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Un generale ***** (spigolando sull’alta amministrazione)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/12/2007

E’ facile ironizzare sul generale Speciale.
Basta il primo sfoglio dei giornali: voli a Capri per ragioni di servizio, spigole a Passo Rolle per migliorare la dieta dei finanzieri di montagna, gite a Marettimo, pellegrinaggi nei luoghi di Padre Pio e così via.
Può essere più complicato comprendere la sostanza di quello che sta succedendo.
Il tribunale amministrativo del Lazio ha ritenuto illegittima la revoca del generale dal vertice della Guardia di Finanza.
La nomina dei vertici della Guardia di Finanza, ovvero dei carabinieri, ma anche di qualsiasi ministero, è un atto di alta amministrazione: un provvedimento che non ha altra motivazione se non la fiducia del governo nel soggetto che è chiamato a garantire un retto raccordo fra la sfera politica e la sfera amministrativa.
Il Tribunale amministrativo del Lazio non ha toccato questo principio.
Non ha detto, insomma, che il governo non poteva revocare Speciale per ragioni che avevano per oggetto la fiducia nelle sue capacità.
Si è limitato ad affermare che il governo avrebbe dovuto seguire un procedimento maggiormente rispettoso del diritto di Speciale ad essere ascoltato.
Una affermazione giuridicamente molto banale: tutti i provvedimenti amministrativi hanno costituzionalmente bisogno che gli interessati possano far sentire la loro voce per essere legittimi.
Di conseguenza, se il governo ha fatto la figura del buffone, Speciale non è stato affatto riabilitato dal Tar Lazio: la santificazione del generale ha bisogno della Corte dei Conti che sta giudicando sul suo comportamento e sul danno che potrebbe avere causato allo Stato.
Altra e diversa questione riguarda le sue dimissioni.
Queste sono una tecnicalità interessante.
Speciale non può dimettersi da generale della Guardia di Finanza, perché non lo è più e non lo può nemmeno diventare: è un pensionato.
Il suo gesto, però, ha uno scopo molto preciso: se Speciale si dimette rinuncia ad essere reintegrato e fa venire meno l’interesse al ricorso che aveva proposto e che il Tar Lazio ha accolto.
Ma se il ricorso al Tar Lazio è diventato, dopo la sentenza, improcedibile per carenza di interesse, il governo ha perso l’interesse a proporre appello al Consiglio di Stato.
Speciale con le sue dimissioni ha semplicemente fatto in modo di rendere definitiva la vittoria in primo grado, sottraendosi al secondo grado di giudizio.
In pratica, si è comportato come un bimbo che dopo avere segnato un goal porta via il pallone per vincere la partita.

Una petizione

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/12/2007

Domenica sera, Biopoppa (http://biopoppa.splinder.com/) mi ha invitato a sottoscrivere questa petizione:

Il successo di Splinder è dato principalmente DAI VOSTRI utenti. In qualità di membro e coautore del successo di Splinder, in ottemperanza ai criteri di trasparenza e al mio diritto all’informazione, gradirei veder pubblicata una lista dei nomi con la qualifica professionale e la foto di tutti i membri dello staff di Splinder.
Certo di un Vostro favorevole riscontro ringrazio anticipatamente e porgo

Distinti Saluti.
 

Non mi sembra una iniziativa né logica né ragionevole.

Provo a spiegare perché.

Splinder non è un prodotto editoriale e, di conseguenza, non ha e non deve avere un direttore responsabile. Non esiste, e dal mio punto di vista non deve esistere, nessuno che controlla quello che viene postato, ma solo delle persone che tengono in piedi una piattaforma.

A me, non interessa sapere chi sono queste persone. Le ringrazio. Ringrazio il loro lavoro e le opportunità che offrono, ma non mi interessa sapere chi sono. Credo che abbiano diritto a non pubblicare il proprio nome, a lavorare in silenzio, a svolgere il loro compito senza che nessuno le interpelli su quello che stanno facendo.

In un certo senso, mi sembra lo stesso fenomeno che si ha con certe imprese americane: sul loro catalogo, viene pubblicato l’intero organigramma, con relative fotografie, così il cliente sa come si chiama e che faccia ha il magazziniere che non ha spedito in tempo il suo regalo di Natale.

Il problema, però, non è e non deve essere del magazziniere. E’ e deve essere dell’impresa che lo ha assunto e che gli ha chiesto (o consentito) di fare quello che ha fatto.

Noi tutti sappiamo che Splinder è una entità che fa parte del gruppo Dada e che il gruppo Dada fa parte del gruppo Rcs – Corriere della Sera.

Se abbiamo dei problemi con Splinder possiamo (e dobbiamo scrivere) a Splinder, a Dada o alla Rcs, senza rompere le scatole a un programmatore o a un grafico o a un responsabile di progetto.

In definitiva, noi non siamo ospitati da delle persone fisiche. Siamo ospitati da una persona giuridica ed è alla persona giuridica, alla corporation, che possiamo rivolgerci se vogliamo protestare o se vogliamo sapere qualcosa che non sappiamo.

Confondere il lavoro del dipendente con le strategie della azienda mi pare davvero un esercizio di cattiva logica.

Per amore di precisione, Biopoppa fa dei numeri su Splinder come se avesse scoperto dei grandi segreti. I numeri di Splinder sono tutti nei comunicati stampa di dada e sono davvero molto facili da trovare:

http://dada.dada.net/it/press_room/comunicati_stampa/homecontents.php?id=1491

Eros (luoghi comuni)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/12/2007

L’erotismo è fatto di molti luoghi comuni.
Le calze.
A rete.
Autoreggenti.
Con giarrettiere.
Il pizzo nero.
I guanti.
Le sottovesti.
Sono tutti luoghi comuni molto maschili.
L’immaginario femminile non si svela.
Sembra essere fatto di odori più che di immagini.
Sembra essere legato più all’essere viste che al vedere.

Patchouli

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/12/2007

E’ sempre stato chiamato Patchouli.
Giocava a rugby.
In mischia.
Alto, grosso, una faccia inquietante.
Praticamente identico a Java, l’uomo di Neandhertal che gira insieme a Martin Mystere.
Il soprannome, che credo nessuno abbia mai avuto il coraggio di pronunciare dinanzi a lui, aveva le sue radici nello spogliatoio.
In cinque anni che abbiamo passato insieme, non ha mai fatto una doccia.
Di qui, l’atmosfera di toro muschiato che lo avvolgeva come un avatar.
Adesso lo si vede spesso in chiesa.
Entra.
Si ferma al centro della navata per l’intera durata della cerimonia.
Più o meno esattamente nello stesso posto in cui vengono messe le bare durante i funerali e resta lì immobile finché la messa non finisce.
Nella stessa posizione e con la stessa aria con cui un giocatore aspetta al centro del campo la fine degli inni.
Grosso.
Leggermente curvo.
Le braccia lungo i fianchi.
Le gambe larghe.
La testa sfrontatamente alzata verso il prete, con i capelli lunghi  indossati come un nido di rondini.
Fa così da quando è morta sua madre.
Quella madre che lo venne a vedere una volta giocare.
Patchouli entrò alto in una mischia e un avversario gli tirò una gran manata sul viso.
Nel silenzio attonito che aspettava la reazione di Pathouli, la sua mamma urlò: No, è il mio bambino.
Tutti si misero a ridere.
Patchouli mi è tornato in mente leggendo che a Ponte a Elsa, non lontano da Empoli, hanno dovuto interrompere il campionato di calcio dei bambini perché i genitori bestemmiavano sugli spalti.
Se un babbo che bestemmia durante una partita di calcio è una disgrazia educativa, una mamma che dice "E’ il mio bambino"  durante una partita di rugby è un duro colpo alla reputazione.

Pari opportunità: come la legge può trasformare le donne in negri

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/12/2007

Sono quei provvedimenti che tendono a rimuovere situazioni di disparità fra uomo e donna: le quote rosa, la riserva di posti agli individui di sesso femminile nell’accesso alla pubblica amministrazione, e così via.
Hanno un fondamento costituzionale per quanto riguarda la materia elettorale.
Il nuovo art. 51, Cost. stabilisce che la Repubblica deve promuovere con appositi provvedimenti le pari opportunità fra uomini e donne (art. 1, legge cost. n. 1 del 2003).
Vi è una ragionevolezza intrinseca in questa previsione: la rappresentanza politica si deve scandire tenendo conto delle diverse sensibilità che caratterizzano l’universo maschile e quello femminile.
Vi è anche un rischio molto serio: le misure dirette a favorire un soggetto indipendentemente dai suoi meriti e dalle sue capacità ma solo per la sua appartenenza ad un genere rischiano di sfavorire i più meritevoli e capaci dell’altro genere.
E’ quello che succede negli Stati Uniti dove un individuo di colore non particolarmente dotato può accedere a campus di eccellenza dai quali vengono esclusi bianchi molto più capaci di lui ma che non dispongono di quote riservate.
Le quote rosa, poi, fanno sempre un pò sorridere: finiscono per rendere le donne molto simili a dei negri o a dei diversamente abili.
Dietro alle quote rosa, c’è molto più maschilismo di quello che può sembrare.
In alcuni casi, poi, diventano assolutamente grottesche.
E’ di oggi il nuovo regolamento che disciplina lo svolgimento dei concorsi per ricercatore universitario.
Il ministro Mussi ha ritenuto che le commissioni giudicatrici debbano essere formate in modo da rispettare una pari rappresentanza di entrambi i generi.
E’ davvero una norma solo retorica e priva di senso.
Non ha senso pensare che una commissione possa giudicare validamente e seriamente i titoli ed i risultati delle prove dei candidati solo se uomini e donne la compongono in eguale misura.
Quando faccio parte di una commissione non mi sento né un uomo né una donna.
Mi sento un commissario e mi piace immaginare di non essere influenzato dal sesso dei candidati o dal loro aspetto fisico.
In fondo, tutte le volte che si parla di pari opportunità, si pensa che ci sia qualcuno che dice: Si fa maschi contro femmine?, ma, passati i dieci anni, nessun individuo in possesso delle proprie facoltà mentali fa discorsi di questo genere.

Trenta chili

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/12/2007

La solita stanza bianca che si sforza di essere accogliente: mobili colorati da cure palliative.
Lei ha quarant’anni.
Fissa il vuoto.
E’ sola.
Aspetta.
Magra di una denutrizione malata che l’ha resa evanescente.
Trenta chili per un metro e settanta.
Cerchi di sorridere ai suoi occhi mentre ti oltrepassano.
Ti accorgi di conoscerla.
La conosci.
Conosci i suoi figli e anche la sua antica bellezza.
E le usi la pieta’ di cambiare stanza.

Chi li ha sciolti? (Il cognato Osvaldo)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/12/2007

Il cognato Osvaldo è un grande rompicoglioni.
La caratteristica essenziale del cognato Osvaldo, che non è mio cognato, è di essere un entusiasta assertore del controllo chirurgico delle nascite.
A trenta anni, il cognato Osvaldo si è operato con una vasectomia, ovvero si è fatto tagliare e legare i dotti referenti degli spermatozoi.
Ha anche convinto la sorella Annabella, che non è mia sorella, alla salpingectomia, che è la stessa cosa ma fatta alle tube.
Adesso hanno cinquanta anni.
Dicono di essere contenti.
Hanno un cane, Ulisse, o qualcosa del genere, che tengono come un figliolo.
Hanno anche un anziano padre che tengono come un cane.
Trattano il genere umano come se fosse composto esclusivamente da irresponsabili che non si prendono a cuore il problema della sovrappopolazione.
Il che mi starebbe assolutamente bene se vivessero come missionari.
Ma non è così.
Vivono per il loro cane e nonostante il loro anziano padre.
Il che mi ha sempre fatto pensare che il normale funzionamento dell’apparato riproduttivo sia un formidabile fattore di salute mentale.

Giuli-Anone

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/12/2007

Da anni, Luttazzi definisce Ferrara nei suoi spettacoli Giuli-Anone, ovvero il residuo di sperma e di cacca che resta sul lenzuolo dopo un rapporto anale.
Adesso è stato sospeso il suo programma perché ha suggerito come metodo per non pensare al dramma della guerra in Iraq l’immagine di Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in gola e la Santanché in completo sadomaso che frusta tutti i baccanti.
Ne è nata una polemica sul diritto di satira.
Forse non è una polemica che coglie nel segno.
Forse la questione non riguarda il diritto di satira ma il rapporto fra editore, direttore responsabile ed autori.
L’editore ha diritto di sviluppare la propria libertà di iniziativa economica nel settore delle comunicazioni prevedendo una linea editoriale.
Esattamente come il fabbricante di auto ha il diritto di decidere i modelli che intende proporre al mercato.
Non ci deve essere nulla di strano.
Come non ci deve essere nulla di strano se un editore decide di usare come modello editoriale l’assenza di una linea editoriale.
Nello stesso tempo, Ferrara, per quanto enormemente antipatico, ha il diritto di non essere chiamato Giuli-Anone in pubblico e di non essere evocato dentro una scenetta feticista.
Questo diritto è anche di Berlusconi o Dell’Utri, di Previti e della Santanché, ai quali probabilmente non ha fatto piacere essere immaginati mentre si sfogavano sul direttore del Foglio.
La satira che colpisce le persone è facile.
Ma è satira?
No, ricorda in bambini che prendono in giro i compagni con gli occhiali.
Non solo: se ci si pensa un pò, pare un esercizio piuttosto fascista.
Non si critica l’avversario per quello che pensa, ma per quello che può apparire e si usa il privato per demolire la sua immagine pubblica.

Sandra si sposa

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2007

Sandra si sposa.


Si vuole sposare in chiesa.


Ed ha trovato un giovane sacerdote disposto a somministrarle il sacramento.


Sandra ha cambiato sesso un certo numero di anni fa ed adesso e’ una non più giovane signora che convive con un coetaneo.


Che Sandra si possa voler sposare puo’ essere normale.


Che si voglia sposare in Chiesa, secondo il principio per cui i matrimoni civili sono feste tristi, e’ una sua scelta.


Ma che il giovane e sensibilmente mediatico sacerdote faccia di tutto questo un comunicato stampa e lo trasporti in televisione dopo averlo fatto trascendere dalla Nazione fino al Corsera, forse non e’ il massimo del buon gusto.


Prima di tutto, sono fatti di Sandra e del suo compagno.


Sono anche fatti lontani dal tema dei pacs e dei matrimoni omologhi: Sandra e’ sposata civilmente perche’ ha ottenuto la rettifica di sesso.


La sostanza della questione e’ se la chiesa cattolica puo’ considerare il matrimonio religioso un fatto necessariamente eterosessuale.


Mi pare – e lo dico molto laicamente – che questo diritto le debba essere garantito.


Il resto mi pare siano chiacchere che forse non fanno nemmeno troppo bene ad una persona che probabilmente ha gia’ avuto abbastanza da soffrire per le parole spese inutilmente su di lei e le sue scelte.

il cilicio in Senato

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2007

Si dice che la senatrice Binetti porti il cilicio.


Si dice anche che sia affiliata alla opus dei, organizzazione piuttosto complessa da decifrare nelle sue incursioni politiche.


Si dice che spesso sul suo voto pesi l’influenza della conferenza episcopale, organismo che non dovrebbe avere molto a che spartire con la dialettica politica repubblicana.


Secondo taluni le opinioni religiose della Binetti potrebbero essere utili al partito democratico: la sfera laica potrebbe essere arricchita dal sentimento religioso se il sentimento religioso fosse disposto a lasciarsi arricchire dalla sfera laica.


In realta’ dispiace essere costretti ad osservare che non puo’ essere cosi’.


La Binetti fonda il proprio sentimento religioso su una opzione trascendente. Su una posizione originaria che si fonda come “vera” e che e’ autoreferente.


Il pensiero laico e’ necessariamente debole nelle sue opzioni finale: crede al dialogo più che alla verita’.


Il partito democratico non puo’ ospitare la Binetti più di quanto possa ospitare un integralista islamico perche’ non puo’ ospitare posizioni originarie illiberali.


Forse nemmeno il Senato la dovrebbe ospitare.


E dispiace dover rilevare che posizioni di questo genere suonano molto più vicine al fascismo che non ai nobili padri della Costituzione.

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