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La Corte costituzionale, il mandato del NO e la legge elettorale

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
06/12/2016

Brunetta e Grillo evocano le elezioni dopo la pronuncia della Corte costituzionale ma non vogliono dire la stessa cosa

grillosuitalicum

Il giorno dopo sono sempre le parole che non si sono dette il giorno prima e queste parole riguardano il mandato del NO referendario in punto di legge elettorale.

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Tutti a letto è tardi e non c’è nulla da vedere in TV

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
05/12/2016

Il seguito del referendum è il sonno della Repubblica?

Italian Prime Minister Matteo Renzi, partecipates at the gathering of Scout "Agesci Route Nazionale 2014" in San Rossore, near Pisa, Italy, 10 August 2014. ANSA/FRANCO SILVI

Il premier, poco dopo la mezzanotte, è entrato nelle case degli italiani che seguivano la notte del referendum e ha mandato tutti a dormire.

Ha perso con un secco 3 a 2, che nel calcio è una bella partita mentre in politica è un incolmabile 60:40 e lo ha ammesso con le lacrime sotto la pelle.

Come un capo scout che sta lasciando l’unità che ha guidato facendo del proprio meglio.

Con quelle stesse lacrime sotto pelle che qualsiasi capo scout ricorda dalla sua ultima gita dei passaggi, quando nel racconto dei Cani Rossi Akela muore per davvero.

Il premier ha salutato indicando ai leader del variegato fronte del No l’agenda politica dei prossimi mesi: la legge di stabilità e una riforma elettorale che consenta alla democrazia italiana di lavorare correttamente a partire dalla diciottesima Legislatura.

Il saluto del Presidente del Consiglio dei ministri agli italiani è stato simbolicamente anticipato alla mezzanotte, quando gli exit poll erano stabili ma i risultati elettorali non ancora.

La mezzanotte è l’ora in cui si va a letto e si dà la buona notte ai propri figlioli.

La sconfitta al referendum è una buona notte.

E’ l’addio di una idea di democrazia basata sull’efficienza decisionale e sulla trasparenza dei circuiti di controllo che la riforma introduceva.

Soprattutto è la [buona] notte di una repubblica che preferisce rinnovarsi attraverso le tattiche elettorali.

Domani, che è oggi, non parliamo più di come potrebbe essere riformato il circuito dell’indirizzo politico di maggioranza, di come potrebbe essere avvicinato ai cittadini.

Riprendiamo da dove ci eravamo fermati nel 2006: da una legge elettorale.

La legge elettorale trasforma i voti in seggi.

La riforma della Costituzione spiega a cosa servono i seggi.

La prima senza la seconda è solo tattica, senza strategia.

Ma è quello che abbiamo voluto per i nostri figli: molto poco per paura di tutto.

Com’è di due che si sono rivisti quasi si fossero appena lasciati

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
03/12/2016

ma si salutano per non vedersi più

mc3a9tal-urbain

Il Boggi lo conosco fai tempi del liceo.

E’ sempre stato un imbecille, un simpatico imbecille, di quelli con cui è piacevole passare il tempo, discutere del centro delle donne e da lì passare alla Divina Commedia.

Perché, in fondo, le due cose sono collegate dallo stesso cervello in cui abitano come se fosse un condominio pieno di gente bislacca.

Lo incontro dopo un intervallo compreso fra i venti e i sessanta anni. Dopo che ci si era lasciati in un liceo di tanti anni fa, persi nell’alternativa amletica della ricreazione: il Mars o il panino con la mortadella?

Mi racconta di sua madre. Della morte di sua madre, di quegli anni in cui l’Alzheimer le è entrato in bocca e le ha rubato le parole, lavandole come se fossero scritte sulla sabbia dei mare, onde che le entravano in bocca all’inizio di una frase e uscivano prima che la finisse.

Mi racconta di due anni passati a guardarla legata in un letto, del desiderio di soffocarla per non vederla più in quelle condizioni e del sollievo quando finalmente è soffocata da sola.

Mi colpisce allo stomaco con la semplicità del dolore vero e maschero la commozione con un velo d’indifferente fastidio, come se stessi leggendo e non avessi voglia di essere interrotto dalla [inutile] cordialità del vicino.

Se ne accorge e d’un balzo:

Ma ti rammenti quando s’era ragazzi e le seghe erano uno sfogo? Ora mi ci vuole un’ora e son diventate un passatempo.

Va via, ridendo sgangherato, senza salutare. Com’è di due che si son rivisti quasi si fossero appena lasciati ma si salutano per non vedersi più.

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