È questo l’alba. Il momento in cui le cose perdono l’incerto contorno della notte e tornano nette. In cui le voci non sono più sussurri e la luce rivela tagliando. Scolpisce le immagini.
E noi scriviamo come se fossimo altro che braccianti chiamati ad arare campi di battaglia.
La poesia inizia da qualche parte fra lo stomaco e il culo. Inizia con un sentimento di sconcerto e di stupore. Con un bisogno di fotografia che è china d’anima. Continua con un porco senso di inadeguatezza che non si ferma mai. Con la sensazione che qualcosa esce sempre dalle parole. Che il pennino non è mai abbastanza preciso.
Finisce nel mazzo di fiori che sta accanto alla strada. In quell’attimo_momento che tutto pareva chiaro, che le parole sembravano colorarsi di precisione, che finalmente la bocca sembrava camminare di pari passo con cuore. Ma era solo sangue d’orecchi_naso_asfalto.
Improvvisamente la raggiunge un raggio di sole e la verità non è un bacio.