12/02/2019
Un momento complesso nella vita di un genitore è quando una figlia rientra da scuola con la notizia che il padre è atteso a colloquio da un professore.
Il professore nel caso di specie è il professore di italiano.
Il padre si presenta nel giorno e nel luogo fissati travestendosi da persona seria.
Ovvero indossando un vestito e un panciotto perfettamente adatti al grigio degli anni cinquanta.
Il professore parla a lungo.
Difficile non distrarsi.
Poi arriva al dunque:
Sua figlia disegna mentre spiego
Il padre si scusa perché la figlia, in questo modo, ha tolto di rispetto al professore e alla materia che questo incarna.
Poi, però, aggiunge che anche lui insegna, anche se all’università e perfino da qualche anno in più del professore. Che una volta gli è capitato di vedere uno studente che scriveva con grande foga sul suo tablet. Che si era avvicinato per vedere come mai avesse tanto da scrivere e quando gli era arrivato dietro si era accorto che lo studente stava chattando su Facebook.
Vede – conclude il padre – non ho pensato che lo studente fosse maleducato. Ho pensato che non ero riuscito ad interessarlo e che ero stato molto ingenuo a pensare di avercela fatta.
La colpa se gli studenti non ti seguono è solo tua ed è davvero molto stupido pensare di ottenere l’attenzione con una nota o un urlo.
Questo, naturalmente, il padre lo ha solo pensato perché dirlo non era davvero proprio il caso.