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Olindo e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/10/2009

 olindoOlindo e la Rosa, o l’Olindo e Rosa, come loro preferirebbero, sono stati condannati in primo grado per la cd. Strage di Erba.
Hanno vinto un ergastolo.
Hanno proposto appello.
Sarà discusso.
Prima o poi.
Nel frattempo sono in prigione.
In due prigioni separate.
L’Olindo protesta perché vede la Rosa una volta ogni quindici giorni.
Per tre ore.
Nel resto del tempo, la sua anima è in letargo.
Senza la Rosa, l’anima dell’Olindo non ha ragione di esistere.
Forse è un trattamento crudele e degradante.
Non perché l’Olindo abbia diritto a vedere la Rosa.
Ma perché è del tutto inutile che non la veda (Cedu, 20 gennaio 2009, n. 24424: sono disumani quei trattamenti che, valutati, caso per caso, risultano sproporzionati alle naturali finalità afflittive della pena, anche se, forse, l’allontanamento dagli affetti familiari è una naturale pertinenza della detenzione).
Ma soprattutto se fossero nella medesima galera, lo Stato risparmierebbe i denari necessari a trasportare la Rosa dall’Olindo e l’Olindo non rilascerebbe più interviste a Panorama: 200 chilometri di cellulare, anda e rianda, due volte al mese, non credo che costino poco.

Anche oggi, non vale la pena di comprare il giornale

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/10/2009

Immagine 2La notizia di oggi, l’apertura dei giornali di questa giornata uggiosa, è che Clemente Mastella e la consorte Sandra Lonardo avevano messo in piedi una attenta fabbrica di raccomandazioni.
E’ una notizia?
O forse la notizia dovrebbe essere che qualcuno lo ha scoperto?
O che la magistratura ha aperto dei fascicoli su questa industria democratica?
Forse, oggi, non vale davvero la pena di comprare il giornale.
Anche oggi, meglio.

Lombardi l’infedele senza giustizia

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/10/2009

Immagine 1Lombardi Vallauri è un professore di filosofia del diritto.
E’ anche un nonno molto simpatico ed uno dei presidenti di commissione di laurea più divertenti di tutti i tempi.
Si è rivolto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per avere soddisfazione contro il provvedimento dell’Università Cattolica che non aveva accettato la sua domanda per il corso di filosofia del diritto nell’anno accademico 1998 – 1999.
Tanto il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato avevano ritenuto giustificato il provvedimento del Consiglio di Facoltà: la Chiesa cattolica aveva espresso il proprio veto all’insegnamento del prof. Vallauri, perché lo stesso si poneva in contrasto con i principi della religione cattolica e perciò costituiva un attentato al benessere spirituale degli studenti. La Chiesa cattolica ha il potere di esprimere il veto sugli insegnanti nelle scuole cattoliche a norma del Concordato. Il Concordato ha dignità costituzionale e non è consentito alle autorità dello Stato italiano discutere il veto della Chiesa cattolica senza interferire con l’esercizio delle prerogative che le spettano.
Per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, è stata violata la libertà di espressione dell’uomo Vallauri (Lombardo, nel press release), perché il Consiglio di Facoltà avrebbe potuto negargli l’insegnamento, di cui era titolare da oltre venti anni, solo dopo avere preso in considerazione le ragioni che sorreggevano il pronunciamento della Chiesa cattolica.
In altre parole, la Corte di Strasburgo non ha affermato che Vallauri aveva il diritto di insegnare in una università confessionale anche se le sue opinioni non coincidevano con quelle della confessione che finanzia l’università, o che lo Stato italiano non può accettare che la libertà di insegnamento possa essere limitata per ragioni di carattere confessionale, ma solo che le ragioni di carattere confessionale che militavano contro Vallauri avrebbero dovuto essere oggetto di una motivazione espressa.
Non è un gran passo in avanti per la libertà religiosa.
Il punto era – ed è dal 1972 – che l’Università Cattolica è una persona giuridica di diritto pubblico e come tale fa parte dello Stato apparato. Le norme concordatarie possono essere oggetto di sindacato da parte della Corte costituzionale (e oggi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) per contrasto con i principi fondamentali della Costituzione, che non possono essere modificati da una fonte subcostituzionale. La libertà di insegnamento è un principio fondamentale della Costituzione e non può essere limitata per ragioni di carattere confessionale.
In nessun caso.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel momento in cui afferma che l’art. 10 della Convenzione consente limitazioni della libertà di espressione che siano previste dalla legge e che abbiano uno scopo ragionevole, perché necessario ad una società democratica, riconosce anche che la limitazione del diritto all’insegnamento in una scuola confessionale può essere legittima in virtù di questo principio, massacra l’essenza della libertà di insegnamento, che è libertà di prescindere da qualsiasi imperativo di carattere religioso, etico o politico nella scelta delle pregiudiziali di carattere ideologico che rendono l’insegnare una attività inevitabilmente politica.
Non è una bella sentenza.
Per nulla.
Peggio, c’è solo l’osservatorio sulla giurisprudenza della Corte Europea della Presidenza del Consiglio dei Ministri che non ne fa minimamente parola. 

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