Parla di un dito monco.
Difende la ghigliottina che lo ha trattato come fosse un sigaro.
Nel sonno di tutto il collegio.
Ma si parla per la cancelliera che annuisce vivace.
Parlerò a macchia di leopardo.
Come fossi una mutanda sudicia
Non sa nemmeno fare di conto troppo bene e le tabellone sono un mistero più profondo della Santissima Trinità.
Ma sa essere davvero dolcissima…
Somiglia a un lontano cugino di mio padre.
Rosso come un lupo fulvo.
Quel rosso di capelli che si accompagna a una pelle arrossata.
Che suggerisce la prontezza al vino e alla caccia.
In un mondo nel quale i poderi erano ancora isole nell’arcipelago delle invasioni barbariche.