• Follow us on Twitter
  • RSS
Un altro giorno da descrivere close

ProfStanco

  • Home
  • Blog

Chi li ha sciolti? (Cuckhold)

22 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/02/2008

E’ da qualche parte su splinder.
Mi ci è cascato l’occhio.
Lui racconta tutto contento che la moglie è tornata e lo ha svegliato, lo ha baciato e gli ha chiesto: Senti nulla di diverso? (bella domanda del piffero per uno che fino ad un attimo prima dormiva della grossa, viene da dire)
Lui dice di non aver sentito nulla di diverso, ma lei gli avrebbe confessato: Sai sono uscita con ____, abbiamo fatto l’amore, lui ha sversato nella mia bocca ed io non mi sono potuta "esumare" dal trangugiare tutto il suo desiderio.
Avrei risposto con un: E me lo vieni anche a dire? Brutta ____ che non sei altro!
La mia flemma, temo, si sarebbe trasfigurata in sonori ceffoni.
Lui, no.
Era tutto contento: Come la amo … Come è stata carina … Come mi eccita …
Sarò anche limitato ma non riesco a condividere.
Essere baciato da una che ha in bocca il sapore di un altro mi manderebbe in bestia.
Parecchio.

Lei (Una come tante, ma non se ne è mai accorta)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/02/2008

E’ una come tante.
Non nel senso di normale, perché, in fondo, siamo tutti un po’ normali.
Ma proprio nel senso di qualunque.
Una persona qualsiasi.
Però e tuttavia, non se ne è mai accorta.
E’ assolutamente convinta – ferocemente convinta – convinta in buona fede di essere una persona particolare.
Così se deve arrivare ad una festa arriva all’ultimo.
Entra come se fosse Audrey Hepburn.
Ma non lo è.
Per nulla e affatto.
Perciò e allora, la sua entrata – il suo ingresso – quel penetrare la stanza come se avesse un fascino a forma di coltello non sortisce nessun effetto.
Tutto resta come prima.
Tranne lei, imbronciata su un divano, sola come solo lei sa essere sola, una bambina viziata che comincia ad accorgersi che quell’aria da lolita stona con la crema per il viso che indossa prima di andare a letto.
Forse diventa bella.
Forse, in quel momento, diventa bella.
Ma è quasi impossibile accorgersene: per come è entrata, è quasi impossibile accorgersene.

L’ultimo dei merdaioli

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/02/2008

Il merdaiolo è stato un mestiere.
Un mestiere piuttosto faticoso: si trattava di entrare dentro le fosse biologhe e scavare la merda, buttandola su un carretto per evitare che tracimasse.
Era l’ultimo dei merdaioli.
Aveva fatto questa vita e poi era stato messo da parte dalla tecnologia degli spurghi.
Era un uomo mite.
Piccolo.
Magro, di quella magrezza nervosa che svela una muscolatura feroce.
Fece l’imbianchino.
Senza fortuna.
Studiò a lungo per una patente da autista di bus.
La prese.
Vinse il concorso per guidare gli autobus di linea.
Diventò un autista ferocissimo.
Aveva un elevatissima considerazione per il codice della strada che utilizzava come se fosse una arma impropria: Il pedone non attraversa sulle strisce ed io accellero, Quella macchina non rispetta lo stop ed io ci vado contro, Quel tizio è in bicicletta sulla corsia preferenziale faccio del mio meglio per passarci sopra.
Il tutto finiva con qualcuno che si imbestialiva: Hai ragione ed io ho torto ma dovevi proprio venirmi addosso?
Le discussioni spesso degeneravano sul piano fisico.
Lo ricordo bene perché era il babbo di una mia compagna delle elementari e le sue liti diventavano fascicoli sulla scrivania di mio padre, che faceva il penalista.
Un giorno, avevo diciotto anni, si decise di andare ad una festa del vino poco fuori porta.
La macchina era una cinquecento.
Blu.
Lustra.
Bellissima.
Guidava il Bellotti, che considerava qualsiasi vettura come se lei fosse una Ferrari California e lui Steve McQueen.
Eravamo in cinque.
Tutti pregavamo il Bellotti di andare più piano.
Il Bellotti se ne fregava.
Ad un certo punto il Bellotti attraversò la strada ad un bus.
Il bus inchiodò.
Era il babbo della mia amica.
Invecchiato.
In altri tempi, ci avrebbe schiacciati.
Si limitò ad inchiodare ed a abbassare il finestrino: Vai piano, imbecille, disse.
Il Bellotti si fece tutto rosso.
Tirò fuori la testa dal finestrino.
Una testona da pupo.
Gridò: Se le teste di cazze volassero, tu saresti un’aquila; casa tua sarebbe un aeroporto e [per mangiare ci vorrebbe la fionda].
Non finì.
L’ultimo dei merdaioli era sceso e gli aveva appioppato un manrovescio a mano aperta in pieno viso.
Il Bellotti si limitò ad infilare nuovamente la testa da pupo, vistosamente arrossata, nella macchina ed a ripartire fingendo indifferenza.
Noi ci limitammo a scoppiare a ridere.
Il Bellotti lo abbiamo visto sempre più di rado, finché non è diventato uno dei tanti fantasmi che abitano i ricordi di quegli anni.

Page 354 of 425«‹352353354355356›»

Ultimi Tweets

  • https://t.co/f3p1xGFuox Se Rousseau vota Draghi, M5S si divide e Meloni non è più sola per Copasir etc. 13:09:42 12 Febbraio 2021

Archivi

Segui @ProfStanco

RSS

  • RSS – Articoli

Articoli recenti

  • L’estate sta finendo
  • Il vero italiano
  • Sogno atipico (il sangue non mente)

Categorie

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized

Interesting links

Besides are some interesting links for you! Enjoy your stay :)

Pages

  • Blog
  • Welcome

Categories

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized
© Copyright - ProfStanco - Wordpress Theme by Kriesi.at