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Ancora il trans di piazza Savonarola

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/10/2007

Un pomeriggio.
Una bimba, la classica bimba da piazza Savonarola: bionda, carinissima, perfetta nel suo essere smorfiosa.
Una donna, per nulla la classica signora di piazza Savonarola: bionda di un colore maltinto, i capelli radi e fini,  gli abiti che sanno di miseria, nemmeno troppo dignitosa.
La bimba chiede qualcosa alla madre, che invece è la perfetta signora di piazza Savonarola: bella, come se fosse appena uscita dal parrucchiere, le mani affusolate, elegantemente informale.
La bimba ha un vocione di baritono.
La donna, quella brutta, dice della bambina: "caspita, che voce. Sembra un travestito".
Non vede Meri, il trans, dietro di lei, dietro di loro, a pochi passi.
Ne sente la presenza e dice: "Scusa".
Meri sorride, velenosa: "Di nulla, io sono una donna".
Ostenta il bacino, chirurigicamente perfetto, le mani sui fianchi, a mostrare la sua magrezza, lo spinge in avanti, come in un passo di una danza ad evidenziare l’esito della rettifica. E continua:
"Eppoi, mica tutte si possono mettere dei jeans come questi". Perfida.

Chi li ha sciolti? (secondo)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/10/2007

Chi è che stamattina ha sciolto:
–   la tipa in carne con minigonna nera aderente, gambe modello colonna dorica, e collant rosa shocking;
–   il tipo con gli occhiali spessi che fruga fra i pornazzi del giornalaio alle nove del mattino;
–   il conducente del treno che ha deciso di partire con cinque minuti di anticipo e mi ha lasciato a piedi;
–   l’orologiaio che mi ha restituito un orologio che perde cinque minuti al giorno;
–   mio fratello che si è infilato un abito di sartoria, una camicia con le cifre ed i gemelli, ma la tiene aperta su una maglietta che ha almeno cinque giorni (a giudicare dal collo laido);
–   la strafica che porta a spasso il barboncino, rimane incastrata con un tacco a spillo nel selciato sconnesso, e tira un moccolo;
–   il cameriere che allucchetta sempre la sua bicicletta, bloccando la mia?
Ecco, anche stamani, se chi ha sciolto questa pepiniera di imbecilli, li riportasse a casa, forse non sarebbe un grave problema per l’umanità

Mancie

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/10/2007

Poco più che ragazzo, fui spedito a Milano.
Dovevo portare qualcosa a qualcuno in prima mattinata.
E mi  fu fissato un albergo.
Un albergo di lusso.
Di quelli con l’omino vestito da generale che apre la porta.
Dopo essermi registrato, il facchino mi prese la valigia.
Provai un sincero imbarazzo e passai tutto il tempo fra il bancone della reception e la mia camera a chiedermi cosa dovevo fare.
Il facchino mi aprì la camera, mi spiegò le solite cose: gli interruttori, la televisione e tutto il resto.
Poi fece per andare via.
Io feci per prendere il portafoglio.
Lui mi guardò e disse: "No, la prego: è il mio mestiere".
Ed ancora oggi arrossisco e non sono capace di dare una mancia.
Nemmeno i venti centesimi del piattino di un bar napoletano.

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