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Lolenzo

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/06/2008

Lolenzo e’ un bambino cinese.


Un bambino take away.


Vive dentro il take away dei genitori.


E odora di conseguenza.


Un incrocio di canna fumaria e involtini primavera.


Legge topolino e mangia gelati.


In continuazione.


Gioca alla play station e guarda 22” di cartoni animati a due metri da terra.


Siede su uno sgabello di fronte all’unico amico che gli abbia mai visto vicino: la sua immagine riflessa negli specchi perimetrali che addobbano la rosticceria.


Ogni tanto, cerca di parlare, discorsi di bambino, parole rosa, leggermente brasate.


Lolenzo guarda con disprezzo le bimbe bionde che entrano a comprare la cena.


Un disprezzo strano.


Il disprezzo di chi sa di non essere ammesso nella loro stanza dei giochi.


Ha ragione.


Assolutamente.

Zio sfiga

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/06/2008

Zio Omero sarebbe anche simpatico.


Porta bene i suoi sessanta anni.


Ha uno spiccato senso dell’umorismo e si sa preoccupare degli altri.


Si, perche’ il vero problema con zio Omero e’ che si preoccupa.


Si avvicina alla macchina e osserva: il tagliando della assicurazione e’ scaduto. Nessun problema, rispondi, il rinnovo e’ domiciliato in banca. Ma se ti ferma la stradale?


La stradale a quel punto ti ferma con inevitabile certezza, anche perche’ uno guida con la spacciata disinvoltura di un corriere colombiano di fronte ai cani poliziotto.


Il brutto di zio Omero e’ che e’ anche affettuoso.


Se stai per partire per un viaggio strano, come e’ portare un 50 piedi da Atene ad Istanbul, lui si fa trecento chilometri per salutarti.


Arriva. Ti guarda. Guarda lo zaino. Sta zitto. Cominci a respirare.


No, troppo presto.


Con che compagnia viaggi?


Olympic, tremolio di voce.


Sgrana gli occhi: speriamo che ci sia posto.


Non c’era.


Overbooking e notte a Ostia.

sPiando (Beate allucinazioni)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/05/2008

Immag086
PioPesca
Sergio Luzzatto, ha scritto un libro molto interessante su Padre Pio (Id., Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del novecento, Torino, Einaudi, 2008).
Forse non è un libro su Padre Pio.
E’ un libro sull’Italia che si è infatuata del santo.
Stupiscono le definizioni che ne venivano date dal Papa buono, credo santo pure lui, e comunque infallibile: Un immenso inganno che ha fatto un disastro di anime.
Di fatto, Padre Pio è diventato una icona.
Ma anche un gadget da autogrill.
E qualcosa da dipingere dappertutto.
Anche sui pescherecci.

Vincere era davvero impossibile

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/04/2008

con sms come questo:




Dopo una grande rimonta, diamo la zampata vincente. Vota e fai votare PD per Veltroni presidente. Fai vincere l’Italia. Si può fare.




Bella testina.


Viene da soggiungere.

Panem et circenses (PDL – PD)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/04/2008

Ahia
Il giorno dopo le elezioni è l’unico in cui la politica prende il posto del calcio. Ma questa volta la Fiorentina non pare proprio avere vinto.

Trenta chili: un altro punto di vista

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/01/2008

Si e’ parlato di trenta chili e della sua antica bellezza, chiusa dentro una malattia apparentemente insolubile.


Si sono dette molte cose su di lei e sui suoi figli, sulla loro soitudine apparentemente inarrestabile.


Forse si e’ detto troppo.


Perche’ si e’ sempre parlato solo del nostro punto di vista, del nostro sguardo, malato di nostalgia e di consapevolezza.


Esiste un altro modo di guardarla.


Un modo duro.


Che non le perdona lo sguardo progressivamente piu’ vuoto.


Che non accetta la sua incapacita’ di ridere dei giochi dei bimbi, di quegli scherzi sciocchi ed innocenti che riempiono il cuore dei genitori.


Che vede il rimprovero del suo sguardo mentre si sta perdendo e non riesce a capirlo.


Perche’ non e’ facile capire una persona che non riesce piu’ a vivere.


Non e’ facile accettare la metamorfosi inarrestabile di un corpo piegato da una malattia che e’ solo pensiero e resa.


Non e’ facile sentire il peso della sua caduta sul proprio spirito.


E allora uno puo’ pensare anche di fuggire.


Solo per un momento.


Solo per respirare. Il tempo di riprendere fiato fra due braccia che hanno la forza di abbracciare.


Perche’ non si e’ nati per trovare degli occhi vuoti incorniciati da un fuoco spento.


La resa e’ una sconfitta che non perdona.


Annienta ed annichilisce.


Si scompare cosi’. Ci si arrende alla vita. Come naufraghi che si cibano di cadaveri.

Trenta chili

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/12/2007

La solita stanza bianca che si sforza di essere accogliente: mobili colorati da cure palliative.
Lei ha quarant’anni.
Fissa il vuoto.
E’ sola.
Aspetta.
Magra di una denutrizione malata che l’ha resa evanescente.
Trenta chili per un metro e settanta.
Cerchi di sorridere ai suoi occhi mentre ti oltrepassano.
Ti accorgi di conoscerla.
La conosci.
Conosci i suoi figli e anche la sua antica bellezza.
E le usi la pieta’ di cambiare stanza.

Il preservativo dello Scaccabarozzi

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/11/2007

Lo Scaccabarozzi è un tipo molto cattolico e timorato di dio.
Ha una moglie, non particolarmente bella ma sempre ben tenuta, e due figli che sono fra i più grandi rompipalle della storia dell’uomo.
Lo Scaccabarozzi riceve i suoi allievi in uno studio stracolmo di libri.
Sa di polvere e di nottate passate a leggere i commentari.
Lo Scaccabarozzi arriva sempre in ritardo.
Butta la borsa sul tavolo e comincia a tirare fuori una alluvione di fogli.
Gli allievi sono seduti di fronte a lui, il blocco sulle ginocchia, prendono appunti sulle cose che lo Scaccabarozzi dice.
In una situazione come questa, mentre lo Scaccabarozzi tirava fuori le sue carte e le buttava sul tavolo, dalla sua borsa, che assomiglia al gonnellino di Eta Beta o all’intimità di una porno diva, è uscito un pacchetto di preservativi.
Il pacchetto di preservativi ha deciso di volare per aria.
Ha fatto un breve volteggio ed è atterrato ai piedi di uno degli allievi.
Il mondo si è fermato per un istante.
Immobile lo Scaccabarozzi.
Immobili gli allievi.
Lo Scaccabarozzi si è subito ripreso buttando la borsa fra i piedi dell’allievo, sopra i preservativi.
Naturalmente, nessuno ha riso.
Ma a lungo gli allievi si sono chiesti se lo Scaccabarozzi quei preservativi li usasse o li portasse con sé per prudenza, in modo da poter validamente fare fronte ad un bisogno urgente o ad un energumeno attratto dalle sue grasse terga.

La censura anoressica

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/11/2007

Ieri La7 ha pubblicato un servizio sulla anoressia.
Indubbiamente l’anoressia è un problema molto grave.
Una malattia insidiosa, che peggiora inevitabilmente, perché riduce giorno per giorno ogni difesa del malato.
Per La7, un ruolo significativo nella patologia sarebbe dei blog.
Le ragazze anoressiche troverebbero grazie al social networking una motivazione ulteriore per convincersi del proprio atteggiamento di odio verso il cibo.
Anche Splinder è affollato di blog anoressici.
L’idea della Melandri, onnipresente, è il controllo dei contenuti da parte del provider, secondo il modello spagnolo:

(ANSA) – MADRID, 21 NOV – L’agenzia spagnola per la qualita’ di Internet ha ottenuto dalla Microsoft la chiusura di 4 blog che incitavano all’anoressia e bulimia. Le pagine personali erano ospitate in Microsoft Windows Live Spaces. Santiago Ramentol, presidente dell’agenzia (Iqua), si e’ detto ‘molto soddisfatto’ perche’ le pagine consigliavano alle ragazze come perdere radicalmente di peso. E’ la prima volta che un’impresa che fornisce pagine personalizzate accetta una richiesta di questo tipo.

Non sembra possibile essere d’accordo.
Per due ordini di ragioni.

Prima di tutto, la libertà di manifestazione del pensiero è un valore fondamentale di ogni democrazia.
L’idea – apparentemente innocente – della censura di un blog, come di un giornale, come di una emittente, per motivi che riguardano il contenuto del pensiero pubblicato è aberrante.
Le ragazze anoressiche hanno il diritto di manifestare le loro opinioni.
Esattamente come chiunque altro ha il diritto di criticare queste opinioni.
Il problema non è la censura delle opinioni espresse da un malato, ma la critica di queste opinioni, attenta, puntuale, ma anche serena e rispettosa del suo punto di vista.
Lo Stato non può chiedere ad un media di censurare le opinioni degli autori.
Deve vigilare perché queste opinioni possano confrontarsi con opinioni diverse, in un dialogo serrato e costruttivo.
E’ ipocrita pensare che censurare un blog "malato" aiuti a superare la malattia.
Semplicemente la nasconde.
Ma questo non è un successo.

In secondo luogo, l’editore di un blog non è l’editore di un giornale.
I blog non hanno un direttore responsabile della linea editoriale.
I blog sono incompatibili con qualsiasi linea editoriale.
Chi scrive questo post non ha nulla a che vedere con molti altri blogger di Splinder.
Non sarebbe mai pubblicato dallo stesso giornale. E nemmeno lo vorrebbe.
L’idea di un controllo da parte del provider che cura l’hosting di un portale di blog è agghiacciante.
Significa trasformare l’idea di una comunicazione liberamente anarchica, ma anche perfettamente compatibile con i valori costituzionali della libertà di manifestazione del pensiero, in una testata giornalistica.
La blogosfera, se così si può chiamare, offre ai suoi frequentatori la possibilità di esprimere liberamente opinioni che difficilmente troverebbero un altro strumento per emergere.
Questo è uno straordinario passo in avanti nella affermazione di una coscienza collettiva democratica.
Ed è del tutto incompatibile con qualsiasi idea di controllo dei contenuti da parte dei provider.
L’unico controllo che può e deve esistere sono i commenti e il numero delle pagine viste.
Qualsiasi altro controllo adombra una idea di Stato etico che spaventa, perché intimamente fascista.

Fi Pi Li

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/11/2007

Sono talmente fermo che posso scrivere un post dal mio  blackberry. Una coda sconfinata.

Oggi, consiglio di facolta’. Commemorazione di un collega morto anzitempo. Nulla e’ più triste di un funerale laico. Soprattutto se:
–    il relatore sbaglia il nome del morto nella orazione ufficiale,
–    il giovane allievo piange lacrime come chicchi d’uva (ha perso il suo unico sponsor e la sua eredita’ e’ una condanna a ricercatore a vita).

Mentre rifletti su tutto questo e speri che nessuno ti faccia una commemorazione (in fondo, basta morire dopo essere andati in pensione e potrebbe essere il caso di riuscirci), vieni definitivamente distratto dalla scoperta, con un certo stupore per la tua ingenuità, del perche’ hai trovato un posto a sedere ancora libero: è accanto al prof. Chang, il quale ha dimenticato anche questa volta il palto’ in cucina e puzza di involtini primavera in maniera davvero imbarazzante.

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