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Author Archive for: profstanco

Much ado about nothing (A proposito di una promulgazione negata)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/04/2010

molto-rumore-per-nulla
Il Capo dello Stato ha esercitato la propria prerogativa di rinvio alle Camere – art. 74, primo comma, Cost.- con riferimento al Ddl 1167 – B, definitivamente approvato dal Senato della Repubblica il 3 marzo 2010 ed intestato Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Il testo del comunicato è assai scarno: "Il Capo dello Stato è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni – con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 – che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale."
L'eterogeneità della legge è tema complesso: il Presidente della Repubblica correttamente richiama il legislatore ad una produzione normativa omogenea perché racchiudere in uno stesso testo disposizioni che esprimono un contenuto normativo unitario significa consentire la conoscenza della legge e costituisce un elemento di democraticità del sistema.
L'art. 20 è una norma di interpretazione autentica in materia di lavoro marittimo di difficile comprensibilità.
L'art. 31, invece, è la disposizione che introduceva l'arbitrato in materia di lavoro dipendente e che ha suscitato molte polemiche.
Forse possono essere considerate polemiche inutili e fuori luogo.
Il ricorso all'arbitrato è condizionato a due presupposti: uno di carattere oggettivo, l'arbitrato deve essere ammesso in sede di contrattazione collettiva e l'altro di carattere soggettivo, entrambe le Parti devono aderire spontaneamente alla convenzione arbitrale.
In questi casi, è possibile rinunciare alla tutela giurisdizionale dei diritti e ottenere una tutela convenzionale.
Con un vantaggio significativo che riguarda il tempo della decisione: non più i tre anni mediamente necessari per la soluzione di una lite in materia di lavoro ma massimi novanta giorni.
Ci si deve chiedere se davvero la possibilità di rinunciare alla tutela giurisdizionale per ottenere una tutela arbitrale non possa essere considerata coperta dalla garanzia costituzionale dell'art. 24, Cost.
In realtà, l'art. 24, Cost. se esprime una norma che sicuramente non consente l'introduzione di arbitrati obbligatori, probabilmente esprime anche una norma che non consente – ove si tratti di diritti disponibili – il monopolio del potere giurisdizionale per la soluzione delle controversie.
I cittadini come possono rinunciare alla tutela di un proprio diritto, così possono scegliere forme di tutela diverse dal processo contenzioso regolato dal codice di rito civile ed affidato all'ordinamento giudiziario.
In altre parole, la posizione del Capo dello Stato non sembra potersi fondare su ragioni di carattere costituzionale ma piuttosto su motivi di opportunità politica.
Una opportunità politica che induce il Presidente della Repubblica ad incontrare il Presidente della Corte costituzionale prima di rinviare la deliberazione legislativa alle Camere ed a fissare un incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri per il giorno successivo.
Una intelligenza politica che sembra avere come senso quello di far presente al Governo l'unità dei custodi della Costituzione (Presidenza della Repubblica e Corte costituzionale) e la loro forza interdittiva nei confronti di azioni normative che si svolgano al di fuori di una opportuna concertazione.
Tuttavia in assenza di un parametro costituzionale certo, come sarebbe stato nel caso del decreto salva liste, questa intelligenza politica può derapare in un conflitto fra poteri composto di reciproche arroganze e un tanto ha ben compreso l'eufemico Di Pietro con il suo immediato vociare in favore del Papà Capo dello Stato, come ha il coraggio di chiamare Napolitano, senza pensare alle virtù della propria genitrice.

[In]dignità maschili

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2010

1256287571

Luigi coiffeur pour homme è un luogo di maliziosi divertimenti.
Un ingresso sobrio ed un salone defilato.
Al centro, un catafalco attrezzato con separé in modo che nessun cliente possa vedere gli altri.
Nel separé più defilato, i parrucchini.
Tristi papaline per crani depauperati dell'orgoglio maschile.
Il vero calvo da toupée ne ha almeno due, identici.
Uno sul capo e l'altro in manutenzione.
Il toupée viene applicato con del nastro biadesivo sulla pelle nuda.
Male boia.
Il divertimento è sapere che cosa accade dietro il separé e salutare con cortesia il capelluto che ne esce.
Finché non vedi uno dei tuoi migliori amici e capisci come mai, improvvisamente, ha smesso di portare i capelli rasati quasi a zero.
Esce, ti vede, fa per tornare dentro, lascia perdere e ti guarda implorando silenzio.
Stai zitto e fai finta di essere completamente perso nella lettura del giornale.
Ma non riesci a non pensare.
Brutto cambiare donna a cinquanta anni.
Brutto cambiare donna e trovare_essere trovati da una cubana di trenta.
Peggio ammalarsi di gioventù perduta.

Attentato alla Costituzione

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/03/2010

stor_11650478_34090
L'Italia dei valori è dalla parte di chi non si può difendere.
Così l'eufemico Di Pietro in una tranquilla serata di fine marzo.
Una serata che potrebbe essere rammentata per il tentativo di informazione indipendente di Santoro.
Modo interessante di mostrare la possibilità concreta di una disobbedienza civile ad una dittatura strisciante.
Di Pietro, no.
Di Pietro è un tentativo di dittatura nemmeno troppo strisciante.
Di Pietro difende la Costituzione con un italiano da panuozzo molisano.
Ma non è l'italiano che conta.
Contano i concetti: una forma di governo triparitita, con il legislativo, il giudiziario e [pausa da studente che cerca nella memoria un concetto ficcato a forza] l'esecutivo.
La risposta è ben al di sotto della sufficienza: la nostra forma di governo è un insieme di pesi e contrappesi fondato su cinque organi costituzionali che si inquadrano maluccio nella tripartizione di Montescquieu.
Soprattutto fa paura quando chiama il Capo dello Stato Papà.
Spiega che i suoi interventi a margine del decreto legge salva liste non erano un vilipendio del Capo dello Stato.
Erano il grido di un figlio che si sente pretermesso e chiede al padre di intervenire.
In questo modo si giustifica tutto ed il problema della nostra democrazia è che si deve cominciare a non giustificare più nulla.

Chi li ha sciolti (Bocca larga e denti stretti)?

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/03/2010

muscoli20della20spalla1
Uno si rompe una spalla.
Niente di che.
Soprattutto dopo una settimana di chirurgia oncologica, dove tutti stanno talmente male che una caduta dagli sci suona come un privilegio.
Riprende la vita normale.
Non troppo.
Quanto possibile.
Giornale:
–> Professore, che ha fatto?
Caffé:
–> Professore, che ha fatto?
Consegna prole:
–> Professore, che ha fatto?
=> Nulla, gli è un hobby.
Risposta a bocca larga e denti stretti.

San Salvador

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/03/2010

ATT111
E' lunga una settimana di letto e ferri che ti frugano nella carne.
Di odori e sapori dimenticati.
Di un letto davanti a te.
Con un ragazzo chiuso nelle coperte.
Un ragazzo che ha un tumore alle ossa.
Che non si può alzare senza che la forza di gravità le rompa.
Dorme.
Quieto.
Un sorriso dolce apre i suoi occhi nel primo canto del mattino.
Sorride ringraziando i primi canti della primavera.
Estrema danza immobile nel suo corpo.

Elogio clandestino della magistratura

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/03/2010

clandestino4La Corte di cassazione ha stabilito che non è di ostacolo ("non osta") alla espulsione dell'immigrato la circostanza che i suoi figli frequentino una scuola dell'obbligo in Italia.
E' giusto.
Tremendamente giusto.
Non perché sia giusto: ovviamente non lo è, ma perché è stato deciso da un giudice soggetto soltanto alla legge, libero di interpretare la legge secondo la propria coscienza, di farne l'applicazione che considera corretta.
Esattamente come Tribunale e Corte di Appello di Milano nel caso Mills, Tar Lazio e Tar Lombardia a proposito delle liste del PdL, etc.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Precisina)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/03/2010

BimbaImpertinenteAssalto di mal di corpo.
Tremendo e repentino:
–> Babbo, devo andare in bagno
–> Certo, piccola, chiamami quando hai finito
[Passa un tempo insolitamente lungo e Bimba Impertinente torna con aria soddisfatta]
–> Babbo, mi sono fatta la popò addosso …
–> Non importa, cara, può succedere
–> Ma non ti preoccupare … ho pulito tutto …
Il padre, naturalmente, si preoccupa e si catapulta in bagno.
In effetti, aveva pulito tutto.
Usando l'accapattoio del padre.

Difese

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/03/2010

togaDialogo fra un solicitor ed un barrister.
Nel Regno Unito, gli avvocati che si occupano di diritto penale sono rigidamente suddivisi fra solicitor e barrister.
La ragione è che l'etica della professione impedisce ad un avvocato di difendere chi sa colpevole: può solo ammettere la colpevolezza e chiedere una pena mite, ma non può chiederne l'assoluzione senza offendere la Corte.
Di conseguenza, i solicitor parlano con i clienti e con il barrister, dicendo al barrister solo ciò che è necessario per la difesa del cliente.
Il solicitor è il procacciatore di clienti del barrister ed il barrister è la voce del solicitor dinanzi al giudice.
Un solicitor si rivolge al barrister chiedendo se ha voglia di un bel fatto di sangue.
Di una difesa cruenta.
Di un fatto che raccapriccia.
Il barrister si emoziona.
E' felice dell'incarico: Finalmente, dopo tanti reati finanziari ….
Vero.
Molto vero.
Un fatto di sangue è divertente.
Difendere è divertente.
Un po' come commettere il reato senza sporcarsi le mani.
Come essere complici senza essere colpevoli.
Vincere l'adrenalina del delitto ed essere anche pagati.

L’ordinanza invisibile

13 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/03/2010

tar
Il Tar del Lazio ha respinto l'istanza di sospensione cautelare che accompagnava il ricorso del PdL contro il provvedimento di esclusione della lista di Roma dalle competizioni regionali per il Lazio.
E' una ordinanza cautelare: come tutte le ordinanze cautelari, i presupposti per il loro accoglimento sono due. L'apparente fondatezza del ricorso e l'esistenza di un danno grave ed irreparabile per il ricorrente derivante dalla esecuzione del provvedimento impugnato.
In altre parole, il tempo necessario per ottenere ragione non deve tornare a danno di chi è costretto a percorrere la via giudiziaria per ottenerla.
Il danno grave ed irreparabile per il ricorrente in questo caso è fuori da qualsiasi dubbio: consumate le elezioni, non si può più tornare indietro.
Questo significa che per il Giudice amministrativo di primo grado il ricorso era privo di qualsiasi speranza di fondatezza.
E' possibile affermarlo solo se si ritiene che il decreto legge salva Formigoni non si applichi alle elezioni regionali del Lazio per effetto della diretta applicazione dell'art. 122, primo comma, Cost.
Affermazione discutibile molto discutibile: il decreto legge pone una disciplina di interpretazione autentica dai tratti fortemente innovativi e perciò è possibile sostenere che lo stesso costituisca un nuovo elemento della disciplina elettorale nazionale che, in quanto tale, si impone alle regioni per effetto del principio di completezza ordinamentale che governa la materia elettorale (Corte cost. 19 gennaio 2007, n. 2).
Soprattutto è una affermazione irragionevole: il decreto legge emanato per salvare Formigoni e Polverini è una norma che costituisce una sicura invasione delle competenze regionali come fissate dall'art. 122, primo comma, Cost., sicché il giudice della sua costituzionalità è la Corte costituzionale e non il Tar del Lazio.
Sotto questo aspetto, il Tar del Lazio non ha difeso la Costituzione.
Ha violato il canone di unicità della giurisdizione costituzionale, che è uno dei valori su cui la Costituzione si fonda.

Chi li ha sciolti (La gobba all’uccello)?

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/03/2010

5576_100Piazza della Repubblica.
Gruppo di anziani con Sole.
I Ray Ban per nascondersi dagli anni.
Voci alte di fica e Fiorentina:
–> Vo via … M'é bell'é venuha la gobba all'uccello …
Significato eziologicamente incerto: fica o Fiorentina?

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