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La pietà della morte

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/08/2015

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La pietà della morte
La pietà della morte non è la falce che rapisce il respiro
La pietà della morte non è il sonno che smarrisce la memoria
La pietà della morte è la carezza con cui uccide il viso, lo trasforma, come un fiore portato via dalla corrente
Che dopo un istante non è più lui.
In questo, la morte è davvero pietosa: se rapire sarebbe crudele, rapire carezzando è quasi amore.

Giardini perdutamente dimenticati

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/07/2015

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Giardini perdutamente dimenticati
Non ci sono giardini proibiti.
Non esiste un Dio che maledice e scaccia, che giudica il valore di una obbligazione a contenuto negativo e del suo adempimento.
Esiste la terribile e tutta umana capacità di dimenticare, di smarrire idee e sentimenti, di perdere anche il più lontano ricordo di avere posseduto.
È questo l’Eden, non un giardino perduto, ma un giardino dimenticato.
Che torna, ogni giorno, in quelle ore lontane da tutto in cui la città dorme il sonno sporco e profondo dell’ultimo, in cui nessuno passa, in cui le strade riescono ancora a profumare di vento.
Quelle ore in cui la città sembra fare ritorno alla campagna, in cui le case paiono scomparire scandendo le ombre e poderi, casali, ruderi appaiono con le prime ore del mattino.
Le si riconoscono quelle ore dal canto degli uccelli, dal loro vibrare tentennando e invisibile.
Cantano il giardino dell’Eden che loro non hanno dimenticato e che in quelle ore con la mansueta dolcezza di un usignolo e la coraggiosa irriverenza di una rondine di nuovo appare.
Ma non per noi.
Noi lo abbiamo perduto per sempre quando abbiamo dimenticato.

Primi morsi

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/06/2015

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Primi morsi
Gli eterni attimi in cui si é abbastanza grandi da avvedersi della nudità del proprio seno e abbastanza piccoli da coprirla con un costume a fiori.
Gli eterni attimi in cui la mela di Adamo é stata appena mordicchiata e non é ancora finita.

USB C air (?)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/06/2015

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Il computer è sempre più piccolo.
L’adattatore in compenso sembra un albero di Natale.

Non è più il Consiglio di Stato di una volta

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/06/2015

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E d’altra parte anche io non sono un avvocato come lo erano quando si potevano chiamare avvocati.
(In Sesta Sezione, una ciotola che fu di pasta al pesto ingombra l’anticamera del Collegio)

Come pomodori nell’orto

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/06/2015

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Come pomodori nell’orto
Ci sono giorni in cui se ti giri e ti rigiri non li riconosci più.
Per come sono cresciuti nella notte del tuo sguardo.
Nella frescura della distanza.
Come pomodori nell’orto un giorno, il giorno, della Primavera.

Leone

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/05/2015

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Leone, lo chiamava il suo babbo, perché era un leone in gabbia ovunque si trovasse.
A scuola, ma anche sul campo da calcio e perfino sul pratone dell’Olmo, che è davvero grande e per quello che allora era un bambino delle elementari conteneva Far West e Yukon, confinando i mari del sud e il Peloponneso di Ulisse.
Si staglia ancora oggi in questa sala d’attesa per nulla sterile, sporca di vecchi, di piscio di vecchi e donne incinte.
Come uno scoglio quando la tempesta lo copre e si richiude in se stesso per non affogare, per respirare gli ultimi fiati di schiuma.
È nelle Urgenze, che significa un tumore, un malaccio, una terapia biologica, un troiaio che leva il sonno e strappa i capelli sotto il cappellino che è la divisa di questa porzione di dolore.
Leone: un cazzo, pensi mentre lo copri di quell’oblio che è pietà e sudario distogliendo lo sguardo.

L’uomo delle scale (primo maggio)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/05/2015

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Tecniche di abbordaggio

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/04/2015

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Le piace.
Le piace ma non lo conosce.
**io gli vado accanto e faccio finta di aspettare qualcosa
***Eppoi?
**Eppoi da cosa nasce cosa…

Leghorn Blues

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
23/04/2015
 Un passato di musicista. Di quelli che Gianni Morandi è una frontiera e i Jefferson un miraggio.
Un presente di parrucchino tinto all’henné. E di serate all’Old time, il piano bar del Maroccone. 
Insopportabile, se non fossimo a Livorno e tutto non avesse il sapore di sudore, alghe e merda di un cacciucco sui fossi. 
Racconta. 
Come fosse ieri. 
Di essere stato a Parigi. 
Di avere suonato con Max Roach. 
Che alla fine di una sessione infuocata, Roach gli  avrebbe detto Deh, ma lo sai che suoni bene…
Che lui avrebbe risposto Deh, me lo scrivi che sennò  non ci crede nessuno. 
E non si accorge che tutta la sua vita è in quel Max Roach che dice Deh, ride_ride_ride, beve mentre si infila una bottiglia nei pantaloni perché lui è uno spiritoso, e rutta come un nano. 
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