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Il ministro degli interni e la sbronza giusnaturalista

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/01/2019

Mosca – Petockyi descrive mille modi di essere ubriachi per ciascuno dei quali la lingua russa conosce un diverso nome piuttosto che lemma.

L’ubriachezza come stato d’animo, linguaggio, erosione, dimenticanza, ferita, leziosità, corteggiamento, lealtà.

Molto di più che una sbronza allegra o triste. Euforica di champagne o pesante come una grappa di ghisa.

L’ultimo cassonetto sopravvissuto all’amministrazione Nardella in piazza D’Azeglio ha scoperto la sbronza giusnaturalista.

Dalla palude di piscio e tavernello in cui galleggia come una isola di Stevenson, esce un refolo di corde vocali:

Io sono nato da un essere umano. Anche io

Rottami.

Forse.

Ma ci sono ministri dell’interno che non lo hanno capito.

Oggi, non ai tempi di Nitti, Facta e Bonomi.

Il freddo del mare

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
22/01/2019

Il freddo del mare ha il collo alto delle uniformi blu marina, gli occhi vuoti dei calamari, la solitudine delle barche quando l’armatore è un motore che si accende durante il finesettimana.

Il mare si conosce solo d’inverno, lo dicono i vecchi marinai, quelli che non riescono a tornare a casa la sera se non hanno sentito il profumo dell’acqua mischiata al sale e alla nafta.

Ma non è così. Il mare è come le donne. Si conosce solo se si ha il coraggio di restarci accanto quando all’estate segue l’inverno. D’estate il mare non mantiene sempre quello che promette. L’inverno, spesso e invece, dà molto più di quello che si attendeva.

Un marinaio prende il mare quando sa di dover partire perché sa di saper tornare.

E questo lo fa solo chi ha abbastanza amore da non spengere la luce nell’inverno della passione. Quella passione che è rimasta dall’estate e che nessun freddo può far dimenticare.

La solitudine del punto interrogativo

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/01/2019

Si trascinano come rottami

Parole mangiate dalla strada

Divise

Nascono uniche, diventano rottami nella solitudine che segue un punto interrogativo

La profonda solitudine di una nota alla fine dello spartito.

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