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Lavavetri

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/08/2007

COMUNE DI FIRENZE, ORDINANZA DEL SINDACO

Numero: 2007/00774

Del: 25/08/2007

Esecutiva da: 25/08/2007

Proponente: Direzione Corpo Polizia municipale

OGGETTO: Divieto di esercizio del mestiere girovago di "lavavetri"

IL SINDACO

CONSIDERATA la crescente situazione di degrado venutasi a creare nelle strade cittadine anche a causa della presenza sulla carreggiata di persone che esercitano il mestiere girovago di cosiddetto "lavavetri";

RITENUTO che i soggetti di cui sopra, nell’esercizio di tali attività, stanno causando gravi pericoli intralciando la circolazione veicolare e pedonale, bloccando le auto in carreggiata e costringendo i pedoni a scendere dal marciapiede a causa di occupazioni abusive di suolo pubblico composte da secchi, attrezzi, ombrelloni, generando disagi e ponendo a repentaglio l’incolumità personale propria e altrui;

DATO ATTO che nell’esercizio delle attività suddette ed in particolare in quella di "lavavetri" si sono verificati molteplici episodi di molestie soprattutto agli incroci semaforizzati e che ciò configura pericolo di conflitto sociale per i numerosi alterchi verificatisi, in particolare nei confronti delle donne sole;

DATO ATTO inoltre che in conseguenza all’esercizio delle attività suddette trova nocumento anche l’igiene delle strade a causa della presenza di secchi o altri contenitori e attrezzi usati per la lavatura dei parabrezza dei veicoli, nonché a causa dello sversamento dai medesimi di acqua sporca;

VISTO l’articolo 119 del Regolamento di Polizia Municipale Del.Pod.28/09/1932 e successive modifiche e integrazioni che assoggetta ad autorizzazione dell’Amministrazione comunale tutti i mestieri girovaghi;

CONSIDERATO che il mestiere di lavavetri, non essendo mai state rilasciate autorizzazioni, è quindi al momento svolto abusivamente ed esercitato con modalità tali da creare una situazione grave di pericolo per la cittadinanza e per la sicurezza, nonchè per l’ordinato svolgimento della circolazione stradale e l’igiene pubblica come sopra specificato;

RITENUTO che ricorrano pertanto le condizioni per l’assunzione di un provvedimento contingibile ed urgente che vieti il mestiere di lavavetri;

Visto l’art. 54c.2 del D.Lgs.18/08/2000 n.267 e successive modifiche – Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali;

Visto l’art. 81 dello Statuto del Comune di Firenze;

ORDINA

1 – Fino al 30 ottobre 2007:

a) è vietato su tutto il territorio comunale l’esercizio del mestiere girovago di "lavavetri" sia sulla carreggiata che fuori di essa;

2 – L’inosservanza delle disposizioni di cui al punto 1 è punita ai sensi dell’art. 650 c.p. e con il sequestro delle attrezzature utilizzate per lo svolgimento dell’attività e della merce.

Agli agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e a chi altro spetti è affidato il compito di far osservare la presente ordinanza.

Firenze, lì 25/08/2007.

Sottoscritta digitalmente da

Assessore
Graziano Cioni

Il sonno del senatore. Nuovi profili del diritto di resistenza

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/08/2007

Pare che nel porto di Lipari vi sia stato un importante attentato.
Lo yacht dell’industriale Della Valle è stato sganciato dagli ormeggi.
Abbandonato, libero di insabbiarsi o di arenarsi o – più probabilmente – di urtare altre imbarcazioni.
A bordo, il senatore Mastella.
Un’unica dichiarazione: "non mi sono accorto di nulla. Dormivo".
Sembra possibile osservare che:
(i)   quando accade qualcosa di potenzialmente irreparabile, il senatore Mastella dorme;
(ii)  quando il senatore Mastella non può dire di non essere stato presente, ammette la presenza, ma la ammanta di un sonno provvidenziale, che ricorda i miti greci o l’Ariosto;
(iii) il sonno dell’onorevole Mastella è pesante;
(iv) sullo yacht di Della Valle l’onorevole Mastella si sente a casa e dorme della grossa, come non può fare in Parlamento, dove è impegnato a difendersi dai multiformi attentati che le opposizioni (l’attuale e la potenziale) muovono alla sua forza di governo (attuale e potenziale);
(v) l’onorevole Mastella non è interessato né alle primarie del partito democratico (brillantemente occupate dal dibattito Venditti – De Gregori, rispettivamente spalleggiati da Milva e Vecchioni), né alla maliziosa occupazione mediatica della autereggente Brambilla, né al pellegrinaggio verso Santiago di Cuffaro, che ieri invocava la sua presenza con toni nostalgici.
Al di là di queste osservazioni, l’attentato appare nobilmente simbolico.
L’attentatore non ha cercato di fuggire e – nella consapevole adesione alle tradizioni risorgimentali – si è lasciato arrestare dai carabinieri.
L’attentatore ha spiegato il suo gesto con il fastidio per i privilegi dei notabili nella assegnazioni dei posti barca a Lipari.
Fastidio assolutamente condisibile, anche dal punto di vista dei valori costituzionali.
L’attentatore ha dimostrato una garbata fantasia nello scegliere il gesto cui affidare la protesta.
In altri tempi, avrebbe anche potuto dare fuoco allo yacht, invece di limitarsi a costringere i marinai di guardia ad accendere i motori per ormeggiare di nuovo l’imbarcazione.
Sembra, insomma, possibile sostenere che il diritto di resistenza stia trovando nuovi orizzonti, i quali in una logica strettamente bipartisan, potrebbero completarsi con la ribellione di una pattuglia di pompieri che spenge il vulcano di Berlusconi, il furto dei parabordi all’Icarus di D’Alema, etc.
Dal punto di vista etico (ma anche costituzionale), pare però che l’unica vera osservazione riguardi la legittimità dell’uso di uno yacht privato da parte di un personaggio politico: lo yacht ha un costo, i costi dei capitani di industria hanno un ammortamento, quale è l’ammortamento del sonno dell’onorevole Mastella?
Anche questo a ben vedere è un problema che riguarda i costi della politica, esattamente come lo stipendio dei barbieri di Montecitorio o le indennità dei parlamentari.
Solo che questi dati sono conoscibili, mentre dell’ammortamento del sonno del senatore nessuno avrebbe mai saputo nulla se un nobile attentatore non avesse protestato.

Il primo giorno del Dragone Alberto

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/08/2007

È accaduto molti anni fa.
Il Dragone Alberto è arrivato improvvisamente.
Una bimba piangeva.
Il pianto dei bimbi appena nati.
Un misto di fastidio e bisogni che si impara a comprendere lentamente.
E nel frattempo piange.
Con l’urgenza di un suono programmato per essere insopportabile.
Era aprile.
Un aprile piovoso e mite.
Dolce.
Come sa essere questo mese.
Quando la primavera non vuole ancora essere estate.
E si appoggia lieve ad un sole che si fa lentamente forza.
La bimba piangeva.
Ma era pulita.
Aveva appena mangiato.
Era ancora presto per le coliche e terribilmente presto per i primi denti.
In questo pianto arrivò il Dragone Alberto.
Con una voce quieta.
Tranquilla.
Un po’ roca.
Una voce che ha visto molto.
Ed iniziò a raccontare le sue avventure.
Prima però si presentò, spiegando di essere un dragone molto giovane.
Di non conoscere altri dragoni.
(In realtà, conosceva solo Nonno Vulcano, dragone assai irascibile)
E di viaggiare molto.
Narrò del suo paese.
Era nato in una grotta, come quasi tutti i dragoni.
Mamma Dragona si era allontanata dalla terra dei suoi antenati, che è in Persia, quando iniziò a capire che il petrolio sarebbe diventato importante per gli uomini.
Il Dragone Alberto spiegò che i dragoni mangiano il petrolio.
Molto petrolio.
Da sempre.
(Qualche volta anche il carbone o il gas, se proprio non c’è altro, per dire il vero)
Ma adesso anche gli uomini mangiano il petrolio.
Più dei dragoni.
Soprattutto, gli uomini che cercano il petrolio scacciano i dragoni, che sono timidi ed odiano essere visti.
Per questa ragione, Mamma Dragone decise di cambiare dieta e di scappare dalla Persia.
Emigrò, si potrebbe dire se questa non fosse una fiaba.
Ed iniziò a cercare un posto adatto per vivere.
Trovò – dopo molto tempo e molte avventure, ma questa è un’altra storia – lo Stagno Minestrone.
Lo Stagno Minestrone è un lago di zuppa bollente.
Un vero minestrone di verdure.
Molto salato, a dire il vero.
Anche un po’ sciocco, se proprio devo essere sincero.
(In realtà, ma questo il Dragone Alberto non lo aveva capito, lo Stagno Minestrone è vicino al mare, sicché è salato quando la marea sale, sciocco quando scende)
Sulle rive dello Stagno Minestrone, il Dragone Alberto è nato.
Il primo dragone che mangia solo zuppa di verdure.
E non sbuffa fuoco.
Quando proprio si arrabbia sputa carote, sedani, cavoli, bietola e quant’altro.
Ecco, così il Dragone Alberto si presentò alla bimba.
Che cominciò ad ascoltarlo.
Gli occhi – azzurri, quasi grigi – che lo seguivano.
Nella danza delle parole sulle ombre.
Suoni, che diventavano sogni.
In quel sonno_con_le_manine_alzate dei bimbi appena nati quando vengono posati nella culla.

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