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Archive for category: profstanco

L’orecchio di sanremo (Ma se Bersani in un singulto di orgoglio rinunciasse?)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/11/2012

Le primarie hanno esaurito i loro risultati. C’è circa l’otto per cento fra Bersani e Renzi, mentre Tabacci, Vendola e la Puppato si spartiscono, in misura molto diversa fra di loro, il venti per cento dei voti residui.

Eppure quello che fa pensare non è questo.

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Un popolo diligente sopporta quasi tutto

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
25/11/2012

Ma quasi tutto.
Tranne essere preso in giro.
Dopo la registrazione on line, ieri quasi impossibile causa manutenzione, si scopre che era inutile.
Difatti chi si è registrato deve fare la firma per confermare la registrazione.
Al termine della fila tre anziane maestre compilano tre moduli a mano con impeccabile grafia.
Note: la registrazione on line deve essere stampata, non basta il pdf sullo smartphone e quando ti sei registrato in line, non hai potuto prestampare i moduli che le tre maestre adesso compilano.
Una rottura di palle sul genere gulag.
Renzi è un genio.
Non perché Bersani ha architettato tutto questo.
È nel patrimonio genetico Zimeneviano del Pd fare burocrazia.
Ma perché è riuscito a farlo apparire colpa di Bersani.
Che comunque quel patrimonio genetico lo sa indossare meglio delle cravatte che butta su colletti da autista del tram.
Si può non essere d’accordo con tutte le sue idee, ma è impossibile disconoscere che vi è del genio nell’aver previsto che oggi dopo due ore di fila, l’anziano fornaio che era venuto ben convinto di votare Bersani, se ne è uscito dicendo Ci sto anche dieci anni in fila. Ma per mandarli tutti a casa
Autentico genio fiorentino, per quanto di Rignano.

20121125-121743.jpg

Endorsement perplessi

3 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/11/2012

Uno si era quasi convinto.
O, meglio, la procedura di registrazione lo aveva convinto.
Certe cose hanno davvero il sapore del porco appena munto e lo direbbe anche il figlio di “Matteo” nella qualità di unico supporter di Bersani cui viene impedito di votare.
Poi però arriva un sms:
Non siamo mai stati cosi’ vicini al cambiamento, non perdiamo questa occasione. Domenica alle primarie vota Matteo Renzi. Inoltra questo messaggio ai tuoi amici
Tipa, mamma di tipetta, tipica tipa da parlamento in zona Brambille.
E ripiombi in un’indecisione che Scirocco di Guccini pare l’inno alla gioia.

Italia bene comune … Le primarie, meno (Altri modi per vincere?)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/11/2012

Triste, no?

Ma anche parecchio…

Se poi si aggiunge che l’Iphone non riesce a superare il firewall dell’informativa privacy.

E che è la prima volta che il consenso sulla privacy serve a penetrare un sito.

Come se aver voglia di votare all’ultimo momento fosse più sconcio che schiantarsi di milf…

Non vederci più come un tempo

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/11/2012

Banali miserie umane.
Come l’ostinarsi a non portare gli occhiali.
Fino a leggere sul giornale del vicino il superdotato indiano che vince gli antibiotici e restare col dubbio di cosa ci fosse davvero scritto.

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Bersani contro Renzi (Ma se fosse un film con 007?)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
23/11/2012

Sarebbe Skyfall.
Bersani_007 lotta contro Renzi_Garcia (si chiamava così?) con M_Napolitano sullo sfondo.
Bersani rappresenta il vecchio.
Renzi, il nuovo.
Bersani deve essere rottamato.
Esattamente come 007 dal punto di vista del cattivo che gli rinfaccia di essere antico, di credere in valori che sono superati, di non utilizzare correttamente gli strumenti informatici.
Alla fine, però, 007 vince ed il problema di Bersani è che non ha visto il film.
Altrimenti avrebbe avuto una bella battuta per zittire il giovane mariuolo, che lo ha visto ma è troppo intelligente per citarlo.

Occhi d’Husky

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/11/2012

Caracolla Occhi di Husky.
Cammina con una vecchia giacca a vento.
I capelli riccioluti di terzino invecchiato.
Ma soprattutto quegli occhi.
Freddi di stupore ed ingenuità.
Nessun barlume di intelligenza.
Solo una diligente stupidità di scolaro diligente.
Il genere che si stupisce di avere capito come si fanno le divisioni e si sente in dovere di spiegarle daccapo, senza capire che era solo lui a non capire.
Senza capire che la cortesia di chi lo ascolta si chiama noia.
Non è più solo Occhi di Husky.
Caracolla insieme al flettersi elegante di una ragazza ambrata.
Lo tiene per mano e non lo lascia.
Lui, artigiano, smonta un motore.
Lei, di un altrove in cui i fiori nascono nelle discariche, gli porge una chiave inglese.
Ascolta le sue spiegazioni, con una cortesia che potrebbe anche chiamarsi amore.
E c’è molta più dolcezza in questa immagine che in tanto Shakespeare.

Obenzi, Obani, Obendola?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
07/11/2012

Obama è ancora il Presidente degli Stati Uniti.
Forse, la notizia vera sarebbe che il presidente uscente non è stato rieletto.
In una democrazia della deselezione, lo challenger ha molte meno probabilità dell’uscente di essere rieletto.
Ma non è vero: dal 1980, tre uscenti su cinque (Carter, Ford e Bush padre) sono stati sconfitti.
La novità della rielezione di Obama, però, è l’apertura musicale di tutti gli ultimi eventi.
L’endorsement di Springsteen ha dato ad Obama quello che è mancato a Romney.
La necessità di un endorsement musicale come strumento per vincere le elezioni, data anche l’alta soglia di sbarramento al premio di maggioranza emersa nella discussione elettorale, può essere un buon punto di vista per decidere come votare alle primarie del partito democratico.
Se vuoi che il tuo candidato sia introdotto da un concerto di Renato Zero, vota Vendola.
Se preferisci Vecchioni, rivolgiti a Bersani.
Difficile ipotizzare l’endorsement musicale di Renzi: Francesca Michielin o i fratelli Righeira?
Personalmente quoto un Blechacz: Chopin fa sempre la sua figura…

Lacrime nere

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
06/11/2012

Tristi funerali, quelli di Rauti.
Non tanto per la morte di un anziano che è stato giovane fondando ordine nuovo, con un ruolo nei fatti di Catanzaro ed in quello strano periodo della nostra storia che noi chiamiamo strategia della tensione ed i giornali stranieri definiscono Italian game, come se piazzare delle bombe potesse essere un modo di aprire una partita a scacchi.
Quanto piuttosto per le contestazioni a Fini, dure, serrate, guidate da braccia destre alzate al cielo e da un ritornello Badoglio, Badoglio…
Semplici rigurgiti di fascismo?
Il fascismo è scomparso da molti anni.
Da molti anni, l’Italia merita di essere considerata una repubblica controfascista e le stesse libertà devono essere rilette a partire dalla XII disposizione transitoria della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista.
Non è questo che si può vedere nel ritornello gridato contro il Presidente della Camera e che lo accusava di incarnare lo spirito di Badoglio.
Quel ritornello ricorda da vicino uno degli ultimi discorsi di Mussolini, il discorso pronunciato da Radio Monaco il 18 settembre 1943.
Colpisce di quel discorso la veemenza con cui la responsabilità per la fine del fascismo, dell’era fascista è attribuita agli ambienti monarchici e, in particolare, al maresciallo Badoglio.
Il fascismo non è finito per colpa (o merito) di Badoglio.
E’ finito perché è stato condannato dallo spirito dei tempi, perché è stato, alla fine, oggetto di un rifiuto da parte di quella società che lo aveva fatto nascere.
La nascita e la morte del fascismo sono responsabilità degli italiani, secondo il pensiero di Gobetti.
Dare di Badoglio al Presidente della Camera dei Deputati significa ignorare questo.
Significa continuare a pensare che il fascismo sia finito per una vigliaccata e non perché la società civile lo ha espulso da se stessa, dopo averlo lungamente coltivato e blandito.
E questo è inaccettabile.
O meglio è il segno di una ignoranza della storia che fa pensare con tristezza a chi ci ha preceduto subendo di sé il male di una giovinezza che non avrebbe voluto invecchiare.

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