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Lettera aperta al sindaco (da santa Maria Nuova)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2016

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Caro Dario,
Mi dispiace scriverti dal pronto soccorso e tramite un giornale invece che per mail o per SMS come si conviene a due amici.
Lo faccio perché sono un pò arrabbiato.
Sono arrabbiato con me stesso.
Passo tutti i giorni da piazza San Marco e non mi capita spesso di cadere.
Oggi sono cascato.
Come un cretino.
Sono cascato perché una buca ha afferato la mia ruota anteriore e mi ha portato in terra come un annegato della Medusa.
Adesso ho la testa rotta, un dito quasi troncato e un’unghia rimasta fra pietra e pietra.
Ho rotto il cellulare, storto la forca a una bici che amo eccetera.
Soprattutto, però, ho dovuto guardare mia figlia Livia, che era con me, piangere e disperarsi perché ero un lago di sangue legato ad un’ambulanza.
Questa settimana sono stato il secondo, mi ha detto il funzionario del Rettorato che con molta compassione mi ha raccolto ed aiutato.
Cosa c’entra il sindaco con le buche?
Non lo so.
Ma so che adesso sono contento che sono caduto io e non Livia, ma so che Livia non vuole più salire in bicicletta perché se sono cascato io, allora secondo lei, puó cadere chiunque.
Ed è vero, in Piazza San Marco, così come è può cadere anche un ciclista professionista dei mondiali che con tanto orgoglio hai organizzato.
Ecco, Dario, non è questo il mondo che vogliamo, il mondo di cui tu ed io abbiamo anche parlato tante volte.
Noi non vogliamo un mondo in cui la pigrizia delle strade impedisce di andare in bicicletta.
E tu, anche su questo, puoi fare qualcosa perché se cade un babbo poco male, si rialza, ma se quando cade lo vede suo figlio è un problema.
Un abbraccio con l’affetto e la consuetudine di sempre.

Arrivo…

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/05/2016

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È grande.
È grande per la geometria e l’algebra, per il francese e l’inglese. Sa di epica come un libro parlante e disegna come il fumo della china.
È grande per tutto questo perché capisce, pensa ed è capace di pensiero astratto.
Ma basta il richiamo della sorella che in un’altra stanza gioca con le bambole perché urli Arrivo e corra con tutto il suo fiato per appoggiare la testa nei suoi sogni bambini e riprenderli esattamente dove li aveva lasciati.
Vorrei che fosse sempre così. Grande perché sa tornare piccola.
Qualsiasi cosa purché resti sempre così.

Tramonti scossi

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/04/2016

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Sono morti i tramonti e ci sono soli che hanno la dignità del suicidio quando il vivere sarebbe memoria, altri che hanno la bellezza di un giovane acheo che cerca la gloria, altri la pesantezza di un vecchio che non vuole accettare la serenità della cera che spegne la fiamma, e così ancora.
Non questo.
Questo odora di spasmi e cacca, ha il sapore di metallo delle trincee, il muso terrore della morte giovane quando si accorge, denti spezzati e ginocchia piegate, della propria inevitabile e assoluta inutilità

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