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Scommettiamo che tra qualche giorno non se ne parla più (Casta Gifuni)?

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/12/2009

Gaetano_GifuniGifuni è un gran commis d’etat.
Un vero gran commis d’etat.
A lungo segretario generale del Senato, ministro per i rapporti con il Parlamento in un governo Fanfani, ha terminato la sua carriera come segretario della Presidenza della Repubblica.
Una carriera apparentemente senza ombre, iniziata per concorso e terminata con l’unanime riconoscimento di massimo esperto delle prassi costituzionali.
La Presidenza della Repubblica vive di prassi costituzionali e attraverso le prassi costruisce il suo ruolo e, nelle prassi costituzionali, ad esempio in materia di formazione del governo o di gestione dei disegni di legge di iniziativa governativa, il segretario generale della Presidenza della Repubblica ha un ruolo delicatissimo e spesso decisivo.
Gifuni nella elaborazione di queste prassi è stato un ingegnere dalle qualità eccezionali.
Forse, un genio.
Un genio che è stato beccato con le mani nella marmellata.
Una marmellata che è eversiva delle prassi costituzionali finora in vigore e che Napolitano ha apertamente infranto.
La questione è facile, facile.
La Presidenza della Repubblica ha autonomia contabile.
Il che significa che i controlli con cui lo Stato deve assicurare, attraverso un terzo imparziale, che i denari provenienti dalla generalità dei contribuenti e destinati al soddisfacimento di interessi pubblici siano effettivametne impiegati a questo scopo, nel caso della Presidenza della Repubblica, come degli altri organi costituzionali, sono interni alla Presidenza della Repubblica stessa.
Questo principio è stato affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza 129 del 1981, proprio in un caso in cui la Corte dei Conti aveva avuto l’ardire di pretendere di sottoporre alla propria giurisdizione il controllo sulla dotazione della Presidenza della Repubblica e delle Camere.
Tradotto in pratica il principio della autonomia contabile della Presidenza della Repubblica funzionava con i denari della dotazione nella cassaforte del cassiere e gli alti funzionari della Presidenza che prelevavano liberamente sottoscrivendo delle ricevute che definire ironiche è un complimento.
Uno di questi signori era il nipote del Segretario Generale, il quale si era anche fatto una villetta abusiva nella tenuta di Castelporziano, senza i necessari permessi, ma in virtù di un provvedimento del Segretario Generale.
Brutta storia.
Brusca inversione delle prassi costituzionali da parte del Presidente Napolitano, il quale ha – giustamente – considerato che in questo caso il principio della autonomia costituzionale della Presidenza suonava come I panni sporchi si lavano in famiglia ed ha trasmesso il fascicolo sugli ammanchi e le altre irregolarità alla Procura della Repubblica.
Una scelta che suona come rinuncia alle prerogative stabilite da Corte 129 del 1981 e come volontaria sottoposizione alla supremazia della legge da parte della suprema carica dello Stato.
Una scelta che probabilmente Gifuni non avrebbe condiviso e che forse pensava che nessun Capo dello Stato avrebbe avuto il coraggio di compiere: nessun potere rinuncia mai volontariamente alle proprie guarentigie.
Tuttavia è una scelta che può far pensare in chiave di moral suasion.
Può far pensare talmente tanto che si può scommettere che nessuno fra qualche giorno ne parlerà più.
Esattamente come nessuno, nelle cronache che si dilungano sui nepotismo di Gifuni, ha commentato il valore costituzionale della denuncia di Napolitano.

Muftì Castelli

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/12/2009

Gli ingegneri sono persone pratiche.
Castelli è una persona pratica.
Di conseguenza, se la sua cravatta con nodo a rotonda stradale tuona, ci sono delle ragioni eminentemente pratiche.
Che riguardano il compagno Fini, secondo la definizione killer di Feltri, e la lotta per l’egemonia culturale all’interno del PdL.
La questione del referendum svizzero sui minareti, però, è molto più interessante.
Non ha nulla a che vedere con la libertà di culto.
Di per sé, è semplicemente una discussione sul diritto di una fede ad essere pervasivamente rumorosa.
Le campane sono pervasivamente rumorose e i Quaderni di diritto e politica ecclesiastica editi dal Mulino sono pieni di giurisprudenza che affronta sacerdoti accusati di molestie alla quiete pubblica per un uso disinvolto degli apparati sonori.
Come la Rivista giuridica dell’edilizia ha più volte rappresentato la delicata questione dell’interesse a ricorrere contro la licenza edilizia per la costruzione di un campanile.
I minareti, altrettanto.
Forse di più: il canto del Muezzin illumina l’alba nello stretto dei Dardanelli, ma può essere considerato fuor di luogo – come un cammello – in una valle Svizzera.
Tutto qui: il suono della religione si giustifica con le radici culturali di un popolo ed un popolo non ha, probabilmente, il diritto di esportare queste radici, che fanno parte di un ecosistema e in un altro ecosistema possono funzionare come organismi geneticamente modificati.
Ma questo non ha nulla a che vedere con la libertà di culto.
Non ha nulla a che vedere con la reazione becera del Muftì Castelli che pretende di inserire la croce nella bandiera italiana, perché una società può essere multietnica ma non multiculturale.
In realtà, una società multietnica è necessariamente multiculturale e questa è una straordinaria fortuna, anche se impone di ripensare temi apparentemente religiosi ma retoricamente politici come l’ora di religione o il crocifisso, le campane ed i minareti.

Videopoli (Cui prodest?)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/11/2009

Immagine 2Il computer di Brenda nasconde migliaia di file video.
Marrazzo si scusa con il Papa.
La Mussolini viene ripresa nella sede di Forza Nuova mentre si annoda con Fiore.
Sircana è scomparso da tempo.
I video della politica erotica sono sempre più presenti nella politica raccontata.
Il loro significato, però, è uno solo.
Allontanano dalla politica.
Un articolo sulla Mussolini che non sa se incazzarsi o mettersi a ridere è più divertente delle previsioni sul Pil o del dibattito per la normazione dei mercati finanziari in ambito comunitario.
Molto più divertente.
E, allora, il Cui prodest è spontaneo: chi si avvantaggia di videopoli?
Chi è uscito dall’affaire Marrazzo oscurando l’affaire Patrizia?
Chi accompagna il titolo sulle indagini per mafia a carico del Primo Ministro con lo scoop sulla Mussolini?
E’, davvero, una dimostrazione poderosa del potenziale del conflitto di interessi: possedere un giornale, possedere Il Giornale, è uno strumento di lotta politica formidabile.
Non tanto per quel che si dice o si scrive.
Quanto per quel che si fa dire e scrivere orientando il dibattito politico sul basso ventre ed allontanandolo dai veri problemi del paese.

Tesi (Compassione)

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/11/2009

laureaTesi di economia politica.
Una cosa tipo Big Crunch e diseguaglianze.
Praticamente un elegiaco elogio del mercato dal punto di vista di Fitoussy.
Anziana studentessa.
Più o meno dell’età del sottoscritto.
Si impappina.
Si rimpappina.
Riparte zoppicando.
Affonda su teoremi ed integrali.
Fa pena a vederla.
Si ritira.
Lei e tutti i familiari.
Lei e i bambini che hanno smosso le sedie per tutta la discussione.
Fermi come amabili resti.
La Commissione inizia a discutere del voto.
Il relatore propone tre punti.
Ma dice che se avesse quattro punti avrebbe un avanzamento in carriera.
Fa la commessa.
Potrebbe passare in ufficio.
Il Presidente si oppone:
–> Che figura ci facciamo …
Ha ragione.
Sant’Iddio.
Tremendamente ragione.
La compassione non fa parte della carriera accademica.
Ma è sempre compassione.
A maggioranza, passano i quattro punti.
Equa ingiustizia.

Chi li ha sciolti (Io non sa chi sono Io quando sono Lei)?

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/11/2009

freno-a-disco-elettro-idraulico-403534
Mattino.
Treno affollato.
Si ferma alla consueta stazione.
Ometto con borsa imponente.
Ometto azzimato con borsa imponente.
Nanetto, per precisione.
Le porte non si aprono.
Nanetto comincia a urlare ai primi della fila:
–> Il freno, tirate il freno … Devo scendere … Devo fare lezione
Isterico.
Tremendamente isterico.
Chi scrive si permette di osservare che i suoi studenti non si sarebbero particolarmente preoccupati per il suo ritardo.
Nanetto:
–> I miei, si … Io insegno ____ a _____
Mumble, mumble.
Chi scrive conosce Nanetto.
Assistente anziano, trombato da oltre trent’anni.
Mai giocare a Io non sa chi sono Io quando sono Lei con chi sa benissimo chi sei quando sei Tu.

Ciampi: era meglio quando cantavi il vino

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/11/2009

Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi fu accolto nella sua città natale da una scritta di dimensioni ragguardevoli: Ciampi, era meglio quando cantavi del vino.
Testo degno di un Cardinali.
Perfettamente disincantato, come è di una città in cui si sta troppo bene per poter immaginare di aver voglia di lavorare.
Ma Ciampi non è più livornese da molti anni.
Di conseguenza, invece di non far nulla, continua a lavorare anche in pensione e rilascia interviste che possono essere considerate interferenze istituzionali.
Ciampi è un pensionato.
Un pensionato particolare perché è stato il presidente della Repubblica.
Ha rilasciato una intervistsa a Repubblica censurando in termini decisamente forti il presidente del Consiglio dei Ministri, fra l’altro, sul tema delle leggi ad personam, che sono sicuramente una questione molto delicata sul piano costituzionale.
E’ arrivato al punto di suggerire a Napolitano di avvalersi della prerogativa di non promulgare la legge una volta che sia approvata dalle Camere.
Questa esternazione, come si chiamavano le dichiarazioni di Cossiga, con il tono di chi definisce un discorso con il sapore di un rumore involontario del corpo, pone alcune questioni piuttosto complicate.
La prima è di carattere logico: il disegno di legge sul processo breve non è ancora stato presentato alle Camere, discusso o approvato, sicché si sta parlando di un nulla che potrebbe anche essere molto ragionevole sul piano costituzionale. Il diritto ad un processo che si concluda in tempi ragionevoli non pare poter essere considerato uno scandalo da nessuno.
La seconda è di carattere istituzionale: chi è stato presidente della Repubblica dovrebbe astenersi dal prendere posizione su problemi che affannano lo scrittoio del suo successore. Il presidente della Repubblica rappresenta l’unità costituzionale della nazione e l’unità costituzionale della nazione viene minata se un ex presidente della Repubblica interpreta il tessuto costituzionale in termini radicalmente difformi dall’attuale presidente della Repubblica. Se per un costituzionalista può essere normale avere idee diverse da un altro costituzionalista, può non essere altrettanto normale che due presidenti della Repubblica abbiano una posizione dialettica sul contenuto normativo della Costituzione.
La terza è di carattere costituzionale: gli ex presidenti della Repubblica sono senatori a vita, ovvero partecipano al dialogo politico con un ruolo al di sopra delle parti politiche perché non sono vincolati al mandato elettorale. Le prerogative della insindacabilità, in questo caso, sono prerogative a vita ed una assoluta immunità per qualsiasi pensiero espresso nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbe spingere al massimo self restraint.
Soprattutto, però, le dichiarazioni di Ciampi hanno mosso il presidente del Consiglio, sollecitato dal fido consigliere di sempre, a presentarsi al popolo, con un messaggio televisivo in cui, a rete unificate, dichiarerà il vero significato dell’offensiva giustizialista che è costretto a fronteggiare e invitare i matti alle botte non è mai una politica saggia.
Neppure per un pensionato.

He, She or It (Transgender all’Accademia della Crusca)?

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/11/2009

foto-id=574210-x=800-y=800La povera Brenda è stata trovata morta nel suo appartamento.
Fine triste di una vita non allegra.
Con i soliti caroselli enigmatici sulle prime pagine dei giornali.
Molto più interessanti dei caroselli costituzionali del Primo Ministro o dei complotti sul D’Alema che abbocca come un Pecs.
I giornali usano un burocratico maschile per parlare di Brenda.
Un burocratico e genetico maschile.
Un ingiusto maschile.
Come sarebbe ingiusto il neutro.
Ancora più triste e irriguardoso.
Brenda – e molti altri – ha deciso di ribellarsi alla legge dei generi.
Non è possibile pensarla così?
Pensarla come una persona?
Senza sentire il dovere di precisare, in un articolo che la definisce al maschile, che i suoi colleghi (rectius, le sue colleghe) la definivano al femminile?
Forse le colleghe di Brenda hanno molto più titolo per decidere il genere da usare in un articolo di un giornalista o di un verbale di polizia.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Il mio dito))

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/11/2009

BimbaImpertinenteBimba Impertinente sta scoprendo i gioielli.
Le piacciono i gioielli della Barbie e quelli delle Winx.
Indossa con evidente piacere un anello di plastica con rubino di vetro finto.
Lo mette all’anulare.
Guarda il suo anulare.
Lo toglie.
Provandolo su un altro dito.
Così via, sinché non si accorge di essere osservata dal sorriso del padre:
–> Sai, Babbo, al mio dito piacciono molto i gioielli … 

Grazia per Berlusconi?

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/11/2009

fini_berlusconiFini e Berlusconi hanno parlato a lungo questa mattina.
Un colloquio che ha visto il Presidente della Camera rilasciare una rapida intervista, in cui si è detto soddisfatto dell’impegno del Governo a maggiori stanziamenti per la giustizia.
Il concambio è un disegno di legge che crea una corsia preferenziale per i cittadini incensurati sottoposti ad una azione penale: massimi sei anni per arrivare ad un verdetto definitivo dopo di che si ha la prescrizione del reato.
La cosa non convince.
Non perché sia sbagliato un disegno di legge di questo genere.
In astratto, non è sbagliato neppure il Lodo Alfano e, in astratto, l’immunità delle più alte cariche dello Stato è una scelta costituzionalmente ammissibile.
E’, inevitabilmente, sbagliato in concreto perché condiziona la politica criminale del paese ai bisogni di impunità del suo premier e, quindi, potrebbe essere considerato incostituzionale esattamente come il Lodo Alfano.
La strada costituzionale dell’immunità per Berlusconi è il decreto di grazia.
Napolitano deve firmare la grazia per Berlusconi, senza attendere che sia condannato, con una sicura torsione ad personam di tutti i principi costituzionali (nel potere di grazia, il confine fra azione penale e potere di clemenza è dato dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna in modo da impedire che l’azione penale possa essere influenzata dal potere di clemenza e che il potere di clemenza possa entrare nel processo penale).
Eppure, appare più coerente: il Premier non vuole essere processato? che lo si liberi, ma lui e solo lui, da ogni processo, con un provvedimento naturalmente singolare e senza continuare a cercare soluzioni che non possono essere buone per tutti giacché sono studiate per una sola persona. 
In fondo, Berlusconi ritiene di non poter essere processato in virtù del voto popolare e la grazia lo libererebbe da ogni processo per ragioni taumaturgiche.
Basterebbe un disegno di legge costituzionale in cui si dica che il Presidente della Repubblica può concedere la grazia alle più alte cariche dello Stato per insigni meriti astrali.
O qualcosa del genere, magari con il parere vincolante del Papa.
Tanto siamo a prenderci per il naso e l’articolo più cliccato del corriere on line, oggi, è Maurizio Corona prende due multe per eccesso di velocità.

I pensieri scomposti di una Bimba Piccola (Capanne)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/11/2009

BimbaPiccolaBimba Piccola sta abbandonando il pannolino.
La gioia serpeggia.
Guarda con estrema soddisfazione il prodotto del metabolismo, che definisce secondo alcune categorie elaborate da Bimba Impertinente, che segue con piglio didatticamente didascalico le evoluzioni intestinali della sorella.
Un gran pezzo si chiama –> Riga
La cascata –>  Puntini
Ieri, discussione attorno al vasino su come definire la formazione a serpente attorcigliato:
–> Capannina.
Per fortuna, il presepio è ancora lontano.

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