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La Corte costituzionale ed il superenalotto

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/10/2009

ConsultaOggi, è attesa la sentenza sul cd. Lodo Alfano.
I giornali incorrono pronostici e chiacchierano di incostituzionalità, incostituzionalità parziale, inammissibilità, infondatezza, e quant’altro, costringendo i loro cronisti a ripetere l’esame di diritto costituzionale come se fosse una sessione di superenalotto.
Dal punto di vista costituzionale, dal punto di vista di uno studioso di diritto costituzionale, appare difficile sostenere l’incostituzionalità del Lodo Alfano.
Non perchè questa legge sia conforme alla Costituzione.
Non sembra esserlo.
Ma perchè le ordinanze che hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale evocano dei parametri che rendono molto complesso l’accoglimento della questione di illegittimità costituzionale.
Il più ficcante di questi parametri è l’art. 138, Cost., che chiederebbe, secondo le prospettive dei giudici milanesi, una legge costituzionale per introdurre la sospensione dei processi in favore del Primo Ministro.
Tuttavia, è un parametro costituzionale molto scivoloso, che costringerebbe la Corte a introdurre una forma di riserva di legge costituzionale non necessariamente evocata dal testo costituzionale ed è un parametro su cui la Corte si è pronunciata molto raramente: l’ultima volta, salvo errori, con la sentenza 372/2004, a proposito del riconoscimento di altre forme di convivenza more uxorio diverse dal matrimonio operata dallo Statuto della Regione Toscana e la sentenza fu, non a caso, di inammissibilità.
Eppure, politicamente parlando, la sentenza di incostituzionalità appare non improbabile dopo avere ascoltato gli interventi di Gaetano Pecorella, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e quindi avvocato istituzionalmente scomodo: una carica dello Stato non può difendere un’altra carica dello Stato dinanzi alla Corte costituzionale senza confondere le ragioni del libero foro con considerazioni politiche, e di Ghidini, che ha reso molto complicato per la Corte respingere la questione di legittimità costituzionale nel momento in cui ha affermato la superiorità del Presidente del Consiglio rispetto alle ragioni della giustizia per effetto della investitura popolare.
Il ragionamento di Ghidini, nella sostanza, ha costretto la Corte costituzionale in un angolo: se la Corte respingesse la questione di legittimità costituzionale riconoscerebbe il valore taumaturgico del voto popolare e questo sarebbe davvero troppo.
In questa situazione pare possibile quotare l’incostituzionalità del Lodo Alfano, almeno a 2,10, tanto per fare un numero.
Ma l’aspetto singolare è che questo non dipende dalle ragioni dei giudici milanesi, che avrebbero meritato un ben diverso fiato, ma dalla difesa del Premier, che lascia immaginare una congiura di palazzo, in cui si gioca un atout apparentemente azzardato: se la Corte accoglie la questione, gli avvocati del Premier acquistano un prestigio inimmaginabile perché ottengono l’avallo costituzionale sul plusvalore di legittimazione democratica del voto popolare. Se non l’accoglie, gli avvocati del premier vincono il premio Bruto perché potranno sostenere di essere i veri artefici della caduta del dittatore.
Da tempo, si parla di congiure e Arlecchino Calderoli ha mostrato più volte di vedere le mani di Letta su questa vicenda, che davvero sembra perfetta per le caratteristiche da gentiluomo del consigliori di Berlusconi.

Chi le ha sciolte (campane e carampane)?

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/10/2009

Gioco CampanaLa campana è un gioco antichissimo.
Spunta con una mamma attrezzata di gessetti colorati.
La classica madonnara da giardinetti, che si circonda di bambine e mostra loro come saltellare da una casella all’altra.
E’ bello vedere queste bambine che saltano.
Sono salti dolci e un ridere quieto.
Meno bello osservare certe mamme.
Orridi oggetti da giardinetti.
Le pinze nei capelli.
La tuta da ginnastica.
La maglietta che mostra addominali che sembrano salsicce di Poldo.
Inevitabile chiedersi chi ha il cuore di governarle.
Anche se, in effetti, il loro problema non è chi le governa ma chi ha smesso di governarle.
La prostata è una ghiandola capace di obiezioni di coscienza.

Chi li ha sciolti (L’inventrice della fica)?

21 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/10/2009

Violoncello
L’inventrice della fica non si chiama così.
Ha un nome e cognome.
Ma nessuno lo conosce.
Per tutti, è la donna che ha inventato la fica.
Soprattutto, per lei.
Che è fermamente convinta di: (i) avere inventato la fica verticale (tutte le altre hanno una vagina orizzontale, buona solo ed esclusivamente per il gioco delle bocce); (ii) essere l’unica donna in grado di suonare una suite per violoncello di Bach (praticamente Rostropovich con la sottana); (iii) poter fare perdere la testa a qualsiasi uomo, facendolo venire senza alcun bisogno di stringere le gambe, ma solo con lo sguardo (gli occhiali da sole sono quelli di Scatta il fluido erotico di Gabriel Pontello, ma a generi invertiti).
L’inventrice ha un fidanzato.
Anche lui ha un nome ed un cognome.
Che egualmente sono sconosciuti al pubblico condominiale che lo ha battezzato Ciabattina.
L’inventrice abita all’ultimo piano e Ciabattina viene spedito a fumare le sue sigarettine (post coito per gli ottimisti, post cena per i realisti, ma il dibattito sul punto è assai serrato) sulla porta esterna del palazzo, dove è possibile incontrarlo ad orari assurdi, in pigiama e, appunto, ciabattine, che fuma e chiede di lasciare il portone aperto.
L’inventrice ha anche papi e mami.
Che, i giorni dispari, si presentano con: camicie ed abiti lavati e stirati, spesa, suddivisa in pacchettini con identificazione del contenuto e del pasto cui il contenuto è destinato, attrezzatura per pulizie degna di una impresa specializzata.
Cazzo, facile, inventare la fica, così.

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