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Il movimento per la vita: dai cassonetti alla moratoria

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/02/2008

E’ stato scritto che la moratoria degli aborti è una formidabile trovata elettorale.
Forse è qualcosa di più e di diverso.
Nella moratoria degli aborti, c’è il tentativo di fare politica attraverso dei temi etici e religiosi.
Ovvero di introdurre nella politica degli elementi di antipolitica.
L’etica e la religione sono terreni dominati da posizioni originarie assolute.
Da idee personali, che non ammettono replica o argomenti contrari, perché precedono la ragione.
Appartengono alla sfera del cielo stellato, non alla difficile arte di trovare dei punti di intersezione che consentano agli individui di dialogare fra di loro e di condividere l’elaborazione di un indirizzo politico comune.
Per questo motivo, i temi etici e religiosi non dovrebbero entrare in politica.
Non possono fare politica perché la politica – in democrazia – è il regno delle ideologie liquide, ovvero delle ideologie che possono liquefare la graniticità degli ideali nel confronto fra di loro, per trovare una sintesi ragionevole di posizioni originarie potenzialmente opposte.
E’ possibile immaginare un compromesso fra Berlusconi e Veltroni sui meccanismi elettorali ed è anche possibile che questo compromesso sia un momento alto, sia un punto di incontro migliore di entrambi i punti di partenza.
Non è possibile, invece, immaginare un compromesso fra il Papa e la Bonino sul tema dell’aborto e se ci fosse un compromesso non sarebbe un momento alto: sarebbe comunque la rinuncia di uno dei due ad una parte dei suoi ideali.
Per queste ragioni, etica e religione in politica assomigliano a delle armi improprie: sono degli slogan che la disciplina in materia di par condicio dovrebbe vietare.
L’ingresso in campo del Movimento per la vita nelle sarabande preelettorali di questi giorni è un fuor d’opera.
Il Movimento per la vita esprime un ideale, religioso prima che etico, che non dovrebbe fare politica, perché non può accettare compromessi.
Perciò sarebbe carino che il Movimento per la vita riprendesse la sua attività normale, appiccicando i soliti adesivi con il pupo disegnato sopra sui cassonetti della spazzatura.
Ma aspettarsi ragionevolezza da gente che ritiene di poter dialogare con una madre che cestina il figlio attraverso un adesivo è, forse, un po’ troppo.

Lunedi’, fisiatra (nano azzimato)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/02/2008

E’ alto poco piu’ di sessanta centimetri sopra il metro.
Azzimato come solo i nanetti sanno essere.
La sciarpa di cachemire portata con un movimento ampio, quasi che non corresse il rischio di inciampare.
La cravatta che segue la moda immaginaria di chi non e’ abituato a portarla ma solo a vederla su Ridge di Beautiful (si chiamava cosi’?).
Il vestito tagliato sulla moda di Frankie Cali’.
Siede impettito: il classico mezzo uomo che allontana il cuore dal culo irrigidendo la schiena.
Entra la sua dottoressa: 40 anni di un impermeabile ampio con calze nere e decollete lucide. Un sogno da luci al neon, lento ricordo di un tram chiamato desiderio.
Si irrigidisce ancora di piu’, drizza il collo come se il suo naso avesse una erezione.
Non e’ difficile immaginarlo steso sul lettino, con un qualche slip_esalta_pacco, della stessa ditta che produce i mocassini del miliardario ridens.
Ma – caspita e pofferbacco – possibile che ci sia gente che si finge malata per l’illusione di un corteggiamento?
In fondo anche questo e’ pagare.

Il fisco di Valentino: osservazioni qualunquiste

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/02/2008

Qualche mese fa, sulla metà di agosto, Valentino Rossi è stato oggetto di un avviso di accertamento per oltre 120 Milioni di Euro.
La questione è stata su tutti i giornali.
Il problema era se effettivamente il centro della sua vita personale fosse Londra, dove aveva fissato la residenza, o la Romagna, dove pare che abiti.
Nel primo caso, avrebbe dovuto pagare le tasse alla Regina di Inghilterra, nel secondo a Napolitano.
All’epoca apparve a rete unificate con un video di gusto piuttosto discutibile ed indimenticato.
Oggi, si sa che Valentino Rossi ha chiuso ogni controversia con il fisco pagando 20 Milioni di Euro.
Una cifra sicuramente molto significativa.
Ma molto meno ingombrante di 120 Milioni di Euro.
Non sembra molto giusto.
Le tasse sono un dovere.
Un dovere spiacevole, ma un dovere.
E non sembrano poter essere oggetto di transazioni.
Prima di tutto, perché le transazioni introducono un elemento di disparità di trattamento fra chi ha pagato tutto quando doveva pagare e chi ha aspettato il contenzioso per chiudere una lite risparmiando cifre importanti.
Ma anche perché dietro alle tasse ci sono dei doveri di solidarietà, che vengono misurati – costituzionalmente ponderati – sul parametro della capacità contributiva e la capacità contributiva non può cambiare in virtù di una transazione.
La transazione poteva essere corretta solo se il fisco avesse sbagliato l’avviso di accertamento.
Però avrebbe dovuto chiamarsi rettifica, non transazione.
E’ un ragionamento qualunquista ma non si può davvero fare a meno di osservare che 20 Milioni sono poco più del 15% di 120 Milioni.
Poco.
Davvero poco.

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