che l’Inter aveva comprato Berti, o qualcosa del genere.
Il padre sparì.
Sepolto dai fiori di una mattina di maggio.
Adesso, è sparito anche il bambino.
C’è un ragazzotto, ben piantato.
Vestito di sartoria.
Perfetto per un aperitivo al Colle Bereto.

Coito ergo bus

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/02/2008

Firenze è una città sonnacchiosa.
I fiorentini – ricorda De Sade – sono personaggi inquietanti, malsani, malaticci.
La politica locale di Firenze è triste: non c’è da stare allegri nelle stanze che furono di Lorenzo il Magnifico.
Sono ambienti che rinfacciano a chi li abita la grandezza dei suoi antenati.
Dei Medici, a Firenze, è restata una insana passione per i veleni, una politica obliqua, fatta di accuse personali, di comunicati stampa, di giochi di potere complessi e quasi alchemici.
Ora si discute della tramvia.
Un progetto faraonico che cambia il volto della città, per alcuni la ferisce, per altri la guarisce.
In ogni caso, è intimamente discutibile.
Ora l’oggetto della discussione è la propaganda istituzionale del Comune: i totem (si chiamano così) che l’amministrazione ha usato per difendere l’opera pubblica da chi la ritiene inutile e dannosa.
Un ricorso al tar li ha sterilizzati e l’amministrazione si è sentita lesa.
Ma non è difficile sostenere che una democrazia matura non usa gli strumenti dello Stato apparato per difendersi contro la democrazia diretta.
Non è difficile affermare che una amministrazione non può usare i denari di tutti i cittadini per scendere in campo a favore di una posizione politica che appartiene solo ad una parte della comunità che rappresenta.
Lo slogan che usa l’amministrazione è cogito ergo bus.
Come dire che chi non usa il bus è un idiota.
Io uso la bicicletta e non mi sento per nulla cretino.

Page 105 of 128«‹103104105106107›»

Ultimi Tweets

  • https://t.co/f3p1xGFuox Se Rousseau vota Draghi, M5S si divide e Meloni non è più sola per Copasir etc. 13:09:42 12 Febbraio 2021

Archivi

Segui @ProfStanco

RSS

  • RSS – Articoli

Articoli recenti

  • Sogno atipico (il sangue non mente)
  • I Cocci di Gelli
  • C’ero anche io? No: tu no (da Me too a Not me)

Categorie

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized

Interesting links

Besides are some interesting links for you! Enjoy your stay :)

Pages

  • Blog
  • Welcome

Categories

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized
© Copyright - ProfStanco - Wordpress Theme by Kriesi.at