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La censura anoressica

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/11/2007

Ieri La7 ha pubblicato un servizio sulla anoressia.
Indubbiamente l’anoressia è un problema molto grave.
Una malattia insidiosa, che peggiora inevitabilmente, perché riduce giorno per giorno ogni difesa del malato.
Per La7, un ruolo significativo nella patologia sarebbe dei blog.
Le ragazze anoressiche troverebbero grazie al social networking una motivazione ulteriore per convincersi del proprio atteggiamento di odio verso il cibo.
Anche Splinder è affollato di blog anoressici.
L’idea della Melandri, onnipresente, è il controllo dei contenuti da parte del provider, secondo il modello spagnolo:

(ANSA) – MADRID, 21 NOV – L’agenzia spagnola per la qualita’ di Internet ha ottenuto dalla Microsoft la chiusura di 4 blog che incitavano all’anoressia e bulimia. Le pagine personali erano ospitate in Microsoft Windows Live Spaces. Santiago Ramentol, presidente dell’agenzia (Iqua), si e’ detto ‘molto soddisfatto’ perche’ le pagine consigliavano alle ragazze come perdere radicalmente di peso. E’ la prima volta che un’impresa che fornisce pagine personalizzate accetta una richiesta di questo tipo.

Non sembra possibile essere d’accordo.
Per due ordini di ragioni.

Prima di tutto, la libertà di manifestazione del pensiero è un valore fondamentale di ogni democrazia.
L’idea – apparentemente innocente – della censura di un blog, come di un giornale, come di una emittente, per motivi che riguardano il contenuto del pensiero pubblicato è aberrante.
Le ragazze anoressiche hanno il diritto di manifestare le loro opinioni.
Esattamente come chiunque altro ha il diritto di criticare queste opinioni.
Il problema non è la censura delle opinioni espresse da un malato, ma la critica di queste opinioni, attenta, puntuale, ma anche serena e rispettosa del suo punto di vista.
Lo Stato non può chiedere ad un media di censurare le opinioni degli autori.
Deve vigilare perché queste opinioni possano confrontarsi con opinioni diverse, in un dialogo serrato e costruttivo.
E’ ipocrita pensare che censurare un blog "malato" aiuti a superare la malattia.
Semplicemente la nasconde.
Ma questo non è un successo.

In secondo luogo, l’editore di un blog non è l’editore di un giornale.
I blog non hanno un direttore responsabile della linea editoriale.
I blog sono incompatibili con qualsiasi linea editoriale.
Chi scrive questo post non ha nulla a che vedere con molti altri blogger di Splinder.
Non sarebbe mai pubblicato dallo stesso giornale. E nemmeno lo vorrebbe.
L’idea di un controllo da parte del provider che cura l’hosting di un portale di blog è agghiacciante.
Significa trasformare l’idea di una comunicazione liberamente anarchica, ma anche perfettamente compatibile con i valori costituzionali della libertà di manifestazione del pensiero, in una testata giornalistica.
La blogosfera, se così si può chiamare, offre ai suoi frequentatori la possibilità di esprimere liberamente opinioni che difficilmente troverebbero un altro strumento per emergere.
Questo è uno straordinario passo in avanti nella affermazione di una coscienza collettiva democratica.
Ed è del tutto incompatibile con qualsiasi idea di controllo dei contenuti da parte dei provider.
L’unico controllo che può e deve esistere sono i commenti e il numero delle pagine viste.
Qualsiasi altro controllo adombra una idea di Stato etico che spaventa, perché intimamente fascista.

La bottega dell’antiquaria (appunti di economia fedifraga)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/11/2007

La bottega dell’antiquaria è un luogo molto tipico.
Dentro c’è una antiquaria.
Ma potrebbe esserci anche una disegnatrice di fiori di carta, una modellatrice di crete, una decoratrice di interni, una intrecciatrice di bigiotteria.
E mille altre cose inutili.
Di solito, la bottega dell’antiquaria non va bene.
Non può andare bene.
Vende cose già viste a prezzi carissimi.
Cose inutili e dal costo volgare.
Ci si domanda che cosa c’è dietro.
Qualcuno particolarmente scafato potrebbe pensare ad una lavanderia di denaro sporco.
Ma sarebbe troppo spregiudicato.
No.
C’è un marito.
Un marito che si è rotto le palle della moglie.
Che ha bisogno di trovarle qualche cosa da fare.
E che pur di non averla fra le scatole le paga i conti, ripiana il bilancio di fine anno, va dal commercialista, etc.
Guarda i suoi denari uscire dal portafoglio con un misto di rabbia e di gratitudine.
La bottega dell’antiquario è un perfetto esempio di economia fedifraga: l’utile (o meglio: il ristorno) è una moglie silente e grata.

Chi li ha sciolti? (Cioni ti odia)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/11/2007

Immag049Cioni è di Empoli.
Ma fa il politico a Firenze.
Ha un bel piglio.
Molto autoritario.
Ricorda di essere stato comunista, anche se non è sempre evidente.
Attualmente è un campione dell’ordine pubblico.
Si è già narrato del suo ruolo contro i lavavetri ed anche del fatto che la sua immagine è stata appesa ad una macchinetta che fotografa le infrazioni, con immediata apertura delle indagini da parte della Digos (nulla di meglio da fare? viene da domandarsi).

CioniSceriffo
Ora un qualche burlone gira con la vernice di notte e riempie i muri della città con la effige di Cioni.
La sua occhialuta pelata fissa i passanti.
Assomiglia al Benefattore di Zanjatin.
Durano poco.
Pochissimo.

Immag050Subito dopo essere dipinto, Cioni ha la forza di essere cancellato.
Sta diventando difficile trovare un Cioni ti odia senza qualcuno che lo copre.
Cioni fa paura.
Nessun proprietario di mura cittadine vuole essere considerato il complice di questa diffamazione.
Sicuramente vietata dalle norme di polizia.
Ma ci sono cose peggiori.
Molto peggiori.

A me, il Cioni ti odia di questi giorni mette di buon umore.
Dissacrare i potenti è una straordinaria forma di democrazia.

Stiven – Un disgraziato

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/11/2007

Stiven ha i piedi particolarmente lunghi.
Quando era piccolo, sua madre, che lo vedeva con gli occhi di madre, diceva: No, è normale, è solo che ha i piedi un pò troppo lunghi.
Non è cresciuto bene.
Per nulla.
A partire male, ci aveva pensato da solo.
La sfortuna ha pensato al resto.
I suoi genitori sono morti quando aveva quattordici anni.
Lui è rimasto con un fratello di una venticinquina di anni.
Si è appassionato ai baracchini: ci passava le giornate.
Intere giornate a urlare dentro una radio, senza accorgersi che il suo tono di voce, il suo modo di accavallare le parole, il suo modo di inciampare nei discorsi senza più riuscire a rialzarsi lo rendeva grottesco.
L’inverno capitava che il fratello avesse bisogno della casa libera per ragioni di carattere sentimental-igienico e Stiven veniva chiuso in terrazza, a notti intere, con la sua radio, a far finta di essere felice, che tutto andasse bene.
Ha trovato lavoro come facchino.
In un albergo di penultima categoria.
In estrema periferia.
Uno di quegli alberghi che le prostitute vicino al fondo della loro scala merceologica usano per incontrare i clienti.
Sitven è diventato un puttaniere convinto.
Con la sua bocca perennemente aperta, un filo di saliva che scende verso il mento, i capelli unti, la pelle piena di brufoli.
Sempre più grottesco.
E’ diventato difficile frequentarlo.
Parlava solo delle sue amiche.
Ci metteva ore e donava una angoscia terrificante.
Si è trasformato nella polvere che una colf pigra nasconde sotto il tappeto.
Invisibile.
Stiven adesso è in prigione.
Dicono che abbia violentato una bambina.
Non è improbabile.
Ieri, in centocinquantamila, hanno marciato anche contro di lui.
Forse non lo meritava.
Forse continua ad avere bisogno di una riflessione un pò più approfondita.
Forse se la sua mamma non avesse pensato che il suo problema fossero i piedi troppo lunghi, se qualcuno la avesse aiutata a capire quel figliolo sfortunato, se il fratello fosse stato un pò meno crudele, Stiven adesso sarebbe una persona ragionevolmente felice.

Spogliatoi (uccellacci e uccellini)

18 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/11/2007

Si è già parlato degli spogliatoi maschili.
Si sono descritti come un luogo dello spirito.
Non si è detto però che gli spogliatoi possono essere dei momenti di straordinario training autogeno.
Trovarsi sotto la doccia con un disgraziato dalle dimensioni di un mammifero marino in tutto ma con un bottone da loden al posto del pisello è una di quelle cose che rendono la giornata migliore.
Decisamente.
Se la media sono tredici centimetri, non esistono solo gli attrezzi da palestra del pisello negro, ci sono anche quelli che si governano con le pinzette da ciglia.
E mettono di buon umore.

La ragazza del lago (pensieri cinici)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/11/2007

La prossima volta che ti resta un biscotto di traverso, ti lascio soffocare.

P.s.
Se ci sono dei film che devono essere vietati ai minori di anni 18, ci sono altri film che dovrebbero essere vietati a coloro che hanno figli minori di anni 18.
Non puoi passare una serata a vedere un padre che uccide il figlio perché non riesce più a sopportare il suo pianto e tornare a casa sereno.
Uno dovrebbe essere avvertito prima.

Un complotto piduista

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/11/2007

Per Fedele Confalonieri, la scoperta di un network di condivisione mediatica fra Fininvest e la Rai della scorsa legislatura è un complotto piduista.

Dall’elenco degli iscritti alla Loggia P2, agli atti della Commissione parlamentare di inchiesta:

Berlusconi Silvio, Milano, industriale, Tessera 1816, codice E.19.78 [E = socio effettivo; 1 = fratello massone; 9 = ramo di attività, enti vari; 78 = data di iscrizione], gruppo 17, fascicolo 0625. Versamento per quote 1978 L.100.000 con ricevuta del 5 maggio 1978, n. 104, barrato giallo.

Chi è che fa i complotti?

Chi li ha sciolti? (a vita bassa)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/11/2007

Le mutande parlano molto di chi le indossa.
Ed i pantaloni a vita bassa rivelano subito ciò che le mutande raccontano.
Ma non sempre lo si vorrebbe scoprire.
Per fortuna sembra che a New York siano passati di moda.
Sono stufo di vedere ciclopiche chiappe separate da microscopici fili, quando dovrebbero mettere solo mutandoni di filanca azzurra.

Il pipi di Berlusconi e la ghigna di Di Pietro

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/11/2007

Ballarò, 20 novembre 2007.
Ci sono Di Pietro, Antonio Padellaro, la_Melandri (è tutta una parola), la_Santanché, Tabacci, Bonanni.
Tabacci si offre a Di Pietro, con fare ammiccante, per la costruzione della cosa bianca.
Di Pietro si compiace vigorosamente.
stor_11650478_34090 Viene afferrato da uno sturbo di coscienza e si sente in dovere di precisare che lui sarà l’ultimo giapponese a difendere il governo Prodi, che pur di non farlo cadere si taglierà la mano destra, che agita dinanzi alla telecamera, come Muzio Scevola davanti a Porsenna.
Si accorge di avere esagerato per la seconda volta: se è così fedele perché accetta di andare sotto braccio con Tabacci? E dice: Vedete, io non ce la faccio più a vivere una maggioranza così. Io voglio stare con persone che vogliono fare, con persone serie.
Si sente in dovere di precisare che sulla fedeltà della Italia dei Valori nessuno può dire nulla, che Turigliatto è stato eletto con i voti di un altro alleato.
Scoppiano applausi a scena aperta.
Davvero impossibile non restare stupiti.
Passi che quando Di Pietro ricorda il disegno di legge Grillo sui parlamentari condannati o indagati nessuno gli rammenti di Gorrini e Osvaldo Rocca: sono più di dieci anni e sarebbe di cattivo gusto rinvangare le indagini di Biondi, che non è stato certo il più impeccabile dei guardasigilli dell’Italia repubblicana.
Ma che quando parla di Turigliatto, nessuno gli ricordi di De Gregorio è davvero singolare.
00022731Il lombrosianissimo senatore De Gregorio, noto per avere sottoscritto assegni scoperti, che non è più un reato ma nemmeno una bella abitudine, successivamente trovati in casa di  un camorrista, indagato per riciclaggio, e che è stato eletto nella Italia dei Valori e ha subito voltato gabbana per diventare presidente della commissione difesa del Senato, davvero non lo ricorda nessuno?
Davvero nessuno ha voglia di rinfacciare a Di Pietro che il primo Turigliatto è stato De Gregorio (e con molta meno dignità, oserei dire)?
Era una battuta facile e scontata.
Ma nessuno ha ritenuto di provarla.
Non la Melandri, che ha bisogno di tenerselo buono.
Non Tabacci, che se lo vuole portare al caldo dentro la cosa bianca.
Non la Santanché, che non lo  vuole nemico.
Insomma, nessuno era smemorato, ma il pipi di Berlusconi spinge forte e costringe tutti a corteggiare il senatore Di Pietro anche a costo di apparire completamente idioti.
Di là, dal miliardario ridens, Califano guidava gli etero contro i gay, dicendo che lui non si approfitta delle donne, ma sono le donne ad approfittarsi di lui.
In un altro momento, avrei sollevato le sopracciglia in un moto di sorpresa e disappunto.
Non in quello: Tabacci, Padellaro, Melandri e Santanché (per tacere di Bonanno) hanno fatto impallidere anche la faccia di bronzo del Califfone.

Un cucciolo

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/11/2007

E’ appena nato.
Ancora non sa sorridere.
Forse non saprà mai sorridere.
Non ci vede nemmeno.
Solo un fagotto che trema nella polvere della strada.
Chiuso con altri cuccioli dentro ad un sacco a pelo.
Circondato – foto su foto, carezza su carezza – dal falso affetto dei passanti.

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