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La pulizia della Facoltà

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/09/2008

PISCIATOIO FONZIES SI
La Facoltà è lercia.
Lercia come solo un edificio pubblico sa essere.
I bidelli non puliscono più per statuto.
Puliscono due imprese, anzi tre.
Una, i bagni; un’altra le aule; la terza, i dipartimenti.
Di conseguenza, l’esterno, i corridoi davanti alle aule e le scale non vengono puliti.
Tuttavia il problema maggiore sono gli urinatoi.
L’abitudine è tappare i buchi che consentono il deflusso dei liquidi con delle gomme da masticare e fare delle piscine.
La dott.ssa _____ è rimasta scandalizzata.
Ha preteso una discussione del problema da parte del Consiglio di Facoltà.
Sono necessarie sanzioni.
Sanzioni esemplari: la sospensione dalle lezioni, la perdita del diritto di presentarsi agli esami per una sessione … La descrizione della violazione sul libretto nello spazio dedicato alla annotazione degli esami di profitto …
Il problema, però, è un altro.
Che ci va lei a guardare gli studenti mentre fanno pipì?
Io non mi ci metto davvero.

P.s.
La foto viene da:
http://www.salentouniversita.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=176&mode=thread&order=0&thold=0

Pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente (OmoFuturista)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/09/2008

BimbaImpertinenteCena.
Seria.
Seduta.
Imbarazzo della padrona di casa al momento di assegnare i posti.
Gli uomini sono più delle donne: la tavola sarà inevitabilmente aritmica.
Tizio.
Impettito come un futurista al Casaggi.
Barbuto come castrista in Rhodesia.
Ha fatto furore durante l’aperitivo.
Quella casa, così carina, uno scalone meravigliosamente rinascimentale … Ma i barboni … No, non si poteva acquistare … Ed era anche un prezzo così mite e ragionevole: 2MlnEuro per più di 400mq …
La morte … Io adoro la morte … E’ così tremendamente intrigante … Il buio, la notte, la guerra …
I nobili … Oh, i nobili sono comunisti … Sono comunisti perché hanno paura degli espropri …
Il tutto con mossette e un intercalare di voooooilllà, un gesticolare che carezza il vicino.
Penso a cosa direbbe Bimba Impertinente mentre la padrona di casa cerca di trovare l’algoritmo corretto per dare a ciascuno una sedia.
Immagino un terribile: Lui, lui sa fare benissimo la donna …
Sorrido e me lo trovo accanto.
Felice che B.I. sia, naturalmente, restata a casa.

Scene da un matrimonio (in Comune)

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/09/2008

SposaPalazzo vecchio – Castello vecchio, per Bimba Impertinente, che distingue fra palazzi e castelli a seconda che ci sia o non ci sia una torre – e’ una fabbrica di matrimoni.
Un matrimonio ogni quindici minuti.
Dalle otto alle quattordici.
Agghiacciante.
Soprattutto l’accumularsi degli sposi e degli invitati dentro al metal detector, il loro faticoso scambiarsi lungo le scale, il montarsi senza pieta’ nel disimpegno fatto attesa.
Gli sposi riescono ad esprimersi in termini tali da scoraggiare l’invasione del pianeta ad opera della piu’ pervicace razza di extraterrestri.
Comincia una topolona sui cinquanta infagottata di terital – con addosso l’odore pungente del sudore che stagna l’ascella sintetica – e abbracciata ad un moro che non raggiunge i venti anni (Ma babbo chi è che si sposa? Commenta B.I., che è anche un po’ bigotta e perbenista).
Continua una disgraziata vestita come la Venere del Botticelli che si accompagna ad un tipo identico a Clint Eastwood in un film di Sergio Leone, cavallo a parte.
Poi giapponesi e giapponesi, compreso un corteo tradizionale, con tamburi e corni vari.
La cerimonia è un bidello un po’ doddo che introduce il rito con "Signori, Vi prego di fare silenzio e spengere i cellulari, non spingete e, soprattutto, vogliate comprendere l’importanza del rito che andiamo a celebrare", un consgiliere comunale che lo prende per il naso (Dopo queste brevi ma efficaci parole, possiamo iniziare), una musichetta da balera autunnale, flash e riflash.
Termina con il rituale: Qualcuno vuole dire qualcosa? Se vuole, lo faccia, ma nel rispetto di chi sta aspettando il suo turno.
Tipo legge un brano del vangelo.
Tipa legge un pezzo di film.
Primo genitore, un canto di Catullo.
Secondo genitore fa un discorso sul genere: Noi che abbiamo fatto il sessantotto sappiamo bene che i giovani sono sempre meglio degli anziani eppoi legge If di Kipling, che chiama nostro fratello e gran maestro, ostentando la propria appartenenza alla massoneria.
Il bidello, a questo punto e fortunatamente, interviene facendo sloggiare la sala.
Resta, per fortuna, il sorriso degli sposi e la felicità di B.I.: Babbo, anche questa volta mi hanno fatto fare la damigella.

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