Venerdì_luglio_Splinder
Aria di piazza vuota.
Medina abbandonata.
Piacevole.
Aria di piazza vuota.
Medina abbandonata.
Piacevole.
Un sito.
Un sito di donne che si toccano.
Mostrandosi.
Il prezzo è in crediti: 700 crediti, il cellulare; 30, la stanza privata; [•] per le foto amatoriali.
Non c'è nulla di male.
Arrotondano.
Mica vendono il proprio corpo?
Si fanno solo vedere.
Fanno vedere quello che si vuol vedere.
Basta.
Tutto qui.
E ci compri il cellulare nuovo che il vecchio si è rotto.
Il plasma da 56", che è tanto lo desideri.
Che ci pigli un paio di jeans in più e, magari, ci paghi la pizza per il figlio, che stipendio e alimenti non arrivano al 27.
Tutto qui.
Un modo tranquillo per sbarcare il lunario, magari piacevole.
Forse il problema non è morale.
Non è se vendere la propria immagine sia come vendere il proprio corpo.
Il problema è sociale.
Che una donna che si mostra per 30 crediti, non lo fa per piacere.
E non riesco a non pensare che non si senta umiliata con un tipo che le chiede se vuole essere "addestrata".
Il problema è che anche il sudore della prostituzione è sudore e merita lo stesso rispetto del sudore in catena di montaggio.
Forse di più.
Il problema è che magari quel qualcuno che fa da intermediario fra chi guarda e chi è guardato, quel qualcuno che gestisce la piattaforma di interconnessione fra domanda ed offerta, trattenendo un prezzo per il proprio servizio, si chiama magnaccia.
Quel qualcuno lì di rispetto non pare ne possa meritare nessuno.
Ma proprio nessuno.
Chi scrive è fermamente convinto della innocenza di Dell'Utri.
Non tanto perché crede che i misteri della trattativa fra servizi segreti deviati e mafia siano dolorosi ed inesplicabili.
Non solo perché le dichiarazioni di Ciancimino jr. sul "papello" sembrano davvero singolari al buon senso comune.
Nemmeno perché il pentito Spatuzza è stato smentito dai fratelli Graviano e le dinamiche del pentitismo possono allontanare assai dalla verità storica delle cose, creando una verità processuale che potrebbe essere molto più mafiosa della mafia stessa.
Ma perché crede ed è convinto che sia naturale per un italiano, per qualsiasi italiano, aiutare gli amici e lavorare come trait d'union fra di loro.
Perché crede ed è convinto che la finanza si fa nei salotti molto più che nelle borse valori e che a casa sua uno può invitare solo chi conosce.
Perché crede ed è convinto che se un uomo di mondo è amico di altri uomini di mondo, tutti assieme si comportano da uomini di mondo.
Questo però non si chiama mafia.
Si chiama natura delle cose.
Per queste ragioni, chi scrive è fermamente convinto della innocenza di Dell'Utri e forse anche dell'eroismo di Mangano.
Ne è fermamente convinto e se ne vergogna.
Come è convinto che il nostro Stato non abbia bisogno di sentenze che arrivano dopo sette anni dall'inizio del processo per combattere contro tutto questo.
Ha solo bisogno di vergogna e di indignazione.
Bimba Piccola si pone un problema classico: Come nascono i bambini.
Il padre cerca di spiegarlo, approfittando della assenza di pudore del nido.
–> Come nascono i bambini?
–> Beh, i bambini nascono dalla passerina …
Sgomento preoccupato e ripresa del gioco con la immancabile Barbie bicicletta
–> Come entrano nella passerina?
–> Nella passerina non entrano i bambini, entra il pisellino e lascia un semino …
Risposta idiota del padre, che pensa ai suoi genitori ed al fatto di non avere mai capito che cosa fosse il semino finché non ha avuto la prima erezione.
–> Ma, babbo, se il pisellino entra nella passerina, dopo come fai a riprenderlo?
–> Via, leggiamo un libro …
L'osservazione finale del padre, che, fra sé, pensa come in effetti talvolta non sia per nulla facile riprenderlo.
Nessuna simpatia per il ministro Brancher.
Un senso di grave fastidio.
Per un ministro nominato in assenza di una delega precisa.
Per l'uso del legittimo impedimento che in assenza di una delega precisa non può essere giustificato.
Sul piano costituzionale, è il Presidente della Repubblica che ha la responsabilità politica di nominare il Presidente del Consiglio dei ministri, ma è questo che ha la responsabilità politica di nominare i ministri.
Nel caso dei ministri con portafoglio, ovvero dei ministri la cui esistenza è fissata da norme di legge generali ed astratte che individuano il dicastero e le relative competenze, la responsabilità del Capo del governo riguarda solo la persona scelta a ricoprire una carica.
Nel caso dei ministri senza portafoglio, la responsabilità del Capo del governo riguarda anche la delega che lo stesso conferisce al ministro e che deve essere giustificata da una esigenza politica concreta e ben delineata.
Qui, questa esigenza non risulta con chiarezza.
La delega al ministro Brancher è cambiata molte volte nei giornali e non è mai arrivata sulla gazzetta ufficiale della Repubblica.
La delega del ministro senza portafogli è la misura delle sue attribuzioni, la quota di potere di governo che gli viene trasferita dal Presidente del Consiglio dei ministri.
Senza questo atto, non si può parlare di legittimo impedimento perché non si sa che cosa impedisce al ministro di compiere il suo dovere di cittadino e presentarsi in tribunale o lasciare che il tribunale svolga il suo compito senza la sua presenza.
Di qui, il grave fastidio per un pasticcio di bassa politica collegata al dialogo/scontro fra PdL e Lega, nelle immagini più ottimistiche, alla necessità di evitare processi imbarazzanti per l'intera compagine di governo, nelle visioni meno celesti.
Ma il Capo dello Stato non ha alcun potere di pronunciarsi sulla esistenza del legittimo impedimento.
Il legittimo impedimento è stabilito da una legge (n. 51 del 7 aprile 2010) che egli ha promulgato e che promulgano ha consegnato alla magistratura che dovrà farne applicazione.
Sono i giudici che devono giudicare del legittimo impedimento dell'imputato Brancher a presenziare alle udienze in cui è giudicato, senza che il Capo dello Stato possa intervenire.
Ferruccio De Bortoli, sul corsera di oggi, sottolinea che il Capo dello Stato ha molto apprezzato l'intervento di Ainis sulla Stampa di sabato 26 giugno.
Ainis è un costituzionalista molto serio e molto attento.
Ma il suo intervento è particolarmente criticabile: si legge che il Presidente della Repubblica è custode di valori etici e che, siccome presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, può fornire alla magistratura stessa l'avallo per l'interpretazione costituzionalmente preferibile di una disposizione di legge.
E' un modo pericoloso di guardare al ruolo del Capo dello Stato, che in questo modo diventa una magistratura politica in grado di influenzare le magistrature giudiziarie.
Il fatto che il Capo dello Stato veda con favore questa intepretazione del suo ruolo è un messaggio preoccupante, il messaggio di una carica dello Stato in forte avanzamento verso (e contro) altre cariche dello Stato che dovrebbe fronteggiare in una posizione di equilibrio, ma che non dovrebbe accerchiare con il peso della propria irresponsabilità politica.
Tutto questo è molto pericoloso e dovrebbe essere visto con estrema preoccupazione da sinistra, perché i presidenti della repubblica hanno il vizio di non essere giovani e potrebbe essere questa legislatura ad occuparsi della sua sostituzione: un Napolitano forte è un atout delle sinistre, ma il prossimo capo dello Stato potrebbe non essere di sinistra e sicuramente si approprierà dei progressi compiuti da Napolitano nella conquista del potere politico concreto.
L'irritualità del Capo dello Stato rende meno antipatico il povero Brancher, che non si trova in una bella situazione, anche se, con un bel colpo di orgoglio, riesce a agganciare il premio del ministro più law cost della storia repubblicana, dichiarando che è perseguitato a causa di Lippi e della pessima figura della nostra nazionale.
Per fortuna, la destra si sa fare male da sola.
Perché in questo caso, la posizione di Napolitano fa male davvero.
Alla democrazia, complessivamente intesa e non solo a Brancher.
La Fiat ha vinto il referendum di Pomigliano, senza raggiungere il plebiscito auspicato.
Il governo ha il primo ministro della storia repubblicana cui vengono cambiate le deleghe fra designazione e nomina, il che pare abbia suscitato qualche perplessità persino nella maggioranza grigioverde ed ha spinto il Quirinale ha affermare l'inesistenza di un legittimo impedimento per l'ex sacerdote.
La fine della Coppa del Mondo si avvicina, e sono escluse le due finaliste della precedente edizione.
Bill Cosby è morto su twitter ed è risorto nella vita reale, o viceversa.
Insomma, è stata una settimana delicata.
Finché due tizi non si sono decisi a cedere il loro intimo usato, anche per più giorni, con un apposito blog su splinder.
Ed è diventata una settimana del cazzo. Tipicamente intesa.
Sera, lettura ad alta voce dell'Orlando Furioso.
Il Mago Atlante che combatte Bradamante, Ruggiero che incontra Astolfo sull'isola di Alcina.
Bimba Impertinente si appassiona e si stringe:
–> Babbo, posso sognare Bradamante?
–> Certo, piccola, puoi pensare a Bradamante mentre ti addormenti e, forse, la sognerai
–> Babbo, sai che una volta ho sognato una tigre che mi inseguiva?
[E' appena terminato il racconto raccontato delle storie della giungla]
–> E tu che facevi?
–> Io scappavo, scappavo, scappavo … Poi sono arrivata a casa e mi sono salvata …
All'età di Bimba Impertinente, basta arrivare a casa per salvarsi.
A casa, non può succederci nulla di male.
E' bello.
E' bello essere parte della casa che salva B.I.
Ma soprattutto accorgersi che quella casa salva anche il babbo.
In un modo sottilmente diverso e, forse, ancora più profondo.
Fiat e sindacati hanno discusso del futuro di Pomigliano d'Arco.
I sindacati hanno – a maggioranza – accettato il Lodo Marchionne.
Che è un lodo crudele ma non irragionevole: Fiat accetta di investire in questo sito industriale – per il futuro di questo sito industriale – solo se i lavoratori si impegnano al rispetto di un accordo integrativo che rende infrazioni disciplinari le violazioni dello stesso.
Come dire: (i) Fiat si può liberare dai propri impegni di investimento se l'accordo integrativo raggiunto con i lavoratori viene violato; (ii) la violazione da parte di un lavoratore agli impegni assunti con l'accordo integrativo, con particolare riferimento al divieto dello sciopero degli straordinari ed alle misure contro l'assenteismo, può essere valutata come infrazione disciplinare.
La prima disposizione – cd. clausola di responsabiità – non è irragionevole: gli impegni contrattuali di una parte sono naturalmente collegati agli impegni dell'altra parte in un rapporto di mutua implicazione per cui se una parte non adempie, neppure l'altra può essere costretta all'adempimento.
La seconda disposizione rischia di urtare contro i principi costituzionali, ma è un urto che si spiega con la singolare complessità delle politiche del lavoro a Pomigliano, dove l'assenteismo per malattia tocca picchi patologici e gli scioperi si tengono spesso di sabato o comunque negli spazi festivi.
Il messaggio di queste disposizioni è molto forte: si tratta di disposizioni che possono essere considerate in contrasto con i diritti dei lavoratori, ma anche di disposizioni che non possono non essere accettate perché hanno la forza della fame e della mancanza di alternative.
In questa situazione, il referendum è una follia.
Un referendum approvativo di una disposizione incostituzionale cambia la Costituzione.
Perché la disposizione incostituzionale acquista la forza del consenso referendario.
Che è un plusvalore di legittimazione mica da ridere.
Pomigliano, sotto questo aspetto, rischia di essere la vera fine dello Statuto dei lavoratori.
Apre la strada ad una sua riforma, che non sarà una modifica legislativa, sarà – ed è molto peggio – implicitamente abrogato per mezzo di singoli accordi integrativi a livello aziendale.
Il sindacato, a Pomigliano, non ha perso con l'accordo, ha perso quando è arrivato alla situazione di dover negoziare un accordo in condizioni di inferiorità – perché non si può difendere il posto di lavoro di chi non lavora – e quando ha accettato di sottoporre a referendum i diritti dei lavoratori.
Un bell'uomo.
Un uomo che si vede essere stato un bell'uomo.
Quella bellezza che sa di piacere alle donne.
Sempre molto curato.
Sempre molto attento.
Un bel savoir faire.
Quel modo di fare che sa essere affascinante senza parere.
Quel modo di sudare che uno non sembra sudato neppure se è fradicio.
E' ingrassato di un adipe grigio di chemioterapia e suda mostrando il sudore.
Asciugandosi il viso con un fazzoletto.
Con vezzo senza fascino.
E' seduto in una riunione delicata.
In una riunione dove un tempo sarebbe stato il convitato più importante ed adesso è l'ospite di quello che era.
La riunione va avanti ed i suoi interventi sono stanchi.
Fuori luogo.
Accolti con l'imbarazzo di chi non si sofferma a rispondere per non essere costretto a commentarli.
Ha una poesia spiegazzata in mano.
Quello che il cancro non può fare, si intitola.
Una cosa del genere:
Il cancro non è onnipotente
Non può distruggere l'amore
Non può impedire di sperare
Non può togliere la fede
Non può divorare la pace
Non può eliminare la fiducia negli altri
Non può distruggere l'amicizia
La memoria ed i ricordi
Non può azzerare il coraggio
O invaderti l'anima
Non ha nessun potere sulla vita eterna
O sull'anima
O sul potere della resurrezione
La legge con indifferenza.
Come una cosa d'altri.
Alla fine della riunione, asciugandosi la fronte, la appallottola e la getta via.
Ti guarda perché sa che lo conosci e che hai fatto finta di non sapere cosa stava leggendo.
Ti guarda negli occhi, glauchi i suoi, glauchi di lacrime e di pioggia, forse solo di sudore.
Ti fissa e dice:
–> Non è vero nulla … Il cancro può fare tutte queste cose … Ed è terribile scrivere che non può farlo
Poi sorride e aggiunge, con il fascino di un tempo:
–> Soprattutto se chi scrive pensa di essere di un poeta dai versi che toccano il cuore
Abby Sunderland ha sedici anni.
Un'età nella quale nessuno è riuscito a fare il giro del mondo senza scalo con una barca a vela e lei ci ha provato.
Ci ha provato con l'attiva collaborazione dei genitori, che le hanno acquistato una barca di dodici metri e l'hanno munita dei denari per attrezzarla, dopo avere fatto lo stesso per il figlio maggiore, Zac, che era riuscito nella stessa imprese poco più che diciottenne.
Lei non ci è riuscita.
Ha già fatto due scali per ragioni tecniche: Cabo San Vicente e Cape Town.
Da Cape Town ha tentato di raggiungere l'Australia in senso antiorario e nel periodo delle tempeste.
Una cosa che un velista non fa volentieri ed un marinaio, probabilmente, non farebbe mai.
Era scomparsa e gli epirb (emergency positions indicating radio beacons) avevano smesso di funzionare.
Il Los Angeles Times di stamane dice che un aereo ha avvistato l'imbarcazione (wild eyes) e che Abby starebbe bene.
Un peschereccio sarebbe non troppo lontano e fra non molto dovrebbe essere in grado di recuperarla.
Ci sono delle cose che nessuno è riuscito a fare perché nessuno ci ha provato e può darsi che valga la pena non provarci.
A sedici anni, si sognano cose impossibili ed è giusto.
Va bene, fa parte dell'età.
Ma un genitore che collabora attivamente ai sogni impossibili di suo figlio forse è un idiota.
In particolar modo se recidivo: quando te ne va bene una, aumentano le probabilità che la seconda non vada a buon fine.