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21 Sallusti (quasi 22)

3 Comments/ in jusbox / by Gian Luca Conti
14/11/2012

Il Senato della Repubblica ha approvato un emendamento per il quale nel caso in cui la libertà di stampa diffami una persona, il giornalista responsabile del fatto ne risponde penalmente, con una pena dal massimo edittale di un anno, ovvero una pena che è quasi impossibile scontare con la detenzione.

L’emendamento è targato dall’Api di Francesco Rutelli.

La stampa insorge. Ma è davvero costituzionalmente intollerabile una sanzione penale per la diffamazione a mezzo stampa?

La libertà di stampa è nata, nei termini in cui la conosciamo, con la rivoluzione francese. Penna e tribuna erano le armi dei rivoluzionari e le gazzette (possiamo ricordare La bouche de fer, il Sentinel, il Tribuno del popolo di Babef), giornali in cui la cittadinanza si faceva attivo contropotere, raccogliendo il monito di Robespierre: Legislatori patrioti, non calunniate la sfiducia. La sfiducia, checché possiate dirne, è custode dei diritti del popolo. Essa sta al sentimento profondo della libertà come la gelosia sta all’amore.

Legislatori patrioti, non calunniate la sfiducia. La sfiducia, checché possiate dirne, è custode dei diritti del popolo. Essa sta al sentimento profondo della libertà come la gelosia sta all’amore.

Ma erano anche strumenti di proscrizione: le liste dei nemici della patria pubblicate quotidianamente sull’Ami du peuple conducevano non di rado alla ghigliottina.

La penna è strutturalmente nemica del potere, in questo la sua nobilità, ma può anche trasformarsi in uno strumento di oppressione, ricatto, falsità, inganno. L’ortografia della verità non fa sempre parte del patrimonio calligrafico di un giornalista e la silhouette di uno scandalo può uccidere una persona.

Nel linguaggio numerico della Costituzione, il 21 (libertà di manifestazione del pensiero) trova un limite nel 22 (diritto al nome, inteso come reputazione, come diritto ad essere conosciuti per quello che si è e non per quello che una maliziosa capziosità può avere interesse a far apparire).

Per questi motivi, il diritto di cronaca trova tre limiti arcinoti (l’interesse pubblico alla notizia che viene disvelata, la verità intesa come verosimiglianza e quindi come narrazione seriamente verificata, e la continenza, cioè un tono narrativo coerente con la sostanza degli accadimenti resi noti).

Sono limiti di buon senso. Limiti che presidiano la libertà di stampa dagli eccessi rivoluzionari e dire che sanzionarli con la reclusione fino ad un anno sia eccessivo appare più la rivendicazione di un privilegio di casta che l’esercizio di un diritto costituzionale.

Per una volta, fa piacere il metodo bicamerale: l’emendamento approvato al Senato costringe la Camera a riesaminare la questione, magari per inasprire una pena che potrebbe anche essere considerata troppo mite.

Il culo e le quaranta ore (A proposito del pantheon del centrosinistra)

0 Comments/ in jusbox / by Gian Luca Conti
13/11/2012

Le primarie del centrosinistra offrono un interessante spaccato della società italiana, sembrano costruite intorno ad un giallo di Klaus Van Beyme.

C’ è la signora di mezz’età avanzata che sfodera una nostalgia di biondo, molto da panetteria; il giovane rampante, simpatico ed un po’ briccone; il signore dall’aria established che rassicura come un direttore di banca nella discussione attorno al mutuo; la cravatta indossata con la perfezione di una tuta da meccanico e il poetico acchiappasogni che ammicca con l’orecchino pendulo.

Non sembrano di centrosinistra e lo svelano con il pantheon. Alla domanda molto americana su chi siano i riferimenti storici e culturali ai quali i candidati intendono far riferimento, spuntano due volti inaspettati: un Papa ed un cardinale

 Non sembrano di centrosinistra e lo svelano con il pantheon. Alla domanda molto americana del conduttore eccessivamente yankee su chi siano (non più di due) i riferimenti storici e culturali ai quali i candidati intendono far riferimento, spuntano due volti inaspettati: l’eredità socialcomunista, incarnata, in modo molto diverso, da Bersani e Vendola, risponde con Papa Giovanni XXIII, sapeva cambiare le cose senza che nessuno si spaventasse, e Carlo Maria Martini, era sensibile ai temi contemporaneamente etici.

C’è bisogno di rassicurare: sono stato comunista, ma non mangio i bambini, dice l’uno; sono omosessuale ma vado in chiesa, echeggia l’altro.

Cristo, il povero Cristo di Guareschi, immagino si volti dall’altra parte: mica tanto bello utilizzare una religione come passaporto. Tanto vale usare il sedere….

Razzismi a Pontedera

0 Comments/ in jusbox / by Gian Luca Conti
12/11/2012


Per un fiorentino di mezza età, è normale ricordare l’invasione dei meridionali.
Quasi con gli occhi del Buzzati della invasione degli orsi in Sicilia.
Ricorda lo stupore dei suoi occhi al suono di un dialetto sconosciuto o delle sue orecchie ad un vestito nero di vedova che pareva primitivo.
A distanza di quaranta anni, non c’è più nessuno stupore: i meridionali sono diventati fiorentini, restano solo dei nomi che possono suonare esotici, un Carmelo al posto di Vanni, o una Addolorata invece dell’onnipresente Silvia di allora. Sarà la stessa cosa con gli extracomunitari di oggi?

A prima vista, le donne imbacuccate nei loro veli non sono così diverse dalle vedove di allora.

Ma forse non è così: c’è nella battuta per cui il razzista non è razzista, ma è il nero ad essere scuro di pelle, un triste fondo di verità.

Il problema è che è l’irriducibile consapevolezza di essere sporchi e diversi a rendere scuri di pelle, il vero colore della pelle di queste persone è la delusione di non avere trovato alcuna salvezza, di avere sprecato la vita due volte, la prima nascendo dove non c’era spazio per te e la seconda arrivando in una terra che è altrettanto dura e straniera.

Sono queste le cose che vengono in mente mentre si legge di una cerimonia in quella periferia di tutto che è Pontedera, una cerimonia in cui le autorità concedevano la cittadinanza ai bambini stranieri nati nella città e che è stata interrotta da alcuni neonazisti.

I cui genitori, magari, si chiamano Assunta o Calogero….

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