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Chi li ha sciolti (sala d’attesa della media conciliazione mondiale)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/07/2017


Il luogo è di perfetto e banale squallore.
Avvocati con gilet da caccia per nascondere le squame.
Segretarie carine come l'attesa di Godot.
E questa splendida tipa che indossa un guanto bianco che fa immaginare un romanzo d'appendice.
Ci vorrebbe Balzac per costruire una storia con questo guanto.
Lei, no.
Lei quando parla dice tutto su se stessa.
Ma soprattutto parla bene di sé solo quando sta zitta.
Penso tutto questo mentre fisso la punta delle mie scarpe e mi accorgo di essere fortunato ad avere un juke box di storie nel cervello che suona anche solo con un guanto bianco perché se capissi davvero dove sono e cosa faccio, non riuscirei a trovare così interessante l'oggetto del mio sguardo e sarebbe un problema.

Sono una categoria protetta anche io

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/07/2017


Fa la fila.

Sbuffa come un Larderello. 

Il suo problema è che nessuno lo assume. 

Il nostro problema, lo stesso che ha lui. Perché se qualcuno lo avesse assunto non sarebbe qui. 

Eppure – continua a ripetere – sono una categoria protetta anche io…

Chissenefrega?

Non lo dice nessuno. 

Solo l’imperturbabile silenzio della anziana ragazza che a occhio ha spento tutte le sue candeline riempiendo il modulo per la pensione da Maitresse.

Sbarcare il calvario 

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/07/2017

Sbarca il calvario in una casa che ha il profumo delle ringhiere ingrassate dal sudore di mani pulite con il detersivo e di unghie che non si possono più pulire. 

Il profumo del lavoro e delle mani che lavorano. 

Dipinge con tanta “materia” e racconta i suoi quadri all’unico che li può capire di turno, che infatti li capisce e li lascia stare dove sono. 

Sa parlare, sa mettere le parole in fila come una lunga collana di perle finte e fiori di campo appassiti, quasi non avessero il sapore dei suoi denti guasti e di un soffritto che piange di solitudine in una padella. 

Spiega con la stessa allegria del soffritto dell’erba che fuma, come se la cortesia con cui lo si ascolta non fosse l’imbarazzo di questi odori che fanno ricordare tutto quello che secoli di fame della tua razza hanno cercato di scordare, che lui non fuma perché fuma, fuma per l’arte, perché l’arte ha bisogno di fumo e follia. 

Concludendo che lui non è mica male, lui alle donne gli disegna anche il pube, mica come i greci che erano tutti finocchi. 

I denti sciancati iniziano a ballare di una risata folle e senza ritegno, perché lui è furbo e sa suonare il violino. 

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