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Finale di partito al Colle Bereto

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/06/2009

colle2-1Primo scenario:
Mattina presto.
Molto presto.
Ingresso secondario della Procura della Repubblica.
Avvocati che non si vedono normalmente su questi selciati.
Di un certo tono.
Che godono di una certa familiarità con la magistratura requirente.
Strano.
Un avvocato del genere se è qui e aspetta fuori è perché deve parlare con urgenza.

Secondo scenario
Si scopre che durante la notte molti studi professionali e abitazioni sono stati perquisiti.
Si scopre che sono stati messi i sigilli a quattro locali ben frequentati per eccessivo uso di cocaina nei privèe.
Si possono immaginare, senza crederci, naturalmente, le ragioni della presenza degli avvocati.
Quei locali erano ben frequentati.
In particolare, da certi politici molto legati alla Amministrazione comunale appena trapassata e dallo stesso Matteo Renzi che ci ha trascorso una non minore parte della sua campagna elettorale.
Strano che di una cosa che tutti sapevano e sanno, nessuno si fosse mai accorto, malgrado che due di essi si trovino nello stesso isolato della Procura della Repubblica.

Terzo scenario
Potrebbe essere iniziato un interessante finale di partita.
Magari adesso qualcuno scoprirà anche che sopra uno di questi locali c’è una casa di appuntamenti.
O c’era fino a pochi giorni fa.
Ma lì ci andavano davvero in troppi.

La repubblica dei referendum quindici anni dopo

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/06/2009

AstrazioniIl referendum elettorale non ha raggiunto il quorum.
Non è una novità: è dal 1997 che succede.
Sono passati quindici anni dalla stagione referendaria del 1993.
Quando Anna Chimenti definì la crisi del sistema parlamentare come repubblica dei referendum e i costituzionalisti concentravano i loro tomi sui limiti della ammissibilità del ricorso alla democrazia diretta.
Eppure la crisi del sistema parlamentare non è per niente finita.
Il sistema parlamentare si è evoluto in una sorta di regime dell’esecutivo con forti venature plebiscitarie o neocesariste, secondo la definizione di Azzariti (Il Manifesto del 18 giugno).
In questo sistema, il Parlamento si esprime con un voto che non è più sintesi politica, ma, per effetto dell’abnorme ricorso alla fiducia, espressione di un referendum sulla politica governativa.
Come dire: il voto parlamentare ha un senso nei sistemi parlamentari perché riesce a esprimere un indirizzo politico capace di mediare fra maggioranze e opposizioni attraverso una dialettica, fatta di complessi emendamenti e di attente discussioni. Nel momento in cui il Governo presenta al Parlamento testi bloccati dalla fiducia e sui quali l’unico voto possibile è un si o un no, il Parlamento assume un ruolo referendario circa l’indirizzo politico di maggioranza che viene ad essere espresso solo dal Consiglio dei Ministri e dal Capo del Governo, in particolare.
Probabilmente, i tre referendum elettorali sono falliti anche per questo: gli elettori si rendono perfettamente conto che il loro ruolo è ormai del tutto marginale e si riespande, se così si può dire, solo nella competizione politica nazionale, per poi scomparire del tutto.
In questo schema, il referendum popolare è del tutto inutile perché la funzione referendaria è divenuta la principale attribuzione del Parlamento.
Eppure, l’omino di latta bendato con solo la bocca per parlare è una discreta immagine del referendum: al corpo elettorale in una democrazia parlamentare resta solo il referendum per inviare i propri messaggi al sistema della rappresentanza politica.
Rinunciare a questa attribuzione ammantando di inutilità l’istituto attraverso l’astensione non sembra una buona idea.
Soprattutto se il referendum aveva per oggetto una disciplina elettorale più che discutibile e del tutto coerente con il movimento neocesarista che sta lentamente invadendo il tessuto costituzionale.

Nessuno tocchi Papino

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/06/2009

berlusindoneIl Noemi_Gate si sta diffondendo.
Non più "solo" una signorina di Casoria che riceve una strana visita del Capo del Governo per il suo compleanno e un regalo piuttosto singolare.
Adesso, con ritmi ska, si aggiungono: (i) i memoriali della escort con registrazioni e video: Andiamo nel lettone? Non hai più voce?_Ieri sera hai gridato troppo; (ii) le amiche della escort che confermano il tutto, precisando di non essere escort ma "ragazze immagine"; (iii) le signorine dell’est che avrebbero affollato le feste a Villa Certosa; (iv) la deputata europea con funzioni di lenone.
In un crescendo da Fiera dell’Est: la minorenne che porta alla donna perduta che porta alle prostitute dell’est che non si sa ancora a cosa porteranno: il trans potrebbe essere un bel passaggio per il G8.
Le difese del miliardario ridens sono nervose: la Bergamini (Corsera del 18 giugno) paragona Berlusconi a Catilina in una lettera troppo accorta per dimenticare che lo stesso paragone era stato escogitato da Saramago in un articolo del 16 maggio sullo stesso giornale tutt’altro che lusinghiero: Berlusconi come Catilina ma nessun Cicerone in vista era il filo rosso del ragionamento portato avanti dallo scrittore piuttosto esperto di dittature.
Berluschini si attacca alla privacy e alla irrilevanza penale dell’utilizzatore finale in una fattispecie di sfruttamento della prostituzione.
Feltri ricorda l’intervento alla prostata che renderebbe il Capo del Governo incapace di governare il proprio inguine.
Giulianone cerca una scialuppa, capiente.
Con rapida freddezza, forse, gli aspetti da osservare sono due.
Primo, appare indubbio che il Primo Ministro ricorra alla forza del mercato per le proprie soddisfazioni sessuali. Probabilmente non ne avrebbe bisogno: una persona nelle sue condizioni non ha bisogno di pagare né per invitare delle belle ragazze ad una festa, né per corteggiarle con successo. Se paga, lo fa perché non vuole avere problemi. Vuole essere sicuro che una volta consumato vadano via con la loro busta senza chiedere null’altro: da uomo di mondo, sa benissimo che le donne non si pagano perché vengano ma perché vadano via.
Di conseguenza, il Presidente del Consiglio è un incapace.
Ma questa può essere una questione che non ha rilevanza politica, poiché riguarda esclusivamente le qualità umane del Primo Ministro scelto dagli italiani.
Secondo, appare indubbio che la signora D’Addario sia stata pagata da un terzo che poteva avere interesse a ricevere dei vantaggi dal Capo del Governo.
Appare anche indubbio che il corrispettivo abbia onorato una prestazione che si è svolta di notte in un letto grande.
Appare probabile che il mediatore di questo negozio abbia ricevuto o sperato di ricevere una qualche contropartita.
Qui, la sostanza politica del problema – giuridicamente coperta dal lodo Alfano -, il Presidente del Consiglio è felice di ricevere a casa propria delle escort che sono pagata da un terzo ovvero è disposto a correre il rischio di poter essere ricattato.
Il che non è pericoloso solo per lui.
E’ pericoloso per il Paese.
Ma su questo il sottosegretario Letta riferirà al Comitato Parlamentare di controllo sui servizi segreti.

P.s.
Il titolo è farina dell’unico costituzionalista che conosce le canzoni di Gaber a memoria e le sa cantare alla perfezione.

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