Ha sempre corso.
Dal giorno che è nata.
Come è bello sentirsi il tempo addosso…, dice.
Nella nuvola azzurra dei suoi occhi.
Che guardo senza riuscire a non pensare al giorno in cui la polvere coprirà anche i suoi libri di fiabe.
Fine di convegno con fretta di treno.
Il solito sciacquapelletiche devoto si avvicina all’anziano maestro.
Un anziano maestro sui generis cui il prossimo congedo dona la libertà dello spirito.
Il solito si scusa di non aver portato con sé abbastanza copie del suo ultimo lavoro.
Un importante ultimo lavoro, cinquecento pagine di dialoghi fra le Corti intorno al sapere multilivello in materia di volturazione della licenza per il trasporto dei rifiuti in legno e vetro.
Il solito chiede di essere autorizzato a inviare la copia per posta.
L’anziano maestro lo guarda, se fosse Cristo qualcun altro avrebbe scritto Fissatolo lo amò, e dice Non si preoccupi. In fondo si scrive per se stessi.
Il solito non capisce.
Ovviamente.
Alla fine della Cancellieri, non sembra esserci un rimpasto.
Sarebbe stato il giusto prezzo da pagare per una difesa imbarazzante.
La seconda difesa imbarazzante del Governo Letta, che aveva già fatto ricorso alla ragion di Stato nell’affare Shalabayeva (su cui si è già avuto modo di scrivere sin troppo).
Per ora non se ne parla.