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Lombardi l’infedele senza giustizia

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/10/2009

Immagine 1Lombardi Vallauri è un professore di filosofia del diritto.
E’ anche un nonno molto simpatico ed uno dei presidenti di commissione di laurea più divertenti di tutti i tempi.
Si è rivolto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per avere soddisfazione contro il provvedimento dell’Università Cattolica che non aveva accettato la sua domanda per il corso di filosofia del diritto nell’anno accademico 1998 – 1999.
Tanto il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato avevano ritenuto giustificato il provvedimento del Consiglio di Facoltà: la Chiesa cattolica aveva espresso il proprio veto all’insegnamento del prof. Vallauri, perché lo stesso si poneva in contrasto con i principi della religione cattolica e perciò costituiva un attentato al benessere spirituale degli studenti. La Chiesa cattolica ha il potere di esprimere il veto sugli insegnanti nelle scuole cattoliche a norma del Concordato. Il Concordato ha dignità costituzionale e non è consentito alle autorità dello Stato italiano discutere il veto della Chiesa cattolica senza interferire con l’esercizio delle prerogative che le spettano.
Per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, è stata violata la libertà di espressione dell’uomo Vallauri (Lombardo, nel press release), perché il Consiglio di Facoltà avrebbe potuto negargli l’insegnamento, di cui era titolare da oltre venti anni, solo dopo avere preso in considerazione le ragioni che sorreggevano il pronunciamento della Chiesa cattolica.
In altre parole, la Corte di Strasburgo non ha affermato che Vallauri aveva il diritto di insegnare in una università confessionale anche se le sue opinioni non coincidevano con quelle della confessione che finanzia l’università, o che lo Stato italiano non può accettare che la libertà di insegnamento possa essere limitata per ragioni di carattere confessionale, ma solo che le ragioni di carattere confessionale che militavano contro Vallauri avrebbero dovuto essere oggetto di una motivazione espressa.
Non è un gran passo in avanti per la libertà religiosa.
Il punto era – ed è dal 1972 – che l’Università Cattolica è una persona giuridica di diritto pubblico e come tale fa parte dello Stato apparato. Le norme concordatarie possono essere oggetto di sindacato da parte della Corte costituzionale (e oggi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) per contrasto con i principi fondamentali della Costituzione, che non possono essere modificati da una fonte subcostituzionale. La libertà di insegnamento è un principio fondamentale della Costituzione e non può essere limitata per ragioni di carattere confessionale.
In nessun caso.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel momento in cui afferma che l’art. 10 della Convenzione consente limitazioni della libertà di espressione che siano previste dalla legge e che abbiano uno scopo ragionevole, perché necessario ad una società democratica, riconosce anche che la limitazione del diritto all’insegnamento in una scuola confessionale può essere legittima in virtù di questo principio, massacra l’essenza della libertà di insegnamento, che è libertà di prescindere da qualsiasi imperativo di carattere religioso, etico o politico nella scelta delle pregiudiziali di carattere ideologico che rendono l’insegnare una attività inevitabilmente politica.
Non è una bella sentenza.
Per nulla.
Peggio, c’è solo l’osservatorio sulla giurisprudenza della Corte Europea della Presidenza del Consiglio dei Ministri che non ne fa minimamente parola. 

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Il principe dice le bugie)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/10/2009

 BimbaImpertinenteBimba Impertinente ama le fiabe.
Le conosce.
Le piace ascoltarle anche se le conosce.
Il principe delle fiabe ama la principessa delle fiabe.
La ama senza alcuna condizione.
La ama per sempre.
Il principe delle fiabe, un qualsiasi principe delle fiabe, dice alla sua principessa:
–> Qualunque cosa succeda, io sarò sempre accanto a te…. Qualunque cosa succeda…
Ma se la sua principessa fosse BI, farebbe meglio a stare zitto.
Perché quando il principe dice in questo modo, BI, fino a quel momento sognante, imbambolata e perfettamente coinvolta dal transfert narrativo, urla:
–> Il principe è un bugiardo, io lo so che è un bugiardo, non funziona così … Non è vero che qualsiasi cosa succeda, lui c’è … Non è vero …
In serate come questa, Pinocchio è l’unica salvezza.

Sconcorsi

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/10/2009

laureaCommissione di concorso.
Straordinaria scocciatura densa di eufemismi.
Concorso banale: pochi spiccioli per divenire assistenti alla didattica, che è meno di nulla.
Ma di questi tempi suona come parecchio.
Il bando è unico per una pluralità di settori disciplinari.
Ogni settore disciplinare ha fotografato nei requisiti di ammissione il candidato che dovrebbe vincere.
I requisiti di ammissione sono quasi comici: studioso di marchi con particolare esperienza nel settore della registrazione di modelli ornamentali … studioso di diritto agrario con documentata esperienza nelle riforme agrarie leopoldine, etc.
Il verbale fa corpo con il bando: "il candidato xxx, dopo una attenta analisi del curriculum e lettura delle pubblicazioni allegate, risulta possedere i requisiti previsti dal bando e possiede una solida preparazione, nonché una attenta predisposizione per i temi oggetto dell’assegno".
Che è come non dire nulla.
Uno dei commissari completa la motivazione inserendo l’elenco delle pubblicazioni allegate: il candidato xxx ha scritto ___, ___, ___ …. La Commissione, dopo la lettura dei titoli che precedono, ritiene che il candidato possieda i titoli previsti dal bando e dimostri curiosità scientifica per i temi oggetto dell’assegno.
La seduta è prontamente aggiornata dal presidente della commissione, che chiede di eliminare l’elenco delle pubblicazioni.
Resistenza passiva del commissario.
Insistenza attiva del presidente.
La commissione ritarda i lavori, ma la resistenza passiva vince.
Il risultato è un verbale in cui chiunque può avere contezza dei titoli che sono stati esibiti e dei titoli che hanno vinto.
Il dubbio è se l’anno prossimo si seguirà o meno questo schema.
Forse no.
Sicuramente no.

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