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Suona

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/02/2009

SuonaSuona.
Anche oggi, suona.
Mozart.
Con delicata forza.
Colori freddi.
Nitidi.
Perfetti.
Come ogni mattina.
Verso le undici e fino al pomeriggio.
Senza interrompersi.
Anziana, oltre ogni misura.
Vestita di cenci.
Degli stessi cenci in estate come di inverno.
Le gambe piegate verso l’esterno.
Fasciate a contenere le vene varicose sotto le calze ortopodiche.
I piedi sformati di diabete.
Sporca come sa esserlo una vecchia sola.
Che vive degli avanzi della parrocchia.
Eppure il suo pianoforte ha un suono meraviglioso.
Dietro al suo pianoforte, lei non è più lei.
E’ quello che era oppure diventa ciò che non è mai stata.

P.s.
L’immagine viene da:
http://polpadipomodoro.spaces.live.com/blog/

Lei corre (RunningBecco)

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/02/2009

RunningLei corre.
Corre appena lui torna a casa.
Lei esce e corre.
Un’ora, due ore.
Qualche volta, due ore e mezza.
Torna e si butta dentro alla doccia.
Un bacio lieve e distratto.
Lui sa che non è sudata.
Sa che quell’odore che ha addosso non è il suo.
Nè il suo di lei.
Nè il suo di lui.
Lascia alla doccia il compito di farla tornare serena e finisce di cucinare.
Molto semplicemente.
Quando esce, lei si ferma.
Adesso, bacia i bambini.
A lui, basta questa tenerezza.
Basta questa attenzione.
Basta che li baci dopo, non prima.
E lascia che la sua anima diventi una pietra.
Che la veda come una pietra ascolta il freddo o la pioggia.

Chi li ha sciolti? (Noi non ci conosciamo, vero?)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/02/2009

BenvenutiInCasaGoriCena.
Piacevole.
Più o meno, persone che si conoscono bene.
Persone che fa piacere incontrare.
Tranne una coppia.
Non la si conosce bene.
Ci si ricorda di conoscerla.
Ci si ricorda perché lui era a un ristorante – più vicino alla luna che a qualsiasi luogo civile – con una lei che non era lei.
Non troppo tempo fa.
E si ricorda che lui lasciò subito il ristorante, mentre la lei che non era lei ci mise del tempo prima di capire che lui se ne era andato.
Sicché si sorride con cortesia quando lui dice: Noi non ci conosciamo, vero?
Certo, noi non ci conosciamo.
Come dire: Stai tranquillo, non mi ricordo di te al punto che non ti avrei potuto riconoscere.
Se, però, lei che è lei osserva che le tue figlie hanno i capelli di un color canapa inspiegabile, con fare malignamente ammiccante, viene voglia di ricordare.
Sono discorsi che è meglio non fare.
Non si sa mai che cosa potrebbe ricordare la persona a cui si fanno.

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