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Chi li ha sciolti? (primo)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/10/2007

Chi è che anche stamani ha sciolto:
–   i vigili urbani a cavallo, che non hanno mai capito di non essere a Central Park,
–   le vigilesse con le calze a rete, che sacrificano le loro vene varicose sull’altare di una seduzione grottesca,
–   quelli con il banchetto delle firme contro la droga: "yur sigg againss droccs" che continuano a devastarmi la quiete del basso ventre senza capire che non sono inglese,
–   il barista che si sente in dovere di narrare la composizione del menu serale e la sua contemplazione notturna del dio gaviscon, come se me ne fregasse qualcosa,
–   il banchiere, un banchiere vero con dodici cognomi, che prima ti saluta deferente e poi si gira verso il mendicante che gli chiede l’elemosina con un "basta, hai rotto i coglioni", che non sfigurerebbe in una commedia in vernacolo,
–   il furbetto con il cartello da invalido che posteggia in pieno divieto di sosta ed in palese zona blu per scaricare una sacca da  golf di Luis Vuitton,
–   l’anziano invalido con il cappellino da baseball d’ordinanza che guida semidisteso, gli occhi a fanale appena al di sopra del volante, e cerca di centrarti, costringendoti a fare la figura del toro, davanti ad un corteo di turisti giapponesi che non si esumano da scattare fotografie?

Il trans di piazza Savonarola

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/10/2007

Se piazza Savonarola, è una piazza a strati, nel senso che vi si trova di tutto, ma veramente di tutto, nel suo strato più profondo c’è Mery, il trans.
Lo si può trovare a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Non esercita la sua professionalità in piazza.
Si limita a portarci i cani.
Due orrendi Chihuhua, lunghi non più di trenta centimetri.
Legati alla loro padrona con un guinzaglio a molla da dieci metri.
Mery fuma le multifilter.
Lunghissime, una dietro l’altra, tutte consumate fino a bruciare le dita.
Viene da Trani.
Ed è un personaggio dalle frasi storiche.
Sul genere: "non è importante come si nasce. Guarda me: sono un carciofo che è diventato un fiore".
Oppure: " i cani sono cani. Non si possono confondere i cani con i bambini".
O, ancora, "non sopporto gli anziani con i badanti. La solitudine è uno stato dell’anima che si deve affrontare con dignità".
La si vede sempre a parlare con le mamme dei bambini.
Fa gente e le piace farsi ascoltare.
Consiglia generosamente in caso di crisi coniugali, raccontando del suo uomo, che russa, le ruba le coperte.
La costringe a dormire seduta su un angolo del talamo.
Ma è un vero uomo.
Un torello, secondo quanto dicono i vicini che godono la colonna sonora dei loro amplessi a finestre aperte durante il periodo estivo.
Mery porta lunghi capelli ossigenati, un’ombra di baffi, i seni a balcone – a terrazza, si potrebbe dire -, i jeans attillati sul bacino per far vedere il successo della operazione di riattribuzione chirurgica del sesso.
Ed è triste.
Tristissima, nella sua continua ricerca di una credibilità borghese.

Se Dio fosse

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/10/2007

Se Dio fosse semplicemente un ingegnere che costruisce mondi.
Con una grande barba bianca.
DioEd un monile a forma di triangolo con un occhio nel mezzo,
Ecco, allora, mi piacerebbe immaginare questo ingegnere, che accende il computer.
Un mac, naturalmente.
Si connette.
Una lan che corre alla velocità del pensiero.
E lancia messanger o un qualsiasi altro programma di chat.
Distratto.
Senza voglia di fare nulla.
Curioso di capire che cosa ha creato.
Che cosa si dicono quelli che ha creato quando parlano fra sconosciuti.
Mi immagino questo stravagante Dio ingegnere, i capelli spettinati come Yul Brynner, che impara a scrivere mmmmmmmmm.
Che riceve proposte di sesso virtuale: ehi, dio, ho una bottiglia di acqua gelata in frigo, che dici, la devo prendere?
Che scova il blog della signorina che ama le sculacciate, o del tizio che si pensa Milo Manara, o della donna che racconta l’impossibile amore normale di una persona su quattro ruote.
Me lo immagino mentre raccoglie tutta questa tristezza.
Scrive i suoi commenti, indeciso, perplesso ma curioso.
Finché, stanco, con gli occhi gonfi di chi ha navigato per l’intera notte del settimo giorno, non va a riposarsi.
Indeciso se creare il prossimo mondo.

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