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Giuli-Anone

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/12/2007

Da anni, Luttazzi definisce Ferrara nei suoi spettacoli Giuli-Anone, ovvero il residuo di sperma e di cacca che resta sul lenzuolo dopo un rapporto anale.
Adesso è stato sospeso il suo programma perché ha suggerito come metodo per non pensare al dramma della guerra in Iraq l’immagine di Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in gola e la Santanché in completo sadomaso che frusta tutti i baccanti.
Ne è nata una polemica sul diritto di satira.
Forse non è una polemica che coglie nel segno.
Forse la questione non riguarda il diritto di satira ma il rapporto fra editore, direttore responsabile ed autori.
L’editore ha diritto di sviluppare la propria libertà di iniziativa economica nel settore delle comunicazioni prevedendo una linea editoriale.
Esattamente come il fabbricante di auto ha il diritto di decidere i modelli che intende proporre al mercato.
Non ci deve essere nulla di strano.
Come non ci deve essere nulla di strano se un editore decide di usare come modello editoriale l’assenza di una linea editoriale.
Nello stesso tempo, Ferrara, per quanto enormemente antipatico, ha il diritto di non essere chiamato Giuli-Anone in pubblico e di non essere evocato dentro una scenetta feticista.
Questo diritto è anche di Berlusconi o Dell’Utri, di Previti e della Santanché, ai quali probabilmente non ha fatto piacere essere immaginati mentre si sfogavano sul direttore del Foglio.
La satira che colpisce le persone è facile.
Ma è satira?
No, ricorda in bambini che prendono in giro i compagni con gli occhiali.
Non solo: se ci si pensa un pò, pare un esercizio piuttosto fascista.
Non si critica l’avversario per quello che pensa, ma per quello che può apparire e si usa il privato per demolire la sua immagine pubblica.

Sandra si sposa

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2007

Sandra si sposa.


Si vuole sposare in chiesa.


Ed ha trovato un giovane sacerdote disposto a somministrarle il sacramento.


Sandra ha cambiato sesso un certo numero di anni fa ed adesso e’ una non più giovane signora che convive con un coetaneo.


Che Sandra si possa voler sposare puo’ essere normale.


Che si voglia sposare in Chiesa, secondo il principio per cui i matrimoni civili sono feste tristi, e’ una sua scelta.


Ma che il giovane e sensibilmente mediatico sacerdote faccia di tutto questo un comunicato stampa e lo trasporti in televisione dopo averlo fatto trascendere dalla Nazione fino al Corsera, forse non e’ il massimo del buon gusto.


Prima di tutto, sono fatti di Sandra e del suo compagno.


Sono anche fatti lontani dal tema dei pacs e dei matrimoni omologhi: Sandra e’ sposata civilmente perche’ ha ottenuto la rettifica di sesso.


La sostanza della questione e’ se la chiesa cattolica puo’ considerare il matrimonio religioso un fatto necessariamente eterosessuale.


Mi pare – e lo dico molto laicamente – che questo diritto le debba essere garantito.


Il resto mi pare siano chiacchere che forse non fanno nemmeno troppo bene ad una persona che probabilmente ha gia’ avuto abbastanza da soffrire per le parole spese inutilmente su di lei e le sue scelte.

il cilicio in Senato

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2007

Si dice che la senatrice Binetti porti il cilicio.


Si dice anche che sia affiliata alla opus dei, organizzazione piuttosto complessa da decifrare nelle sue incursioni politiche.


Si dice che spesso sul suo voto pesi l’influenza della conferenza episcopale, organismo che non dovrebbe avere molto a che spartire con la dialettica politica repubblicana.


Secondo taluni le opinioni religiose della Binetti potrebbero essere utili al partito democratico: la sfera laica potrebbe essere arricchita dal sentimento religioso se il sentimento religioso fosse disposto a lasciarsi arricchire dalla sfera laica.


In realta’ dispiace essere costretti ad osservare che non puo’ essere cosi’.


La Binetti fonda il proprio sentimento religioso su una opzione trascendente. Su una posizione originaria che si fonda come “vera” e che e’ autoreferente.


Il pensiero laico e’ necessariamente debole nelle sue opzioni finale: crede al dialogo più che alla verita’.


Il partito democratico non puo’ ospitare la Binetti più di quanto possa ospitare un integralista islamico perche’ non puo’ ospitare posizioni originarie illiberali.


Forse nemmeno il Senato la dovrebbe ospitare.


E dispiace dover rilevare che posizioni di questo genere suonano molto più vicine al fascismo che non ai nobili padri della Costituzione.

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